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Smart working al bar: stop a Parigi nelle fasce orarie più trafficate

di Asia Torreggianti 19 Giugno 2023 12:10

La moda per chi oggi lavora da remoto è quella di accomodarsi per ore nei bar delle grandi città, senza ordinare nulla e occupando preziosi tavolini originariamente destinati alla clientela che avrebbe voluto consumare. Su molte vetrine dei caffè parigini appare ora la scritta “niente computer”, con la possibilità che parta un vero e proprio trend e che si estenda fino a Milano.

A Parigi non si potrà più fare smart working al bar, la notizia arriva in Italia e fa storcere il naso ai lavoratori del nostro Paese, perché pare che il trend stia per arrivare anche da noi. Ma cosa è successo?
Pas d’ordinateur. Merci.” è la scritta che compare sempre più spesso sulle vetrine di bistrot e caffè della Ville Lumière, i gestori infatti sono sempre più stanchi della situazione che si viene a creare quando dipendenti in smart working occupano posti a sedere per ore, addirittura intere mattinate, senza poi ordinare granché. I tavoli rimangono così occupati e i poveri baristi non guadagnano nulla o pochissimo. La ribellione dei proprietari quindi fa si che si impedisca a questi lavoratori da remoto di usufruire dei locali pubblici per lavorare. Questa decisione potrebbe far partire un vero e proprio trend, estendendosi così anche a Milano, città fulcro del lavoro da remoto in Italia. Cerchiamo di capire meglio il fenomeno.

I vantaggi dello smart working al bar

Signora sorridente che fa smart working dal bar

Certo è che chi si reca fuori casa per lavorare comodamente al bar con il proprio pc trae più di un vantaggio: innanzitutto nei locali più attrezzati si trova connessione Wi-Fi ed elettricità gratuite,  non cosa da poco conto visto i rincari delle bollette, inoltre, gli odierni appartamenti sono poco spaziosi e poco stimolanti per svolgere le attività lavorative. Spostarsi altrove per svolgere il proprio lavoro diventa una necessità, per chi ha famiglie numerose o case piccole e buie. Quindi ancor prima che diventasse un trend e che nascessero degli spazi che potessero rispondere a molteplici esigenze (come Tipografia Alimentare a Milano) lavorare fuori casa è stata una necessità.

Oggi le regole cambiano

Sembra che lo stato delle cose stia mano a mano degenerando, per questo le regole stanno cambiando, almeno in Francia. Alcuni impongono lo stop nelle fasce orarie più frequentate, ora di pranzo, dopo le 19 e nel fine settimana, altri invece, come il colosso Starbucks, hanno stabilito una tariffa oraria per occupare i posti. Sono nati, ad esempio, gli anticafè, ideati da uno studente ucraino, sono bar dove si paga il tempo di permanenza e non la consumazione. Perfetti per fare cassetto con i dipendenti che vanno lì per lavorare.

Conclusione

Insomma, il dibattito a riguardo è fitto e necessario, se da un lato i proprietari dei locali hanno le loro ragioni in termini economici, i dipendenti costretti a lavorare da casa spesso hanno bisogno di luoghi confortevoli e idonei spazi di coworking dove poter svolgere le proprie attività comodamente.  Magari la soluzione starebbe proprio nel dedicare apposite aree, distinguendo la clientela e applicando tariffe per il tempo passato a lavorare al bar.