La peste suina è emergenza nazionale: quasi mille morti in diverse regioni
Dopo il ritrovamento, nel gennaio 2022 in Liguria, di un cinghiale morto a causa della peste suina, l’epidemia ha iniziato la sua espansione in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna.
Il ritorno della peste suina africana (PSA) in Italia, a distanza di 15 mesi dal primo ritrovamento in Liguria, rappresenta un forte campanello dall’arme per lo Stivale. Ad ora si contano 993 carcasse di animali morti a causa della peste suina, 700 morti in più rispetto al 2022. Le regioni più colpite sono al momento il Piemonte (468 casi), la Liguria (387 casi), il Lazio (88 casi), La Campania (27 casi), la Calabria (13 casi), la Lombardia (2 casi) e la Sardegna (8 casi dove però il virus è geneticamente diverso rispetto a quello in circolazione nelle altre regioni).
L’emergenza in Italia
L’Italia è fortemente in pericolo: tutti i tentativi attuati per arginare l’epidemia hanno portato a risultati inefficaci. Se la peste suina dovesse prendere piede negli allevamenti, si dovrebbe procedere all’abbattimento dei maiali allevati nelle zone infette, causando un ingente danno economico per la produzione nazionale di carne e di salumi Dop e Igp.
La Lombardia che, con 2700 allevamenti, rappresenta la metà di tutta la suinicoltura italiana, pensa di macellare subito i suini nelle zone dove sono state individuate le carcasse di cinghiale, al fine di prevenire un eventuale contagio ed evitare il peggio.
Andrea Monaco dell’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale), spiega che la ricomparsa del virus non è stata causata dai cinghiali, ma bensì è stata trasportata dall’uomo nelle varie regioni. Questo aspetto è fondamentale per comprendere perché fino ad oggi nessuno sia riuscito ad arginare l’espansione della peste.
Cos’è la peste suina africana?
La PSA è una malattia virale infettiva che colpisce sia i suini domestici che quelli selvatici. Attualmente non esistono vaccini, e la mortalità può raggiungere il 100% degli animali colpiti da questo virus, caratterizzato da un’elevata resistenza nell’ambiente e da un’alta contagiosità.
Nonostante non sia trasmissibile all’uomo, la PSA porta conseguenze gravi sia a livello economico che sociale, incidendo sulla redditività degli allevamenti e condizionando pesantemente le movimentazioni di suini e dei relativi prodotti all’interno dell’Unione Europea nonché le esportazioni verso paesi terzi. In Italia la PSA è soggetta ad un Piano di sorveglianza nazionale.