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Mangiare in hotel: la food Court di Palazzo BN

di Stefania Leo 19 Gennaio 2022 09:00

Palazzo BN: da banca ad hotel di lusso che propone cucina salentina dalla colazione alla cena, con un’attenzione alla mixology.

Una corte, tre ristoranti, il tutto racchiuso in un imponente ed elegante edificio che, fino al 2009, è stata la sede del Banco di Napoli, a Lecce. Oggi, grazie al recupero voluto dall’imprenditore italo-svizzero René De Picciotto, i vecchi uffici sono diventati appartamenti da due o più persone, definiti da un unico, importante comune denominatore: il lusso. Siamo a Palazzo BN, dove è possibile trovare la risposta a molti desideri, gastronomici e non. 

Palazzo BN

Innamoratosi della Puglia, De Picciotto sta contribuendo a riportare la vita in diverse masserie ed edifici, come questa pietra miliare dell’architettura fascista a Lecce. Ci troviamo di fronte al bastione di nord-est del castello, oggi non visibile poiché inglobato nella costruzione del Teatro Politeama Greco. Dopo diversi passaggi di proprietà e destinazione d’uso, nel 1902 il consiglio di amministrazione del Banco di Napoli approvò la proposta di edificare una succursale importante in Puglia. Acquistata la proprietà dell’area dal Comune, la costruzione del palazzo fu affidata all’ingegner Pasquale Ruggeri. Inaugurato nel 1930 e abbandonato nel 2009, il palazzo che ha ospitato il Banco di Napoli, dove era anche possibile battere moneta, oggi vive una nuova vita. Con un sotterraneo e due piani fuori terra, occupa una superficie di 1250 metri quadrati. Lucia Bianco, archistar cittadina, e l’ingegnere Luciano Ostuni, hanno operato un restauro conservativo, recuperando marmi e arredi che hanno resistito al passare del tempo, valorizzando ogni elemento in modo vitale, legandolo all’esperienza degli ospiti in ogni angolo di Palazzo BN. Le casseforti sono diventati complementi d’arredo della Food Court o porte per gli spogliatoi del tecnologico BN Welness Boutique, che ha preso il posto del caveau. Nei due piani superiori, dove si decideva il futuro di grandi imprese agroalimentari del territorio come Quarta Caffè o Leone De Castris, oggi ci sono 13 suites di lusso che uniscono storia, design e prodotti locali come la linea beauty di Essentia Puglia. Gli appartamenti hanno una superficie compresa tra i 40 e i 90 metri quadrati, con pulizia giornaliera e servizio serale, nonché accesso gratuito all’area fitness. Unico obiettivo: offrire un’esperienza di estremo comfort, dalla colazione al dopocena.

La colazione

Palazzo BN ha aperto le sue porte a valle del primo lockdown, nell’estate 2020. In quei mesi le restrizioni sanitarie impedivano di servire la colazione a buffet. Quindi si optò per il servizio in camera. Dato che ogni appartamento ha un suo angolo cottura e un corredo di cucina, lo Chef Simone De Siato, d’intesa con il General Manager Marco Cagnetta e il Restaurant Manager Gianni Tortora, hanno deciso di mantenere questo appuntamento, rendendolo tradizione. Si può scegliere una portata per categoria tra prodotti da forno, realizzati nelle cucine dell’hotel dalla bravissima Federica Finzi, colazione continentale (cestino del pane, yogurt e frutta fresca o secca), nonché un elemento della colazione americana. Da non perdere: i centrifugati, la brioscia col tuppo e l’uovo alla Benedict. Filtri per caffè e tè, con relativi strumenti per prepararli, sono già in camera.

Tra l’aperitivo e il pranzo

La prima anima della Food Court di Palazzo BN è Banco. Questo concetto ristorativo prende il nome dal piano su cui, in passato, si svolgevano le principali attività di cassa del Banco di Napoli. La superficie fatta di onice iraniano del 1930 è stata mantenuta e trasformata nel palcoscenico di Mauro De Giosa, bar manager della struttura. Da Banco si può cedere alle Tentazioni Sfiziose dalle 11 alle 23. Ordinando un aperitivo salentino, si può assaggiare un cocktail che accompagna Fritto leccese (pittole, crocchette alla menta, polpette), puccia e focaccia con mortadella, burrata e pistacchio. Ma da Banco si può anche pranzare o cenare. Dalle 12.30 alle 15 e dalle 19.30 alle 23 si può, ad esempio, assaggiare una delle portate della sezione Crudi. Dalla Tartare di tonno ai Ricci di mare (secondo disponibilità), passando per Ostriche e Caviale Baikal, ci si può crogiolare tra lussuose leccornie senza strafare. In serata, se si vuol vivere un’esperienza più easy, c’è spazio anche per la pizza: bordi alti, ricette gourmet favorite anche da una maniacale ricerca della materia prima.

Ammos

La Puglia non è una regione da persone timide a tavola. Per questo nella Food Court non si lesina sulle porzioni. Da Ammos – Fish Bar si concentra la visione di Simone de Siato sulla tradizione gastronomica di mare, basata sul pesce fresco, vista e servita con occhi nuovi. Nel menu ci sono tante proposte tradizionali, accanto ad altre più creative come lo Speck di ricciola o il Tagliolino di calamaro flambato a crudo e humus di ceci. Tanti i fuori carta, decisi dal pescato del giorno. Da non perdere: Cavatelli con sugo di triglia – succulenti, avvolgenti, assolutamente confortevoli – e gli Spaghetti alle vongole e salicornia. A chiudere, il pescato del giorno in diverse cotture: al sale, in guazzetto, alla plancia o al cartoccio.

Red

Il Red è l’altare che Palazzo BN ha dedicato al culto del fine dining, servito con porzioni pugliesi. Quindi le battute sul servire la porzione intera dopo l’assaggio qui non hanno diritto di cittadinanza. Le eccellenze del territorio vengono valorizzate con un approccio contemporaneo e un occhio alle nuove tecniche di cottura. Si può scegliere tra due percorsi di degustazione – uno da 5 e l’altro da 7 portate – oppure si può ordinare alla carta. Da non perdere il Carciofo in tre consistenze,  i Turciniddhru laccati con salsa alle marasche, castagne ed erbe spontanee e il Biancostato cbt finito alla brace, ortaggi confit, patate e jus al negroamaro. Per la scelta del vino, basta affidarsi all’esperienza pluriennale di Tortora, che volteggia tra i tavoli con bottiglie che inneggiano al territorio, come il Papale della cantina Varvaglione 1921.

La mixology

Una menzione a parte per la mixology è doverosa. De Giosa ha firmato una serie di Signature Cocktail che rendono la sosta al bancone piacevolissima. Qui rivive la cultura dell’ascolto e del teatro, tra una miscelazione e il servizio di amari locali ricercati e buonissimi, come lo Snake Oil di Nicola Ruggiero. “La differenza tra barman e chef è come quella tra il teatro e il cinema: il barman è sempre sulla scena, non può sbagliare; lo chef invece può tagliare la scena venuta male”. Da laureato in storia dell’arte e grande estimatore di Carmelo Bene, il teatro scorre nelle sue vene e tra gli shaker. Il suo motto? Il bar non muore mai. Da non perdere uno dei suoi Signature più belli, Archetipo (Tanqueray gin, sciroppo di cotognata, zenzero, cannella).

Lo chef

Simone De Siato, classe 1988, è al timone del Red e sovrintende le carte di tutta la Food Court di Palazzo BN. Dopo diverse esperienze nelle cucine dei grandi hotel della città e un passaggio all’Osteria Francescana, De Siato è rimasto nella sua città. Sicuro delle sue conoscenze sul territorio, ha scelto di non affidarsi a dei distributori, ma di ricercare la materia prima migliore tra piccole botteghe e sapienti artigiani. La sua linea culinaria del cuore corre verso la brace, sapore che in Puglia è collegato alla festa e alla convivialità. De Siato lo declina in più portate, dall’antipasto al secondo per portare a narici e palato la sfida e l’allegria del gusto della maturità. Il menu cambia tre volte l’anno e può essere trasferito anche sul roof top, che offre una vista sublime su tutta la città. Nel futuro si intravede un progetto di mixology pairing.