Mangiare in hotel: l’Osteria del Guà a Vicenza
L’Osteria del Guà, in una delle prime Ville Palladiane patrimonio dell’Unesco, offre tecnica e creatività grazie allo Chef Marco Culeddu.
Il suo vero nome era Andrea di Pietro della Gondola ma il mondo intero lo conosce con lo pseudonimo di Andrea Palladio. Padovano di nascita e dunque cittadino della Repubblica di Venezia, è stato uno degli architetti più influenti del Rinascimento. Gran parte della sua eredità si trova a Vicenza e provincia: palazzi, chiese e soprattutto una costellazione di ville, costruite intorno alla metà del sedicesimo secolo per le famiglie aristocratiche dell’epoca, divenute patrimonio dell’umanità per l’Unesco.
Villa Pisani Bonetti
Tra le prime Ville Palladiane può annoverarsi Villa Pisani Bonetti, costruita nel 1541, a Bagnolo di Lonigo sulle rive del Guà. Quest’ultimo era il collegamento più utilizzato per far arrivare fino a Venezia il riso coltivato nei paraggi del fiume stesso. La dimora padronale oggi ospita un’esposizione permanente di opere d’arte contemporanea: stupefacente è l’impatto delle installazioni moderne in un contesto tipicamente rinascimentale. L’annessa Barchessa, tradizionale edificio agricolo destinato all’alloggio delle maestranze e alla lavorazione dei cereali, è diventata invece un elegante relais, con al suo interno 18 stanze tutte diverse tra loro. Inoltre il parco, la dependance e la piscina completano questo prestigioso complesso immerso nel verde.
L’Osteria del Guà
Un’esperienza di ospitalità, in un contesto di simil pregio, non poteva che essere accompagnata da un’adeguata proposta gastronomica. Al piano terra della Barchessa, infatti, si trova l’Osteria del Guà, la cui sala è arredata con un gusto che potremmo definire rustico e chic: un ambiente caldo, dove elementi di antiquariato si alternano a opere di design e arte contemporanea. Ulteriore valore aggiunto è il dehors con i tavoli posti nell’elegante loggiato con vista sul parco e la villa.
L’offerta gastronomica
Il menu è firmato dallo chef Marco Culeddu, che con tecnica e creatività punta a valorizzare le materie prime del territorio in piatti originali e reinterpretazioni di ricette classiche. Si può ordinare alla carta, così come optare per uno dei due percorsi degustazione: sette portate selezionate dallo chef a 75 euro, oppure tre portate più dessert, scelte liberamente, a 65 euro. A condurre i giochi in sala c’è Luca Pinter che crea interessanti abbinamenti, alternando vini italiani a referenze internazionali, senza precludersi qualche (gradito) fuori pista birrario.
I piatti dello Chef Culeddu
Spoiler alert, come si usa scrivere sui social. Se avete intenzione di prenotare un tavolo all’Osteria del Guà e amate le sorprese fermatevi qui. Se invece siete curiosi di sapere qual è stata la sequenza di portate servita durante la nostra visita, allora procedete pure. Partenza affidata a un riuscito Carpaccio di seppia con il suo nero, lattuga di mare, olio al basilico e quinoa soffiata: piacevoli e delicate le note iodate. Tanto appariscente quanto golosa si rivela la Veneziana al vapore con insalatina di grancevola, estratto di ostriche, caviale e yogurt. Tappa sulla terra ferma con una versione contemporanea di Pasta e fagioli (ben cinque varietà), servita fredda con un brodo di parmigiano. Si salpa nuovamente con una commistione di due capisaldi della cucina veneta: La sarda in saor diventa risotto. Composito e ambizioso è il Piccione (dal petto alla coscia) con tamarindo, bieta, osmosi di pera e salsa alle more, servito con un sandwich al foie gras. L’Anguria sweet and sour con origano e angostura prepara il palato al dolce. Il Bellini si fa dessert, omaggia il celebre cocktail inventato nel 1948 da Giuseppe Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia: zuppetta di pesche saturnine, con gelatina di prosecco, granita e pesche crude.