Charleston, Palermo
Charleston a Palermo, nella zona di Mondello, è un ristorante storico in cui lo chef Santino Corso propone piatti fortemente legati alla tradizione.
Definirlo ristorante sarebbe riduttivo. Il Charleston, con i suoi 50 anni di storia, è un’icona del costume e della cultura della città di Palermo. Tutto inizia il 21 ottobre 1967 con l’apertura a piazzale Ungheria, in pieno centro storico, luogo in cui il Principe Tomasi di Lampedusa amava trascorreva il proprio tempo. Negli anni ’70 si inaugura la sede estiva presso l’Antico Stabilimento Balneare di Mondello, la spiaggia dei palermitani, per diventare sede unica nel 2000. piatti fortemente legati al territorio ma ricchi di contrasti e contaminazioni dal mondo Successivamente il trasferimento nella villa Liberty dei Conti de la Gatinais, immersa in un lussureggiante giardino. Una volta varcata la porta d’ingresso inizia il viaggio nel mondo perfetto creato da Mariella Glorioso, impeccabile padrona di casa e donna di charme. Il sapiente gioco di luci, tappeti, le tonalità calde degli arredi e dei velluti evocano alla memoria l’antico splendore della Bella Epoque siciliana di inizio secolo, senza incutere alcuna soggezione. Anzi, l’atmosfera è rilassata e il personale di sala pronto a coccolare l’ospite in ogni momento. D’inverno ci si accomoda nelle sale interne, mentre nella bella stagione si cena nella terrazza bianca, ammirando i colori pastello del tramonto del Golfo di Mondello. E se è vero che il Charleston è uno scrigno di storia, la cucina rivela invece tutta la sua contemporaneità grazie alla mano creativa dello chef Santino Corso. Nascono piatti di estrema raffinatezza fortemente legati al territorio ma ricchi di contrasti e contaminazioni dal mondo. Il consiglio è quello di optare per i menu degustazione di 8 o 6 portate, altrimenti si sceglie dalla carta. Sua maestà il gambero rosso è un’architettura di creatività e gusto, lo Scampo a colori un tripudio di equilibrio e colori. In estate si opta per Carpaccio d’astice e Protagonista Capasanta. In menu anche due piatti che hanno fatto la storia del ristorante: Melanzana Charleston e Involtino di pesce spada. La Strummula (trottola in dialetto) è invece il dolce cult dello chef. Si tratta di una sfera realizzata con spaghetti di pasta fresca al pistacchio che racchiude un ripieno di ricotta dolce, una pralina di cioccolato e succo di arance di Ribera. Nella preparazione dei dessert, Corso si avvale dell’aiuto della giovane pastry chef Miriam Milazzo. Per il migliore abbinamento vino ci si affida, invece, ai consigli e all’esperienza decennale del sommelier Giorgio Dragotta.