Boom cibo sintetico: il business cresce vertiginosamente
Il mercato dei cibi modificati è in continua crescita: dovrebbe arrivare a sfiorare i 750 miliardi di dollari di fatturato nel 2027.
Si è parlato molto, in questi ultimi anni, del cibo modificato in laboratorio un mercato che comprende, oltre alla nota carne sintetica, anche i prodotti arricchiti di alcune sostanze nutritive o privati di altre. Il trend di crescita medio annuo è del 6,9% e pare che, entro il 2027, questa fetta di mercato riuscirà a sfiorare i 750 miliardi di dollari; cifre da capogiro insomma. I dati statistici provengono da Area studi Mediobanca che ha dedicato un report all’argomento: i cibi sintetici stanno, infatti, attirando una sempre crescente curiosità da parte degli investitori, desiderosi di fare parte di un business in continuo sviluppo. Anche le farine di insetti rientrano nella macro categoria dei novel food, insieme agli integratori alimentari e cibi per il controllo del peso e per i bambini. La categoria più consistente è quella dei cibi per il controllo del peso, che già vale 214 miliardi di dollari, seguita dagli integratori che valgono a livello globale 140 miliardi. I baby food arrivano a 73 miliardi, mentre le specialità vegan fatturano 25 miliardi e hanno il tasso di crescita atteso più alto, intorno al 9%. E l’Italia come si sta approcciando a questa nuova realtà alimentare?
Anche nel nostro paese l’interesse verso i cibi nuovi è in crescita e si sta sviluppando, soprattutto tra coloro che hanno più occhio alla salute, sia propria che dell’ambiente. Ovviamente, dall’altro lato, i produttori e gli allevatori vecchio stile la pensano diversamente, dato che questi nuovi prodotti sembrano destinati a sostituire del tutto la maggior parte dei vecchi, in primis carne e latte di mucca. Abbiamo detto che i cibi modificati sono la scelta, soprattutto di chi vuole bene al pianeta, perché, appunto produrli al posto dei cibi tradizionali permette di risparmiare ingenti risorse; ad esempio, sostituendo la carne animale – da allevamenti intensivi – con quella sintetica si realizzerebbe una riduzione dello sfruttamento della terra (95% in meno rispetto all’allevamento), un abbattimento delle emissioni di gas serra (fino all’87% in meno) e, infine, un risparmio d’acqua. Anche le farine di insetti sono un alimento green: si stima che nel 2023 l’industria mondiale degli insetti raggiungerà un valore di circa un miliardo di dollari, per poi arrivare a 4,6 miliardi di dollari nel 2027, con un tasso di crescita medio annuo del 44%. Nei paesi occidentali, sono ormai operative circa 400 imprese di allevamento e commercializzazione di insetti essenzialmente grilli e tarme della farina.