5 twist sul Negroni, per celebrare il cocktail più ordinato al mondo
Il Negroni festeggia i 103 anni dalla sua invenzione diventando il cocktail più ordinato al mondo: ecco 5 twist da provare subito.
Per chi se la fosse persa, la notizia è questa: il Negroni è il cocktail più ordinato al mondo. A 103 anni dalla sua invenzione a opera del Conte Negroni, a Firenze, la rivista Drinks International che ogni anno fa la classifica dei cocktail più richiesti, ha registrato nelle scorse settimane il superamento di un altro amato intoccabile, l’Old Fashioned. Un classico del bere italiano è dunque adesso in cima alle classifiche dei più venduti. È la conferma di una tendenza globale a bere italiano? Non proprio, “perché ormai il Negroni è da tempo icona planetaria” commenta il barman Luca Picchi. Il Negroni super l'Old Fashioned come cocktail più richiesto secondo Drinks InternationalFiorentino, bar manager al Caffè Gilli, scrittore curioso e ricercatore, Picchi è il più importante esperto al mondo di Negroni a cui ha dedicato diversi saggi e un libro per Giunti, Negroni Cocktail. Una leggenda italiana, vera bibbia per chi vuole sapere tutto, ma proprio tutto, del celebre drink. “È un grande traguardo, non ci avrei mai scommesso anni fa ma è un risultato che viene da lontano” spiega. Perché a decretarne il successo nei bar è stata certamente la ricetta, semplice e già classica, 3 cl di gin, 3 cl di vermouth e 3 di bitter (Campari innanzitutto) ma a fargli scalare le classifiche ha contribuito il revival vissuto negli ultimi 20 anni, ovunque nel mondo, dei singoli ingredienti che lo compongono. È iniziato tutto con la riscoperta del gin. Un fenomeno planetario che ormai vede migliaia di piccole etichette artigianali sparse in ogni angolo del globo. Poi la voglia di tornare ai vermouth della tradizione italiana e piemontese e infine il bitter che oltre ai grandi nomi delle multinazionali, come Campari, conta adesso una galassia di piccole e medie label, soprattutto italiane, commercializzate ovunque.
“La diffusione di tecniche e standard di servizio comuni nei bar di mezzo mondo e la crescita di una community globale che condivide il proprio lavoro, sta permettendo il diffondersi di trend e prodotti e questo certamente ha aiutato la diffusione di questo straordinario drink che ha un grande futuro, ormai oltre i confini del nostro Paese, nella sua formula classica e nei twist con gli spirits locali” aggiunge con orgoglio Picchi. Lui non è un purista, anzi, di twist sul Negroni ne ha inventati tantissimi e si diverte a crearne sempre di nuovi: “Ben vengano purché siano codificati, che rispettino almeno 2 ingredienti su 3, senza eccessi. Insomma la riconoscibilità, l’anima negroniana va rispettata!” conclude con una risata. Il suo preferito, creato 3 anni fa è il Neg Mex che ha dedicato al Messico, affascinato dal mezcal, per il suo tono erbaceo e affumicato: “Ho sostituito il gin con il mezcal, poi bitter Campari, un po’ di liquore al caffè, un nostro bitter homemade con tabasco, per dare una punta di piccante, e vermouth rosso Antica Torino. Lo servo on the rocks e per decorazione uso lemon peel e un marshmallow alla vaniglia e mirtillo, tostato, che richiama l’affumicatura dello spirito messicano”. E a proposito di twist abbiamo chiesto a 5 bar e bartender quali propongono nel loro locale per celebrare il passato, presente e futuro di questo mitico drink italiano a cui auguriamo altri 100, 1000 anni di successi.
Ghost Negroni, Il Locale, Firenze
Non si può non partire dalla patria del Negroni, Firenze. Qui, tra i cocktail bar più interessanti della città c’è Il Locale, nello storico Palazzo Concini, appena entrato nella classifica estesa dei World’s 50 Best Bars, al n.51. Da sempre il bar ha dedicato un certo spazio in menu sia al classico Negroni che ai suoi twist. Il bar manager Matteo Di Ienno propone una versione dry trasparente per questo tributo al successo del classico fiorentino.
Ingredienti:
3 cl London dry gin
3 cl vermouth distillato in rotovapor
3 cl bitter distillato in rotovapor
4 dash bitter di genziana
Preparazione:
Versione dry del classico fiorentino, si presenta completamente trasparente. Il garnish evaporato di vermouth e bitter va sul fondo del bicchiere aggiungendo un tocco di colore.
L’Immortale, Bar Hotel Hassler, Roma
Ispirato al film L’Immortale di Marco D’Amore del 2019, questo twist sul Negroni è stato realizzato da Stefano Santucci, head barman dell’Hotel Hassler di Roma per festeggiare i suoi 13 anni in uno degli alberghi più fotografati in città. Siamo in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, Piazza di Spagna, nel cuore del centro storico. Il bar con gli arredi dai colori caldi in cuoio e legno scuro, ricorda certe atmosfere degli anni Quaranta, dove si potrebbero incontrare per caso Humphrey Bogart e Audrey Hepburn seduti al bancone. Ma anche l’attore Marco D’Amore e il regista Quentin Tarantino, che hanno davvero avuto un incontro al bancone di questo bar in occasione di una visita di Tarantino a Roma per la promozione di un suo film. Da qui l’ispirazione di creare un twist del classico Negroni, intramontabile, immortale, proprio come la figura di Ciro Di Marzio, personaggio della serie Gomorra interpretato proprio da Marco D’Amore nel suo film.
Ingredienti:
2 cl Ramsbury Gin
2 cl Campari
2 cl Carpano Antica Formula
2 cl Spremuta di Melograno
2 gocce di sciroppo homemade al rosmarino
Preparazione:
On the rocks, in un bicchiere basso Old Fashioned. Il Ramsbury Gin, inglese, dai toni floreali con finale rinfrescante e tono speziato, si unisce quindi al bitter del Campari e al dolce del vermouth. Come garnish un rametto di rosmarino, chicchi di melograno e una grattata di pepe nero lungo del Bengala che dà un tocco piccante.
Il Conte Chestnut, Ch 1887, Roma
Nel cocktail bar dello storico ristorante Checchino dal 1887 a Roma nel quartiere Testaccio, il bar manager Simone Mina si è ispirato al film I segreti del bosco vecchio di Ermanno Olmi, del 1993 per questo twist inserito nella lista Museum Liquidus. Come, entrando nel Bosco Vecchio, il protagonista viene irretito dalla magia del posto e del vento, così questo drink, grazie alla carica aromatica dei suoi ingredienti, conduce a passeggio in uno bosco magico.
Ingredienti:
3cl bourbon Jim Beam
3cl Martini Riserva Speciale Ambrato
3cl Amaro al castagno Sarandrea
Preparazione:
Con la tecnica dello stir&strain, freddate un mixing glass con del ghiaccio che andrà successivamente rimosso. Versate tutti gli ingredienti e con un barspoon mescolate leggermente. Aggiungete del ghiaccio fino a riempire e mescolate nuovamente per qualche secondo. Versate il contenuto all’interno di un bicchiere old fashioned precedentemente freddato. Le note secche e di nocciola del bourbon del Kentucky, Jim Beam, si legano bene con il profumo e il sapore dell’amaro alle castagne in un effetto di sottobosco aromatico al palato, ingentilito dalle note vinose e di miele di un grande vermouth ambrato. Guarnite con orange peel.
Fig Leaves Negroni, Carico, Milano
Nella zona dei Navigli, Carico ha saputo ricavarsi uno spazio speciale tutto suo per intenditori veri di drink ben fatti con tante preparazioni homemade. Il bar manager Dom Carella e la sua squadra continuano a inventare. L’ultima novità è la Martini Room per veri martiniani intenditori, che rende onore al classico, con guest bartender da tutta italiana. Disponibile anche un menu di piatti, ideali come side ai cocktail.
Ingredienti:
3 cl bitter Campari
4 cl Mancino vermouth rosso
2 cl Tanqueray Ten gin
Preparazione:
Preparate un batch che verrà infuso poi per 48 h con foglie secche di fico. Una volta pronta l’infusione lavorate 9 cl di prodotto come fosse un Negroni classico. In stirring o throwing, come preferite, e servitelo in ghiaccio. Guarnite con una foglia di fico fresca modellata a vostro piacimento.
Endgame, Mandarin Bar &Bistrot, Mandarin Oriental Hotel, Milano
Già pronta la nuova lista del Mandarin Bar & Bistrot di Milano, all’interno dell’hotel Mandarin Oriental. È la prima firmata dal nuovo direttore, Guglielmo Miriello, prima al Ceresio 7. La lista cocktail si compone di quattro sezioni. La prima è Mandarin Oriental Legacy, un vero e proprio omaggio ai cocktail simbolo dei mitici bar dei Mandarin Oriental di Singapore, Bangkok e Hong Kong, amatissimi dagli intenditori e tuttora in cima alle classifiche. Ci sono poi i Masterpieces, cinque cocktail leggendari proposti sia in una versione rinnovata oppure, per i puristi, seguendo la ricetta classica. I Mandarin Oriental Fancy Cocktails sono i drink ideati dai bartender del Mandarin Bar & Bistrot e infine i No-Hangover Drinks, una studiata selezione di cocktail analcolici di grande livello. La lista si completa con una selezione di vini, distillati, aperitivi e bitter, birre, liquoristica e le Delizie da condividere ideate dall’Executive Chef Antonio Guida, per accompagnare. Qui Miriello propone uno dei drink della lista Legacy, l’Endgame, dal bar The Aubrey del Mandarin Oriental di Hong Kong. Si tratta di un cocktail ispirato al gioco degli scacchi, che rivisita il classico italiano con tequila Casamigos Blanco infusa al wasabi, bitter Campari, vermouth Carpano Antica Formula e tintura di pepe di Sichuan.
Ingredienti:
25 cl tequila Casamigos Blancos infusa al wasabi
25 cl bitter Campari
25 cl vermouth Carpano Antica Formula
3 gocce di tintura di pepe di Sichuan
Preparazione:
Per il tequila al wasabi: prendete 3 g di pasta wasabi e 100 ml di tequila. Mescolate in un frullatore e trasferite il tutto in un contenitore, copritelo e lasciatelo riposare una notte in frigo. Per la tintura di pepe di Sichuan: 1g di pepe di Sichuan e 10 parti di high proof liquid. Lasciate in infusione per un’ora a temperatura ambiente, filtrate, imbottigliate. Mescolate tutti gli ingredienti e filtrate in un bicchiere con un unico grande cubo di ghiaccio. Guarnite con scorza d’arancia.