Contro lo spreco alimentare si usa il naso digitale. Come funziona?
In Turchia, dei ricercatori dell’Università di Koç, hanno sviluppato un dispositivo wireless che, oltre a rilevare gli alimenti scaduti, è in grado di prevenire gli sprechi alimentari e ridurre il rischio di intossicazioni.
Non sempre l’olfatto può aiutarci a capire se un alimento è ancora buono oppure no. Per ovviare a questo problema, un gruppo di ricercatori universitari turchi, ha progettando un dispositivo capace di accertare la freschezza o meno degli alimenti, ma non solo, il naso digitale sarebbe anche in grado di prevenire gli sprechi alimentari e le intossicazioni alimentari.
Quanto cibo viene sprecato?
Ogni anno vengono prodotti circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti alimentari a livello mondiale a causa della gestione inefficiente degli alimenti nelle fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Oltre 88 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno nella sola Unione Europea, con un costo approssimativo di 143 miliardi di euro. Il cibo prodotto che finisce per essere sprecato contribuisce all’8% delle emissioni globali di gas serra, al 20% del consumo di acqua dolce e al 30% del consumo globale di terreni agricoli.
Il rischio di malattie alimentari
Oltre ai danni ambientali e economici, i focolai legati alle malattie di origine alimentare aumentano quando si consuma cibo avariato. C’è quindi la necessità di monitorare il deterioramento degli alimenti lungo tutta la catena di processo, dalla fattoria alla forchetta, che può prevenire lo spreco di cibo e le malattie di origine alimentare e contribuire a ottimizzare le risorse naturali.
Quando alimenti ricchi di proteine, come carne e pesce iniziano il loro deterioramento, producono delle amine biogene, dei composti organici che, per l’essere umano possono essere tossici. Fino ad ora, per tenere sotto controllo le amine servivano strumenti costosi, ingombranti e utilizzati da persone esperte.
Ora, grazie al naso digitale, è possibile osservare la freschezza degli alimenti in tutta comodità, ricevendo i risultati sul proprio smartphone.
Il naso digitale all’opera
I ricercatori hanno eseguito un test su bistecche e petti di pollo, conservati in diverse soluzioni: in frigorifero, nel congelatore e a temperatura ambiente. Dopo solo tre giorni, le proteine conservate a temperatura ambiente, hanno mostrato una variazione del 700%, rispetto alla carne posta nel congelatore.
Oltre ad essere semplice da usare, questo sensore permette di monitorare continuamente gli alimenti ricchi di proteine. Può essere utilizzato da chiunque: dai produttori, dai fornitori, per arrivare al consumatore finale, queste le parole dei ricercatori.