Ue: potrebbe sparire l’insalata in busta!
Con l’apertura di Tuttofood la Coldiretti si lancia contro una nuova normativa Ue sugli imballaggi superflui. L’organizzazione italiana teme rischi di natura economica e igienica, nonché possibili ripercussioni sulle abitudini degli italiani. A rischio l’insalata in busta e altri prodotti ortofrutticoli. Ma anche il vino!
In occasione della fiera milanese Tuttofood, Coldiretti si è espressa contro un nuovo regolamento Ue sugli imballaggi plastici e il loro smaltimento. L’iniziativa europea classificherebbe come imballaggio superfluo qualsiasi confezione di plastica contenente prodotti ortofrutticoli inferiori ai 1,5 kg di peso, definizione che potrebbe avere un impatto sull’insalata imbustata. Altri prodotti potenzialmente coinvolti sono le arance in rete e le vaschette di plastica per fragole e pomodori.
Cosa succede adesso?
Coldiretti avanza l’ipotesi che il nuovo regolamento possa far aumentare le spese dei consumatori. Si associa all’idea anche Codacons, affermando che l’assenza dei prodotti confezionati potrebbe far venir meno la concorrenza e far salire di prezzo frutta e verdura.
Un’altra obiezione è di natura sanitaria. L’organizzazione agricola infatti sostiene che eliminando gli imballaggi di plastica si rischia di danneggiare e contaminare i prodotti. Tuttavia, la proposta Ue prevede un’eccezione alla regola. Gli imballaggi sarebbero infatti consentiti anche per prodotti inferiori ai 1,5 kg di peso a patto che “sia dimostrata la necessità di evitare perdite di acqua o turgore, rischi microbiologici o urti”.
Insalata in busta: un’abitudine alimentare
La preoccupazione maggiore- a detta della Coldiretti- riguarda le abitudini dei consumatori. In un recente sondaggio di Unione Italian Food l’81% degli intervistati sceglie l’insalata in busta, il 40% quella in ciotola e il 30% la frutta lavata e tagliata. Un’analisi di mercato NielsenIQ ha riportato solo nel 2022 un giro d’affari del settore di quasi un miliardo di euro.
La Coldiretti è quindi preoccupata che, venendo a mancare i prodotti preconfezionati, gli italiani comprino meno frutta e verdura. Riporta poi che al momento appena il 16,8% dei cittadini consuma prodotti ortofrutticoli quattro volte al giorno.
Anche il vino a rischio
Il regolamento Ue andrebbe a toccare anche il settore vinicolo. Si richiede infatti di standardizzare i formati delle bottiglie e incrementare il loro riutilizzo. La quota di riutilizzo di bottiglie per la maggior parte delle bevande alcoliche dovrà arrivare al 10% entro il 2030 e al 25% entro il 2040. Per il vino invece, si tratterebbe rispettivamente del 5% e 15%.
Numeri contestati dalla Coldiretti, definiti “un vero e proprio stravolgimento” che eliminerebbe il formato magnum e rischierebbe “di vanificare tutto il lavoro fatto nel corso degli anni sul fronte del riciclo”.
Nonostante la necessità di un cambiamento in green, l’organizzazione chiede dunque di rivisitare e correggere la proposta, eliminando i divieti per gli imballaggi superflui e ricalibrando le normative sul vino.