Nuovo Decreto Aiuti: che cosa deciderà di approvare il Governo?
Nonostante le dimissioni di Draghi e la crisi di Governo, ad agosto dovrà essere varato il nuovo Decreto Aiuti. Cosa verrà deciso?
Sul tavolo del Governo le ipotesi da considerare, ed eventualmente approvare, riguardo a un nuovo Decreto Aiuti sono due ma il tempo a disposizione per modifiche e correttivi è pochissimo. Ecco quali sono le possibilità su cui l’Esecutivo deve riflettere in questi giorni, prima che le camere vengano sciolte: la reiterazione del bonus 200 euro oppure l’abbattimento dell’Iva sui generi di prima necessità, oltre alla proroga, e al possibile allargamento, delle misure contro il caro bollette. A causa della crisi di Governo, il decreto dovrà essere convertito entro 60 giorni. Per questo Mario Draghi per muoversi vuole l’unanimità, o quasi. E di certo tutti i voti della sua ex maggioranza, sia in Consiglio dei Ministri sia in Parlamento.
Il bonus 200 euro del Ddl Aiuti questo mese finirà nelle buste paga di 30 milioni di italiani e costerà 6,8 miliardi. Riproporlo anche per il mese di agosto avrebbe lo stesso costo e, vista la dotazione del Decreto Aiuti Bis, il bonus sarebbe un’alternativa al taglio dell’Iva che, invece, costerebbe circa 4 miliardi di euro. Come spiega il Messaggero, l’intenzione del Governo sarebbe quella di concentrarsi su un carrello della spesa ideale che includa i prodotti di prima necessità. L’azzeramento dell’imposta sul valore aggiunto riguarderebbe pane, pasta, farina, patate, latte e olio d’oliva. Poi, il piano porterebbe l’Iva di carne bovina, di vitello e di pollo, di salumi, pesce fresco, uova, cioccolato e gelati dal 10% al 5%. Il costo di partenza di 6,5 miliardi potrebbe quindi scendere fino a 4. Ora, si discute sulla durata del taglio. Azzerare l’Iva sul pane fresco, per esempio, costerebbe 253 milioni di euro per un anno.
Il dibattito tra le parti sociali, come prevedibile, è molto acceso. Cgil e Uil preferirebbero il bonus come misura mentre la Cisl apre le porte al taglio dell’Iva. L’unico punto su cui tutti sono d’accordo è la necessità di un intervento strutturale, il cui nodo centrale sia basato sul caro energia. A farsi strada c’è anche l’ipotesi che vengano attuati tutti e due i provvedimenti citati. In questo caso, però, le soluzioni dovrebbero subire una riduzione dal punto di vista della dotazione e questo significherebbe meno sconti sui prodotti o meno soldi nelle tasche degli italiani.
Per quanto riguarda l’energia, nel decreto comparirà la proroga per l’ultimo trimestre dell’anno della misura contro il caro bollette, la cui scadenza è prevista il 30 settembre. Non è detto, invece, che sia necessario inserire la proroga del taglio delle accise che non necessita di un decreto legge per essere applicata. Sarà mercoledì la giornata in cui il Governo si confronterà sui contenuti del decreto prima con i sindacati e poi con le imprese per decidere il da farsi.