Briatore, Sorbillo e la polemica sui costi della pizza napoletana
La polemica sui prezzi delle pizze del Crazy Pizza, la catena di ristoranti di Briatore, continua. Ecco la reazione dei pizzaioli napoletani.
Flavio Briatore, l’imprenditore noto per la sua impertinenza, continua a far parlare di sé. Questa volta, però, le critiche che gli sono state rivolte riguardano il menu del Crazy Pizza, la sua nuova catena di ristoranti.
Londra, Monte Carlo, Milano e Roma sono le sedi in cui è possibile leggere i prezzi fuori mercato delle sue proposte enogastronomiche. A fare il giro del web e scatenare la polemica, infatti, è stato il costo delle pizze del punto vendita di Milano dove una marinara viene 13 euro, una margherita 15, una classica bufalina 19 euro. Per un calzone pomodoro e mozzarella, invece, bisogna tirare fuori 23 euro, ma anche 65 euro per una pizza col Patanegra, 45 con bufala e tartufo, 24 per una cotto e funghi. Il listino, considerato decisamente esagerato, non è piaciuto al popolo social che si è scagliato contro il patron del Billionaire, criticandolo aspramente.
In seguito all’esplosione del dibattito, Briatore non ha perso l’occasione per dire la sua e ha risposto così all’Adnkronos “Ognuno al Crazy Pizza può spendere poco o tanto. Dipende da quello che prende. Diamo la possibilità alla gente di bere dei vini importanti, mangiando una pizza, ma c’è un menu, ci sono i prezzi e ognuno prende quello che vuole. Se prendi un Sassicaia il prezzo sale, se prendi un’acqua minerale o una coca light il prezzo è diverso” e ancora “La polemica nasce solo perché c’è qualcuno che fa qualcosa di nuovo e ha successo. Noi siamo già prenotati fino a fine giugno. È la risposta del cliente che ci interessa. Tutto il resto è aria fritta”. Poi, con un lungo intervento su Instagram ha continuato a difendere i suoi prezzi lanciando un’invettiva contro gli altri pizzaioli. “Chi fa pagare una pizza 4-5 euro cosa ci mette dentro?” ha sottolineato, insistendo sulla scelta delle materie prime di qualità, e in modo irriverente ha concluso “L’Italia è un paese di gelosi. Noi andiamo benissimo. Ragazzi siete degli invidiosi e io vi adoro perché mi fate una pubblicità della Madonna. Io sono un genio e voi non lo siete”.
Gino Sorbillo, maestro pizzaiolo di successo, è immediatamente intervenuto nel dibattito. Dalle pagine del Corriere della Sera, ha commentato “Briatore? In questo settore è l’ultimo arrivato. Sfrutta la notorietà dei pizzaioli napoletani e della pizza per accreditarsi e farsi pubblicità. E considerato il clamore che hanno suscitato le sue affermazioni c’è da dire che è riuscito nel suo intento”. Per Sorbillo, la pizza è un alimento popolare che deve essere venduta a prezzi popolari. “Nonostante i rincari, i costi delle materie prime si conoscono. Personalmente uso i migliori pomodoro San Marzano e un grande olio extravergine. Se volessi aggiungere caviale o Patanegra non avrei problemi ma non lo faccio per non snaturare l’identità popolare della pizza”. Il pizzaiolo a ha, inoltre, affermato che Briatore è libero di impostare la sua attività come crede. “Magari con 30 clienti al giorno riesce a far quadrare i conti. Per me ce ne vogliono almeno 300. Da noi deve poter venire anche lo studente, il pensionato, il disoccupato. Non ci basiamo sulle amicizie di persone facoltose come può fare Briatore”. Infine, a esprimere il suo dispiacere c’è stato anche Antonio Pace, presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletano. “Nei video pubblicati sui social per rispondere alle critiche, Briatore non ha mai citato il fatto che per fare la vera pizza napoletana bisogna seguire delle regole ben precise. Quelle stabilite dal disciplinare dell’associazione, fondata nel 1984 con Lello Surace riunendo i più importanti e rinomati pizzaioli dell’epoca”. E ha ribadito “Per noi che amiamo la pizza e la divulghiamo nel mondo, è lei a essere al centro della scena, tutto il resto è contorno”.