Alluvione nelle Marche: parte la raccolta fondi
L’alluvione dello scorso giovedì ha devastato le Marche e Senigallia è la città colpita: è partita la raccolta fondi.
L’improvviso e inaspettato disastro ambientale che ha colpito le Marche lo scorso giovedì ha provocato vittime, feriti, sfollati, dispersi e danni incalcolabili ad abitazioni e attività produttive. L’alluvione e la conseguente esondazione del fiume Misa hanno travolto le strade delle città marchigiane, interrotto le linee ferroviarie e compromesso la quotidianità di migliaia di persone. Il territorio più danneggiato è stato quello dell’area di Senigallia, dove detriti, rami e fango trascinati dal torrente hanno indistintamente inondato e investito case e locali. I danni sono ancora incalcolabili ma quasi nessuno dei bar e ristoranti della zona è stato risparmiato. Infatti, il settore della ristorazione è stato fortemente coinvolto in questa drammatica situazione.
Alcuni dei dipendenti del ristorante due stelle Michelin di Moreno Cedroni, la Madonnina del Pescatore, hanno assistito alla violenta e spaventosa tempesta. La moglie dello Chef, Mariella Organi, ha affermato che “l’acqua non smetteva di scendere pesante e le strade erano torrenti. Dopo il servizio serale abbiamo scelto di non mandare a casa alcuni dei dipendenti, specie i giovani che in motorino non avrebbero potuto affrontare il maltempo. Sono rimasti nelle nostre strutture”. Per una questione di pura fortuna, nonostante alcuni guasti l’eccellenza ristorativa della città di Senigallia e il bistrot, Anikò, sempre di proprietà della famiglia Cedroni, si sono salvati.
A scampare la tragedia anche il ristorante di Uliassi, chef tre stelle Michelin, che ha descritto la rapidità dell’alluvione a cui ha assistito incredulo. “Stanotte è stato terribile: la bomba d’acqua è partita 30-40 km più a nord, nell’entroterra. Il fiume, alle 9, era proprio a zero, ci saranno stati 30 cm di acqua. C’erano perciò argini e margini di almeno 4 metri. A mezzanotte però il corso d’acqua già era pieno e veniva giù di tutto, anche se lentamente. Ci potevi camminare, sulle cose che c’erano. L’acqua ha spostato un ponte proprio davanti al nostro ristorante” e ha continuato “Poi è arrivata l’onda che ha esondato e che ha portato il fiume fuori dagli argini, arrivando almeno a 5 metri. Quando esonda e supera gli argini la città rimane tutta sotto. Poi l’acqua si è riversata verso il mare. Locali e alberghi nella fascia di 500-600 metri da noi sono rimasti tutti intrappolati con 60 cm di acqua”.
Completamente allagata, con macchinari e pezzi d’arredamento rovesciati, invece, la gelateria di Paolo Brunelli in via Carducci, sempre a Senigallia. Il proprietario del locale ha pubblicato un video per mostrare la drammaticità della situazione e ha detto “Siamo in mezzo al fango e il negozio è tutto distrutto. Certo, di fronte alla tragedia dei morti noi siamo fortunati ma vedere il negozio così fa male. Tutto è successo all’improvviso, senza che ci fosse nemmeno un’allerta meteo” e ha concluso “A Senigallia il maltempo è arrivato dopo rispetto ai paesi intorno. Fino alle dieci di sera nella pizzeria di fronte al mio locale c’era ancora gente che mangiava. Poi la bomba d’acqua è arrivata anche qui e la piazza qui di fronte è diventata una piscina di fango con i tronchi che galleggiavano”. Con la forza d’animo che lo contraddistingue, il gelatiere e cioccolatiere apprezzato in tutta Italia, ha ancora affermato “Ci rimboccheremo le maniche e ricominceremo ma tutto il negozio è da buttare, tutti i macchinari sono compromessi. Non sarà possibile aggiustarli. Ma il nostro pensiero va alle vittime di questo disastro, quella è la tragedia vera. Il business in qualche modo si ricostruisce, anche se non ci voleva, ma siamo forti”.
È per dare sostegno a tutti coloro che stanno vivendo questa emergenza che è partita una raccolta fondi. Per donare, potete visitare il sito e trovare le informazioni necessarie. Per ora, le precipitazioni si sono arrestate ma bisogna pensare al suolo, già provato e fragile. Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione, approvando un primo finanziamento di cinque milioni ma per Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia, uno degli aspetti più critici resta la mancanza di previsione adeguata, più che di prevenzione e il giorno dopo la disgrazia ha fatto sapere “Ieri non siamo stati allertati, non ne sapevamo nulla. Anche se avessimo avuto un alveo pulito, la situazione si sarebbe verificata ugualmente, perché la quantità d’acqua che è arrivata e la rapidità erano eccezionali”.
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