Masterchef 11: decima puntata, a due passi dalla finale
– 2 alla finale: cosa è successo nella decima puntata di Masterchef 11? Ecco un riassunto. Attenzione: contiene spoiler.
Manca davvero poco alla finale di Masterchef 11 ormai, che decreterà il vincitore di una delle stagioni più piagnone di sempre. A solo due puntate dalla presentazione del loro menu ormai gli aspiranti chef dovrebbero aver capito cosa fare e cosa no in cucina, invece continuano imperterriti a puntare troppo in alto per poi cadere in picchiata e a preparare piatti senza senso – ma di questo ne parliamo al pressure test. Cosa è successo quindi in questa decima puntata? Ovviamente, attenzione agli spoiler.
Mystery Box con una novità
Quest’anno non c’è stata una che fosse una mystery box normale, quindi perché cominciare adesso? Quella della decima puntata però è stata forse la più difficile mai portata nel cooking show: i 7 aspiranti chef rimasti hanno dovuto cucinare un piatto descritto dal critico enogastronomico mascherato Valerio Massimo Visintin, basandosi quindi solo sulle sue parole, sugli ingredienti forniti e sul loro istinto. Il panico nelle facce di tutti mentre la prova veniva spiegata era palese e l’esecuzione non è stata delle migliori, ma alla fine i tre ad essersi avvicinati di più sono Lia, Tracy e Carmine. La vittoria va a Lia, presumibilmente per volere di Visintin, perché i tre giudici sembravano propendere più per il piatto di Tracy. Visto la vicinanza alla finale salire in balconata e usare bene i vantaggi è fondamentale e Lia lo sa.
Invention test
Per l’invention test i tre ospiti sono chef che conosciamo molto bene: Irene, Antonio e Francesco Aquila, i finalisti della scorsa edizione di Masterchef, che portano tre piatti che rappresentano il loro percorso una volta concluso il cooking show. Ed è Lia a dover formare delle coppie a cui assegnare i tre piatti: Tracy e Carmine si sfidano sul piatto di Francesco Aquila, Nippo murgiano, Christian e Nicky Brian su quello di Irene, Il risveglio della natura, e Federico ed Elena su quello di Antonio, Caciucco in spaghetto. La prova è veramente al cardiopalma per tutti, in particolare per il nostro – mio – adorato Carmine, che si trova in grosse difficoltà. Alla fine sono lui, Nicky Brian e Elena i tre peggiori e per un lungo, lunghissimo, attimo sembra essere proprio Carmine l’aspirante chef eliminato, con Chef Cannavacciuolo che dice “Carmine ci devi lasciare… da soli con Elena” – facendomi quasi venire un infarto, devo ammetterlo. È Elena, quindi, a dover abbandonare la gara, sempre con grande ironia.
Esterna al museo del Novecento
Si torna in esterna e questa volta gli aspiranti chef devono cucinare all’interno del Museo del Novecento, ispirandosi a tre piatti che hanno fatto la storia della cucina mondiale, per 10 delle promesse della ristorazione italiana sotto i 35 anni. Prova più facile non poteva esistere insomma. I tre migliori della prova precedente, Federico, Christian e Tracy, devono spartirsi compagni e piatti: Federico scegliere Carmine, Christian sceglie Lia e Tracy viene accoppiata con Nicky Brian. I tre piatti a cui i concorrenti devono ispirarsi sono veramente tre capisaldi della cucina del ‘Novecento: Aragosta con salsa buillon di Eugènie Brazier del 1920, scelto da Tracy, il Raviolo aperto di Gualtiero Marchesi del 1982, scelto da Federico, e la Minestra di verdure con diverse consistenze di Ferran Adrià del 1994, scelto da Christian. Piccolo colpo al cuore quando Carmine parla del 1994 dicendo “A quei tempi“, come fossero secoli fa. I feel you amici – lui è nato nel 2004.
A valutare la prova sono, appunto, Isabella Potì, Michele Lazzarini, Solaika Marrocco, Paolo Griffa, Arianna Gatti, Andrea Casali, Michela Previtali, Emanuele Lecce, Marta Passaseo e Alessandro Rossi, un bel potpourri di stelle e bravura. Tra errori durante la cucinata, sangue che scorre – letteralmente, mi sono chiesta cosa cavolo c’era sotto al bancone di Federico e Carmine di così appuntito da farli tagliare entrambi – e idee non proprio riuscite, i migliori della prova sono Nicky Brian e Tracy, che salgono in balconata direttamente, mentre gli altri quattro si giocano al pressure test la possibilità di arrivare ad un passo dalla finale.
Pressure test: 14
Il tema del pressure test è la pasta ed il tempo a disposizione: solo 14 minuti, più 5 in dispensa prima e 2 di impiattamento dopo, per preparare il piatto di pasta della salvezza. Christian prepara un piatto un po’ strano, un po’ straniero lo definirei, dove la pasta è un contorno alla rana pescatrice, ma ai giudici piace, quindi gli vale la salvezza. Carmine, finalmente, cucina con il cuore un piatto dedicato a suo nonno, piange – sembrava strano eh -, Cannavacciuolo si scioglie e lo manda in balconata. La sfida quindi è tra due carbonare – che dirgli carbonara è un’offesa per tutti i romani – : quella di Federico che si chiama Quando il mare incontra la carbonara ed è un piatto con dentro sessantasette pesci diversi, il guanciale e l’uovo fritto; quella di Lia invece si chiama Carbonara di lago con Nico e ha dentro la trota salmonata affumicata, il pancotto, le zucchine fritte e le uova di salmone. Ora, prima di parlare dell’eliminazione una cosa la voglio dire: noi romani siamo molto suscettibili, è vero, sulla carbonara, però sappiamo capire quando è cosa buona e giusta accettare e apprezzare una rivisitazione e quando no. Questa volta è decisamente no, anche solo per il fatto che la Carbonara è una delle paste più semplici in circolazione: pasta, uovo, guanciale, pecorino, pepe. Questo è, no trota affumicata e zucchine fritte e pane e pesci misti e chi più ne ha più ne metta. Ok, fine della parentesi.
Alla fine della fiera, nel verso senso della parola, è Federico a dover abbandonare la cucina ma più che per il piatto, la ragione è la sua incapacità di ascoltare il consiglio primario degli chef, in particolare di Barbieri: mettere meno roba nei piatti. Lia invece raggiunge Nicky Brian – ma veramente? -, Christian, Tracy e Carmine in balconata. Ecco quindi la TOP 5 di questa edizione. -1 alla finale. Siete emozionati?