I mestieri del cibo: scegli il tuo mestiere tra le professioni del food
Negli ultimi anni, la moda del food è diventata così importante che i lavori legati all’ambiente sono aumentati a dismisura, e ce ne sono davvero di strani.
Negli anni ’90 tutti volevano fare i chitarristi grunge, i batteristi grunge o i DJ. Quest’ultimo sembrava il mestiere più esclusivo del mondo e per inseguire il sogno, i giovani passavano interi pomeriggi a remixare Perché lo fai di Marco Masini, sperando di creare la versione disco-dance dell’anno. Per fortuna arrivarono gli anni ’00 e, la combinazione crisi economica + La prova del cuoco ci ha fatto capire che il lavoro del nuovo millennio non era né la valletta televisiva né il calciatore, ma una qualsiasi professione che potesse metterci a contatto con il cibo. Non importa a che livello, dove e per chi, l’importante era (ed è oggi) essere food-qualcosa o gastro-qualcos’altro.
Da allora, è i caos: i genitori ritirano i figli dal liceo classico e li costringono a fare l’Istituto alberghiero, le nonne in cucina diventano le nuove icone pop e, finalmente, gli agricoltori fanno un avanzamento nella scala sociale. Tutti aggiornano il curriculum aggiungendo all’attuale posizione lavorativa la propria esperienza professionale in ambito food, tipo: ho fatto un corso per il riconoscimento dell’olio dal burro; ho curato l’ufficio stampa della sagra delle gallette di riso; viaggio spesso in India per seguire la raccolta dei fichi.
Siamo vittime del food system a tal punto che a pochi giorni da Expo 2015, affermare di lavorare in ambito food inizia col non stupire più di tanto. Nonostante sembri saturo, il mercato è ancora vivo e la richiesta non manca. Ecco perché abbiamo raccolto l’elenco delle principali professioni food più incredibili del momento.
Food Stylist
È uno dei primi lavori che ha creato un alone di mistero e sensualità intorno al cibo. Il food stylist è la persona che veste il cibo, gli dona un forma appropriata e studiata nei minimi dettagli. Molti ristoranti studiano dei menu che vengono poi affidati a questi professionisti dell’impiattamento che garantiscono il migliore impatto mantenendone l’identità. Pare una roba facile ma dietro questa professione serve la conoscenza del prodotto, della storia dell’arte e dell’architettura. Perché col cibo non si scherza mica. Poi ce la parte ludica: quando il piatto deve finire sulle pagine patinate di una rivista o nella pubblicità di un prodotto in tv, il food stylist può usare, se lo ritiene opportuno, gli stessi attrezzi di una parrucchiera a domicilio. Lacca, cere e quel che serve per fare in modo che quell’alimento sia come molti vip: finto ma perfetto.
Food blogger
Forse il mestiere non mestiere su cui, nemmeno chi lo pratica, sa dare una chiara definizione. Molti si fregiano di questo marchio, altri se ne guardano bene, e pare che unico comune denominatore per tutti sia l’impossibilità di vivere di questo. La (o il ) food blogger standard è colei (o colui) che auto-produce contenuti in casa, soprattutto ricette. Esiste poi una versione Premium che, attrezzata o naturalmente dotata di buon gusto, ha elevato questa produzione home made a qualcosa di più ricercato. In entrambi i casi, i guadagni provengono dall’attenzione di alcuni brand che sostengono e a volte finanziano le blogger con un ritorno in termini di visibilità sui loro canali social e siti.
Food writer
Ci chiediamo più o meno tutti se ci sia differenza dal lavoro specificato prima. Si, in realtà c’è. Il food writer è come un giornalista specializzato nel campo del cibo. Esprime pareri sugli avvenimenti legati al food e li racconta. Va nei ristoranti, fotografa tutte le portate e scrive la sua recensione. Insomma, è quel soggetto che trovi in giorno per eventi e appuntamenti sempre pronto a twittare e intervistare questo chef o quel personaggio. La domanda che ci poniamo con i food writer è sempre la stessa: chi ti ha titolato a parlare di food? La risposta è dentro di noi, e spesso è sbagliata (cit. Corrado Guzzanti).
Food strategist
Non abbiate paura. Il nome è duro ma il lavoro è divertente. Per spiegare il mestiere del food strategist basta pensare a quanto sia bello finire qualsiasi impegno con un pasto, tutti insieme. Il food strategist è un po’ questo: cura le relazioni online, crea rumors e conduce un lavoro che raggiunge il suo culmine con un’attività conviviale legata al cibo. Un PR del cibo. Tutti nel nostro piccolo siamo dei food strategist. La differenza la fai se inizi a farlo facendoti pagare.
Forager
Dal foraging è nata una professione recente che anticamente praticavano un po’ tutti come attività del tempo libero. Si tratta di un lavoro che richiede la conoscenza di funghi, erbe, fiori, cortecce spontanee e selvatiche distinte e differenti per ogni territorio. Oggi fare foraging è qualcosa che avvicina molto l’uomo alla natura. Mia nonna non conosce la parola foraging ma mi raccontava sempre che una borsa di minestra selvatica, la comprava 5.000 lire direttamente dalla vicina di casa che scalava i monti. E sai quello che mangi, aggiungeva. Se lo dice nonna!
Food explorer
Eppure qualcuno che ci porti le stranezze dal modo o scovi nuove piante di cacao, deve pur esserci. Ecco il mestiere del food explorer, soggetto molto competente in botanica ma dal gusto raffinato e capace di intuire i trend. È un mestiere davvero bello che porta al viaggio e alla conoscenza di prodotti a noi sconosciuti. Caffè, spezie e frutti esotici sono di sicuro i prodotti più fiutati da questi personaggi che, a furia di viaggiare così tanto, saranno bravi a trovare bacche in giro per il mondo, ma mai una pizzeria aperta a Milano la domenica sera. Per dire.
Sommelier
Cos’è e cosa fa un sommelier già lo sappiamo: ha studiato per diventare conoscitore di vino, ha bevuto per approfondire la sua passione, ha viaggiato per conoscere produttori e vistare cantine. Il passo subito successivo all’amatoriale, corrisponde per il 90% delle volte a un lavoro di 10 ore al giorno, sere e festivi inclusi, nella sala di un grande ristorante. In piedi, spesso includendo anche il servizio dei piatti e l’aiuto alle altre figure di sala. Il sommelier, signori, è un lavoro al pubblico di grande competenza e molto faticoso. Da prendere davvero sul serio.
Sommelier dell’olio
La cronaca urla che non c’è più olio d’oliva mentre alcuni si lanciano in corsi che ti permettono di diventare un degustatore professionista di olio. In effetti l’olio, essendo un grasso, è uno dei prodotti più difficili da studiare in natura e capire la bontà di un extra vergine di oliva non è affatto semplice. Se riesci a superare l’imbarazzo dello strippaggio, allora sei idoneo a sostenere il corso. Per la cronaca, lo strippaggio non ha a che fare con il togliersi i vestiti ma è una tecnica di degustazione che permette ai sentori dell’olio di distribuirsi tra bocca, gola e naso.
Sommelier dell’acqua
O come ha fatto Martin Riese (il signore terribilmente in forma della foto sopra), potreste diventare addirittura degustatori d’acqua. Sicuramente rispetto a chi degusta vino o olio ci guadagnate in salute. Sulla credibilità con amici e parenti, beh, parliamone…
L’elenco potrebbe allungarsi di un bel po’ menzionando i mestieri più conosciuti, come giornalisti e critici enogastronomici, i comunicatori di aziende alimentari e gli uffici stampa dei ristoranti. Oppure insistendo con quelli più incredibili come i dog-food tester che si occupano di testare il cibo per i nostri animali, fino ad arrivare a tutti quei soggetti che, di mestiere, assaggiano e testano i prodotti delle industrie alimentari. I chewin gum chewer (masticatori di chewing gum), per fare un esempio. E poi i più classici: cuochi, secondi cuochi, cuochi di brigata, camerieri di sala e avanti così. Qual è la tua scelta?
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