Mangiare in Hotel: Castello del Nero a Tavernelle Val di Pesa
Castello del Nero, nella campagna di Tavernelle Val di Pesa, è una dimora del dodicesimo secolo, con all’interno tre ristoranti.
Ci sono angoli d’Italia che nascondo, custodiscono e racchiudono preziose testimonianze di storia e di cultura. Tra le colline del Chianti ma nel territorio della città metropolitana di Firenze, a Tavernelle Val di Pesa, ad esempio, c’è un maniero che appare alla vista quasi d’incanto, dietro ad un doppio filare di cipressi. Davanti, come custode, appare un maestoso cedro secolare che accoglie i visitatori. È il Castello del Nero, oggi di proprietà della COMO Hotels and Resort. All’interno tutto è semplicemente perfetto, di gran lusso, proprio nello stile che da trent’anni contraddistingue le strutture create da Christina Ong. La mano della designer Paola Navone, una delle più note italiane nel mondo, ha donato eleganza e buon gusto agli otto secoli di storia del castello, e con il suo stile creativo è stata capace di bilanciare elementi classici e moderni. All’interno l’atmosfera è rilassante e si integra con le terapie del benessere da sempre molto care allo stile dei COMO Shambhala Retreats, fatte di massaggi terapeutici, yoga e lezioni di fitness.
Il Pavillon
I giardini curatissimi degradando in terrazze che arrivano alla piscina e alla zona che accoglie i clienti dalla colazione alla cena, sotto la guida dello Chef Giovanni Luca Di Pirro: Il Pavilion. Aperto tutta l’estate, ha una vista privilegiata sulle spettacolari colline, sui vigneti e sugli oliveti che s’inseguono trai pendii antistanti. In questo spazio, oltre alla cucina mediterranea, alla pizza e ad alcuni piatti internazionali, c’è la possibilità di assaggiare i piatti d’autore della COMO Shambhala Cuisine con ingredienti totalmente biologici coltivati nell’orto sottostante.
La Taverna
Nella zona vicina alla reception, invece, ci sono gli altri due spazi destinati alla ristorazione. Il primo, affascinante quanto informale, è La Taverna. Ricavato nella zona della vecchia cucina del castello, si distingue per le vecchie mura in pietra, il grande camino rialzato e le sale che si inseguono. Qui i protagonisti sono i piatti della tradizione toscana, semplici e realizzati con ingredienti freschi e locali. Curioso è l’abbinamento proposto: qui infatti è possibile affidarsi alle mani dei giovani barman per bere cocktail studiati ad hoc, senza ovviamente rinunciare alle straordinarie etichette italiane e francesi presenti in cantina. Quest’ultima, ben celata al piano di sotto, è ricca appunto di grandi vini, trai migliori in commercio, ma anche di importantissimi Champagne, cognac riserva, grappe e whisky, da degustare nel lounge bar della taverna.
La Torre
Sempre nella zona della reception, di fronte all’ingresso de La Taverna, Castello del Nero vanta la presenza del ristorante una stella Michelin: La Torre, dove più forte e viva si percepisce la presenza dello Chef Di Pirro. Toscano d’adozione ha un passato esperienziale veramente degno di nota, tra Londra, la Germania, gli USA e qualche anno ad Alba. Con l’attenzione di chi vuol coccolare il cliente, lo chef e il suo team offrono a pranzo e a cena, rigorosamente su prenotazione, piatti indimenticabili. Tra volte ed archi, lo sguardo degli ospiti è catalizzato dallo splendido camino che incornicia il fondo della sala.
La cucina di Giovanni Luca di Pirro è capace di coniugare il modello fine alla tradizione del territorio, per una clientela quasi esclusivamente straniera. Il suo menu non si ferma alla tradizione toscana ma, grazie a materie prime provenienti da tutta la penisola, offre una variegata scelta sia per stagionalità sia per ispirazione. Le proposte di mare si alternano a quelle di terra, lasciando nitida la sensazione di una ricerca e di una selezione attenta e continua. Si passa quindi facilmente dal gambero rosso di Mazara al piccione di Laura Peri, arricchiti anche da preziosi ingredienti stagionali come il tartufo raccolto nel boschetto della tenuta. Un insieme che regala sensazioni uniche, come solo un castello sa dare.