5 modi alternativi per servire l’anguria
L’anguria, fresca e succosa, è uno dei frutti più amati della stagione estiva. Vi consigliamo 5 modi alternativi per servirla, dalla colazione al dopocena.
Anguria, cocomero, melone d’acqua: chiamatela come volete, tanto sempre cucurbitacea è. Un frutto icona dell’estate che, nonostante le dimensioni, si trova ovunque, anche al fresco sulla battigia, visto che in borsa frigo non entra. La popolarità di questo frutto ha dato origine anche a un bisticcio di terminologia, tanto da creare incertezza su quale sia il nome corretto.l'anguria è conosciuta con molti nomi, spesso di origine dialettale, ma botanicamente il più usato è cocomero Tutti i termini utilizzati sopra sono da considerarsi corretti, anche se alcuni hanno una derivazione dialettale. Tuttavia il termine botanicamente più usato è cocomero. Questo frutto di origine africana cresceva in abbondanza nel deserto del Kalahari e nel 900 era già noto anche in Cina, mentre in Europa fa la sua comparsa intorno al 1200. Come per tutte le cucurbitacee (melone, zucchina, zucca, cetriolo), anche il cocomero si origina da un’erbacea annuale, pianta che fruttifica una volta l’anno per poi concludere il ciclo di vita. Il frutto che ne deriva può raggiungere dimensioni notevoli (arrivando a pesare anche fino a 20 Kg) con forma ovale, rotonda o, anche se non del tutto di chiara origine, quadrata. La struttura dell’anguria si compone di una buccia resistente di colore verde scuro con striature chiare; la polpa è la parte preponderante del frutto e ha un colore che può raggiungere diverse tonalità del rosso ma, in certi casi, può tendere al bianco; all’interno della polpa sono dispersi i numerosi semi.
A determinare l’aspetto del cocomero intervengono la varietà e le condizioni colturali in cui cresce. Le varietà si differenziano in base alla precocità di maturazione, il contenuto di zucchero, la pezzatura e la resistenza a conservazione. l'anguria quadrata nasce da un esperimento italiano non brevettato e poi ripreso dai giapponesi Tra le più note c’è l’anguria di Siracusa, inserita dal Ministero delle Politiche Agricole e Agroalimentiari nell’elenco delle P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tradizionali): si tratta di una tipica varietà coltivata nella provincia da cui prende il nome, capace di dare frutti di dimensioni medie (7-10 Kg), di forma ovale e con notevoli caratteristiche aromatiche. Diverso è il percorso dell’anguria quadrata che non è una varietà ma nasce da un esperimento italiano non brevettato e successivamente ripreso dai giapponesi: unico vantaggio di questo frutto è quello di ottimizzare gli spazi di trasporto, essendo più comodo per lo stoccaggio. A oggi il maggiore produttore di cocomero risulta essere la Cina; noi italiani ci difendiamo bene con le coltivazioni del Sud, che si svolgono in campo aperto e che occupano circa 14.000 ettari di terreno.
L’anguria è un frutto tipicamente dissetante: ha un contenuto di acqua molto elevato che può arrivare al 95% del totale; questo lo porta a essere poco calorico (circa 30 Kcal per 100 g) con un contenuto di zuccheri, specie fruttosio, che è circa del 7%. Poco rilevante anche il contenuto di sali e vitamine: i più presenti sono potassio e vitamine A, C, B e B6. Riconoscere una buona anguria sembra piuttosto difficile: bisogna sempre puntare sui frutti ben maturi e dalla buona pezzatura. Se avete orecchio, provate a bussare contro la buccia: se vi risponde un si bemolle (un rumore pieno), avete trovato quello che fa per voi.
Anche se l’attenzione per l’anguria da parte dei consumatori è elevata, le caratteristiche acquose la rendono un frutto poco duttile in cucina. Tradizionalmente lo si mangia fresco a morsi, ancora meglio se la fetta è tanto grande da permettervi di sporcarvi tutta la faccia: il godimento raddoppia. Durante la stagione estiva in tutta Italia spuntano piccoli ritrovi dove è possibile consumare una fetta di anguria gelata: piccole oasi di refrigerio in centro città o punti di ritrovo lungo le spiagge. Consumarla in purezza è un’ottima idea, ma non possiamo non consigliarvi 5 modi alternativi per usare l’anguria in cucina.
- Gelo di anguria. Un dessert tipico dell’estate siciliana: persino Il Gattopardo ne fa menzione. Prepararlo è davvero semplice: si tratta di ricavare il succo dell’anguria, aggiungere amido di frumento e zucchero, cuocerlo appena a fiamma moderata e lasciarlo riposare in appositi stampini, come fosse un budino. Si tratta di uno dei pochi dessert in cui è possibile utilizzare l’anguria senza che ci sia dispersione di gusto.
- Grigliata con il rosmarino. Pensavate fosse un rametto utilizzabile solo per il pollo al forno? Invece questo arbusto aromatico è perfetto anche per l’anguria grigliata: prendete delle fette spesse di anguria, mantenete la buccia e, se possibile, eliminate tutti i semi che potete. Spennellate con olio aromatizzato al rosmarino e passate alla griglia: un contorno perfetto per un barbecue a base di carne di maiale.
- A colazione. Svegliarsi la mattina e trovare in frigorifero uno yogurt con anguria è possibile e anche molto buono: basta preparare una gelatina al cocomero e acquistare dello yogurt greco. Preparatene dei bicchieri monoporzione e le giornate d’agosto partiranno con il piede giusto. Per una soluzione rapida condite dei cubetti di anguria con lo yogurt bianco.
- Perle nell’ostrica. L’ostrica viene sempre consumata con pochi ingredienti attorno, spesso nessuno, perché il suo gusto è molto particolare ed è bene lasciarlo in purezza. L’anguria solitamente possiede un sapore tenue, quindi perché non ricavarne piccole palline da accostare alle ostriche? Anche il celebre ristorante spagnolo El Bulli di Ferran Adrià nel 2006 proponeva l’accostamento di forti sapori di mare con questo frutto. E se lo dice lui…
- Miami Beach. Non poteva mancare l’appuntamento alcolico, in questo caso un Frozen Miami Beach reso speciale con il cocomero. Servono ghiaccio, Passoa, Malibu, succo tropicale, una fetta di anguria e fragole fresche: frullate tutto e rimediate un bicchiere Margarita. Non importa dove vi troviate, non appena farete il primo sorso l’ambiente circostante si trasformerà in una spiaggia tropicale piena di bella gente.
Mark Twain definiva il cocomero come il primo dei lussi del mondo. Volete per caso dargli torto?
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