L’irriverente Burgez: tra scandali e nuove aperture
Venerdì prossimo arriva a Firenze BurgeZ, l’hamburgher più schifoso d’Italia, così amano definirsi loro stessi.
Ama definirsi l’hamburger più schifoso d’Italia ed è pronto ad aprire una nuova sede a Firenze, Burgez, l’azienda che ha fatto del politically (in)correct la sua bandiera, inaugura il nuovo punto vendita venerdì 27 agosto alle ore 12 in via dei Macci 77, nel cuore della culla del Rinascimento.
Burgez in Italia
Diciassette in totale, con questo, i locali della catena di hamburger che ha già fatto assaggiare i suoi panini a molte città. L’apertura di Firenze è solo un pedone sulla scacchiera di Burgez che si prepara ad aprire nuovi locali anche a Brescia, Verona e a Bologna ed è pronto a inaugurare il terzo ristorante a Roma. L’obiettivo è quello di arrivare alla fine dell’anno con venti punti vendita operativi sul territorio nazionale.
Si dice che il cliente abbia sempre ragione, ma questo detto non vale per Burgez anzi “cliente non ha sempre ragione, ha ragione solo quando ce l’ha”. Da sempre si mostra irriverente soprattutto nella comunicazione. Non sono mancate nella sua storia campagne marketing in cui i clienti più maleducati sono stati mandati a quel Paese o campagne per le quali sui tram di Milano si poteva leggere “Mangiare Burgez nuoce gravemente alla salute”.
Un provocazione non gradita
Per l’inaugurazione di Firenze era stata ideata un’altra provocazione: una maglietta gadget da regalare ai primi clienti con un dettaglio anatomico del David di Michelangelo che di certo non passa inosservato. Scherzando, sul profilo Instagram dell’irriverente catena di burger, l’azienda scriveva giusto poche ore fa: “Volevamo omaggiare Firenze con il suo David, ma i diritti di tutta la statua costavano troppo”. Per una volta, nella ricerca della provocazione fine a se stessa, BurgeZ ha compiuto un passo falso. L’idea di un lancio in grande stile con il membro virile della celebre statua è stata bloccata immediatamente dalla direttrice della Galleria dell’Accademia Cecilie Hollberg, dove il capolavoro di Michelangelo si trova esposto.
L’immagine di quest’opera, per fini commerciali, non può essere sfruttata e quindi Simone Ciaruffoli che con Martina Valentini è l’ideatore di BurgeZ ha dovuto fare marcia indietro, cancellando dagli account social la foto. “È stato un semplice esperimento, ma il risultato è sempre lo stesso in Italia. Finchè la cultura rimane dei parrucconi non raggiungerà mai coloro che sanno davvero comunicare: i giovani. Se per una volta fossero andati in giro con una maglietta del David, cosa ci sarebbe stato di male?” queste le parole di Simone Ciaruffoli.
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