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Carlo Cracco apre a Roma un nuovo ristorante

di Giulia Tosoni 18 Luglio 2023 11:00

Lo chef stellato e personaggio televisivo è pronto a portare la sua cucina nella Città Eterna, all’Hotel 5 stelle lusso Corinthia Rome, in zona Parlmento.

Il gruppo Corinthia è pronto ad aprire il primo hotel in Italia, più precisamente a Roma, e per l’occasione ha deciso di affidare a Carlo Cracco la ristorazione della struttura, partendo dalla colazione per arrivare alla cena.

Hotel Corinthia Rome

La struttura, che sorgerà verso la fine dell’anno in zona Parlamento, dove prima si trovava il Palazzo della Banca d’Italia, è pronta a far gestire la parte di food and beverage al famosissimo chef stellato.

L’hotel ospiterà suite di lusso, ristoranti, bar, giardino e una spa. Il Ceo di Corinthia, Simon Naudi, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti di aver concluso questi accordi come sviluppatori e operatori, aggiungendo un’altra bandiera al nostro portafoglio in una delle città più visitate al mondo.

Cosa proporrà Cracco?

In un’intervista al quotidiano La Repubblica, lo chef ha affermato di voler far sedere a tavola i romani e gli stranieri, proponendo una cucina in grado di soddisfare chi a Roma vive e chi invece viene per vedere la città. “Sarà uno spazio aperto a tutti pur essendo all’interno di un hotel 5 stelle lusso, non solo un ristorante. Voglio ripetere la formula della Galleria a Milano, un servizio che comincia alla mattina e finisce alla sera tardi“.

Cracco ha inoltre aggiunto: “Per la Capitale è il momento giusto per alzare il livello della proposta qualitativa”. L’esperienza nella città meneghina post covid ha portato lo chef a vedere questa avventura come una grande opportunità per la ristorazione romana.

La ristorazione e le istituzioni secondo Carlo Cracco

Nell’intervista, Carlo Cracco afferma che il mondo della ristorazione non sta benissimo: “Continuiamo a non avere un ruolo importante a livello istituzionale. Il cibo è cultura eppure siamo ancora considerati effimeri”. La colpa però, non andrebbe addossata solo alle istituzioni, lo chef individua il mondo della ristorazione come il colpevole: “Noi abbiamo le nostre colpe, e tante perché siamo frammentati. Non riusciamo a fare squadra”.