L’inganno delle immagini: la Lasagna in tubetto di Braschi
Valerio Braschi, giovanissimo chef del ristorante 1978 di Roma ed ex vincitore di Masterchef, ha inserito nel suo menu la lasagna in tubetto.
Agrodolce Talent: riceviamo spesso proposte per cimentarsi nella scrittura da chi si affaccia per la prima volta al mondo dell’editoria gastronomica. In questa rubrica abbiamo deciso di pubblicare i migliori articoli di autori in erba.
Sembra un innocuo tubetto dal quale ci si aspetterebbe un famigliare sentore di menta e invece, parafrasando Renè Magritte, “ceci n’est pas un dentifricio, ma una lasagna!” un romagnolo che stravolge l'idea della lasagna L’idea non è di qualche chimico stravagante con velleità culinarie, bensì di uno chef romagnolo. Lui è Valerio Braschi noto per aver conquistato, a soli diciotto anni, la medaglia d’oro nel cooking show Masterchef edizione 2017; adesso, appena ventitreenne, gestisce il ristorante 1978, locale gourmet nel centro storico di Roma. Chef Braschi, sin dai tempi del suo debutto televisivo, si è distinto per estro e originalità ai fornelli, ma nonostante le sue evidenti doti creative, i puristi della tradizione emiliano-romagnola non si potevano aspettare che a stravolgere una lasagna potesse essere un loro conterraneo.
La Lasagna 2021 è stata inserita a inizio dell’omonimo anno in un menu degustazione di 10 portate per un costo di 100 euro. Il tubetto è servito insieme a uno spazzolino di pasta all’uovo, su cui va spalmata la crema, e con un brodo di parmigiano da bere a fine degustazione, in modo da rendere completo il rituale di lavarsi i denti con la lasagna liquida. Ma dietro l’idea di questa rivisitazione potente di un piatto iconico della cucina regionale italiana che pensiero c’è? Si tratta di un desiderio di rivalsa e di affrancamento dalla cultura gastronomica più radicata e tradizionale oppure quella di Valerio Braschi è una voglia di creare il nuovo traendo ispirazione da casa sua?
“L’idea nasce da un ricordo di quando da bambino la mattina dopo le feste, appena sveglio, mi lavavo i denti con una bella forchettata di lasagne avanzate in frigo dal giorno prima. Un’abitudine che ho mantenuto ancora oggi. Un bellissimo ricordo che ho deciso di riproporre in maniera esplicita“. Lasagna 2021 nasce quindi da un ricordo, non ha l’intento di svilire, ma di dare luce e slancio attuale a una pietanza antica.
Com’è stata accolta la lasagna dentifricio?
Come spesso accade quando si presenta a un pubblico una nuova creazione, le opinioni sono discordanti e oscillano tra euforia smodata e critica assassina. Da un lato, coloro che sono rimasti stupiti (sia a livello gustativo che mentale) dall’assaggio di una creazione non creata (la lasagna esiste praticamente da sempre, il margine inventivo è stretto), ma che attira pareri positivi, lascia interdetto chi ne assapora la sua versione dentifricia perché non è quello che ci si aspetta da un piatto di pasta. Dall’altro lato, invece, si staglia con decisione quella parte di platea che trova scontato e anacronistico il voler ancora stravolgere mente e palato collettivo con rivisitazioni e giochi di consistenze in cucina: il risultato è che stipare una crema di lasagna in un tubo rappresenta per questi ultimi un concetto ormai trito.
Tra condanna e acclamazione, la lasagna 2021 rappresenta forse una sensata via di mezzo: il piatto di Valerio Braschi non sarà una ventata di novità che sconvolge, ma trae origine da una tradizione familiare, esprime la volontà di un giovanissimo di raccontarsi in modo personale attraverso un ricordo casalingo. Si può dire che nel tubetto di Braschi, insieme alla lasagna, ci sia un po’ di attaccamento romantico alle proprie origini, magari con un pizzico di egocentrica brama di notorietà.
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