In Italia alcune aziende alimentari poco note battono la crisi. Ecco quali sono.
Pasta, surgelati, savoiardi: ecco alcuni dei prodotti alimentari italiani che combattono con successo la crisi economica globale.
Alcune aziende italiane che realizzano tra il 70% e il 90% del fatturato, grazie alle loro vendite all’estero, battono la crisi che sta sconvolgendo l’economia globale. Nonostante lo scenario complicato, le incertezze e le varie tensioni internazionali, sembra che l’export di prodotti alimentari anche poco conosciuti abbia superato i 50 miliardi di euro nel 2021.
Un’indagine, condotta da Unione Italiana Food, ha evidenziato che per il 67,6% delle aziende alimentari del nostro Paese l’export è al centro delle strategie di crescita. Ad esempio, il pastificio piemontese Pasta Berruto, grazie al ritocco dei listini causato dall’aumento dei costi e alla crescita dei volumi venduti, stima di chiudere il 2022 con una crescita record del 50%, toccando i 60 milioni di euro di ricavi. Anche per Bocon, gruppo veneto dei surgelati da 26 milioni di euro di fatturato 2021, le previsioni sono in aumento: “Abbiamo inserito nuove ricette, sempre ispirate alla tradizione italiana, e fatto tesoro delle inefficienze portate alla luce dalla pandemia” ha spiegato Donatella Moro, fondatrice e proprietaria dell’azienda insieme al marito Luca Ricci, che ha aggiunto “Crediamo che l’innovazione di prodotto e il miglioramento continuo del servizio siano le chiavi per conquistare i mercati stranieri e consolidare le partnership con i retailer di cui siamo copacker”. Tra le strade individuate per crescere all’estero, inoltre, c’è anche lo sviluppo di una catena di ristoranti dove valorizzare la ricca offerta aziendale, a partire dagli gnocchi, il best-seller di Bocon, con cui è market leader negli Stati Uniti.
Ma questi non sono gli unici prodotti made in Italy che stanno trainando l’economia italiana. Anche i savoiardi di Forno Bonomi negli ultimi tre anni hanno permesso all’azienda veronese di aumentare le vendite all’estero del 10 %, raggiungendo 93 mercati. Merito, forse, del successo globale del tiramisù, per cui sono un ingrediente insostituibile? E infine, la produzione per i brand dei retailer e per i principali marchi del settore è il core business di Emiliana Conserve, storico produttore di conserve di pomodoro che, pochi giorni fa, è stato rilevato al 73,8% da Casalasco Spa. L’operazione consolida la leadership internazionale del gruppo cremonese. Con 500 milioni di euro di giro d’affari previsto quest’anno e una capacità di trasformazione superiore a 850mila tonnellate, Casalasco si colloca tra le top ten del settore, diventando uno dei campioni dell’export del made in Italy, visto che il 70% delle produzioni viene venduto in oltre 60 Paesi. L’Italia, quindi, non si ferma e dimostra di detenere il primato in fatto di qualità alimentare. Una mano, poi, potrebbe anche arrivare dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, nonostante l’altra faccia della medaglia sia che le materie prime (che le nostre industrie spesso importano per poi trasformare) si pagano con la valuta americana.