Fino alla nausea: le parole del cibo più abusate
Quali sono le parole del cibo più abusate negli ultimi 10 anni? Dalle declinazioni del food fino ad arrivare all’ossessione più grande, la foto, eccone 17.
Ai tempi in cui Masterchef non era ancora uno dei programmi televisivi più seguiti e i ristoranti stellati erano argomento di discussione solo per pochi, c’era un ristretto codice di linguaggio in cui gli esperti si crogiolavano. il vocabolario comune della gastronomia si è riempito di termini che ora non sappiamo toglierci di dosso Come ogni moda, anche quella della gastronomia è diventata via via sempre più a portata di tutti e nessuno si è reso conto che il vocabolario comune si è riempito di bellissimi termini che ora non sappiamo più come toglierci di dosso. Non esistono più i panini con la mortadella ma solo panini con salume gourmet. Per non parlare degli inviti a cena che, a giudicare dagli aggettivi viene voglia di lanciarsi dalla finestra, a digiuno. Insomma, ormai non ci facciamo quasi più caso ma prima che la situazione degeneri del tutto, è il caso di ripassare insieme le parole gastronomiche più abusate degli ultimi anni.
- Chef. Se non sei uno chef, chi sei? Lo chef sta bene ovunque, dalla chiacchierata con amici in cui si racconta di essere stati all’evento con chef X o raccontare di aver letto di una ricetta con insetti di chef Y. Che questa figura ormai sia sulla bocca di tutti, lo si vede anche dal gossip o dal fatto che donne (e uomini) alla domanda Chi vorresti sposare? ormai rispondono uno chef. Uno qualsiasi va bene.
- Food. Per comodità si usa la parola food che ha sostituito elegantemente la parola cibo. Come tutti quei tizi che all’anagrafe si chiamano Pietro e si fanno chiamare Peter perché fa più moderno. La cucina rimane italiana ma la voglia di inglesizzare tutte le parole è troppo forte. A occhio e croce, altrettanto forte sembra la botta in testa che abbiamo preso tutti ogni volta che iniziamo a parlare di food e tutte le sue declinazioni sotto elencate.
- Street food. Se avete il dubbio che qualcosa non sia abbastanza buono da essere offerto a qualcuno, rimediare è semplice: dite che è uno street food, l'ossessione degli ultimi anni per la quale abbiamo anche chiuso gli occhi e le papille gustative, mandando giù cose che mai avremmo mangiato. Eppure continuiamo a ripetere questa parola come fosse un’acclamazione al proprio Dio: street food, street food!
- Food design. Fortunatamente pare sia passata leggermente in secondo piano quella che fino a poco tempo fa aveva tutta l’aria di essere la parola di cui non ci saremmo mai liberati, perché anche la scatoletta del gatto era food design. Ma nonostante usassimo tutti questo termine, solo pochi pare abbiano capito cosa significhi. Aspettiamo la loro spiegazione.
- Food art. Chi ha messo insieme le parole food e art? Esiste anche un'arte declinata ai farmaci da banco o agli oggetti 100% silver? Che siano foto, dipinti, sculture, basta che ci sia una fetta di salame e rientra nel filone della food art. La vogliamo smettere? Poi non arrabbiatevi se al povero Sgarbi parte un embolo.
- Food porn. No, non è una parola da censurare. Mettere insieme le due parole più ricercate online nel mondo, è stato un colpo di genio; forse il colpo di genio più grande del secolo. Quando una cosa è così buona da attirare la massima attenzione, diciamo che è food porn. E di cose buone ne mangiamo tante, motivo per cui nominiamo più spesso le parole food porn che il nome delle persone con cui viviamo.
- Gastrofanatico. Chiuso il capitolo con la desinenza food, arriva il turno della parola che fa venire il nervoso a chi la usa, figuriamoci chi la sente. Gastrofanatico è nato per indicare uno che non fa altro che parlare di cibo con coscienza e incoscienza. Non piace a nessuno questo termine ma non siamo ancora riusciti a trovare un degno sostituto. Mettiamocelo tutti come buono proposito entro la fine dell’anno, vi prego.
- Gourmet. Qualsiasi cosa voi mangiate, ormai non è solo buona ma è gourmet. Che significa? Niente, perché ormai lo usiamo per tutto.
- Cena-evento. Termine che apre molti articoli che raccontano di cene create per celebrare, qualcosa, qualcuno o, semplicemente, per fare pubblicità. Non importa chi c’è, che si mangia e quello che succede in questa serata: sarà sempre e comunque una cena evento. Ne consegue il ripetersi continuo di questa combo di parole. Quindi la domenica da nonna non è più un pranzo coi parenti: agli amici puoi dire che sei a un evento food.
- Apericena. Ogni volta che questa parola compare fuori da un locale, si perde un pezzo della bellezza d’Italia. Ogni volta che un amico mi invita a un momento come questo, io perdo quell’amico. Basta usare la parola apericena! Si possono mettere insieme mamma e papà e chiamarli famiglia ma uno Spritz e una lasagna, no! Eliminate questo vocabolo a partire da domani per vivere in un mondo migliore.
- Sostenibile. Si passa ai termini cari a chi tiene all’ambiente e al buon cibo. Va bene la sostenibilità, ma non tutto diventa sostenibile se ci aggiungiamo questa parola. Ditela solo se siete certi che lo sia e vedrete che la sentirete molto meno spesso di quanto pensiate.
- Veggie. 10 anni a capire se questo concetto di vegetariano fosse giusto o sbagliato. Ora ci ritroviamo che, per par condicio, non possiamo cucinare o scrivere una ricetta senza che si pensi anche alla versione veggie. Perché, anche se a noi la carne piace assai, l’idea di poter parlare di veggie, ci fa sentire meglio. Ma solo parlarne.
- Naturale. L’apice di questa parola è stata toccata nel periodo in cui avanzavano i vini definiti naturali. È un termine che piace tanto perché dà l’idea di sano e genuino. Sì, certo, ma sapete una cosa? Ho dei buonissimi funghi appena raccolti nel bosco. Sono velenosi ma, vi assicuro, naturali. Ha senso abusare di questa parola?
- Degustazione. Una volta c’era l’assaggino al supermercato per testare il prodotto o un pezzetto di formaggio alla fiera. Poi c’era l’invito per una verticale di vino. Avevano tutti nomi diversi, adesso si chiamano tutte degustazioni.
- Eccellenza italiana. Siamo bravi noi italiani a creare prodotti italiani ma possiamo fare una mappatura delle eccellenze? Anche un olio aromatizzato al pecorino di Pienza è un’eccellenza? E un vino da 5 € può diventare un’eccellenza italiana? La confusione nelle nostre teste ha raggiunto un livello eccellente, questo è sicuro.
- Burger. Quando hai mangiato l’ultimo burger? Basta rispondersi per capire quanto questo sia un termine abusato. Basta vedere quante burgerie stiano popolando le vie del centro città. È arrivato il momento di cercarsi una nuova moda.
- Foto. Potremmo fare finta di nulla o affrontare la questione una volta per tutte. Nel vocabolario delle parole abusate in gastronomia c’è lei: foto. Perché l’ossessione di postare l’immagine di quello che mangi è più forte di qualsiasi droga oggi conosciuta. Prendevamo in giro i giapponesi, ma anche noi non è che stiamo tanto bene.
Quale altra parola siete stanchi di sentire in questo sbilenco mondo del cibo?