Ci sono piatti che vanno a ruba. Nel vero senso della parola. Non importa se ci troviamo in trattoria davanti alle classiche ceramiche bianche o nel ristorante stellato che per il fine dining sceglie il servizio esclusivo Richard Ginori. Il furto è dietro l’angolo. Il cliente con la vocazione del ladro è molto più diffuso in sala di quanto si possa pensare. Non deve stupire che ci sia addirittura una top ten degli oggetti più rubati al ristorante. Non sempre, e questa è la sorpresa più grande, a sparire sono pezzi di valore. Spesso, come il caso di cronaca che ha riguardato Alessandro Pipero e il suo ristorante stellato a Roma, ci si attacca a tutto: anche a un cubo di Rubik come il proprietario del locale ha denunciato sui social. Ecco la classifica degli oggetti più rubati nel mondo della ristorazione.
-
Posate. Le posate sono tra gli oggetti preferiti dai ladri. C’è chi si accontenta di un coltello, meglio ancora se da bistecca, chi opta per la forchetta e chi porta via cucchiai e cucchiaini. Furti seriali, talvolta, così che il ladro alla fine si crea un servizio di posate tutto per sé. Nei locali di cucina etnica la sparizione di cucchiai in legno e bacchette per ramen e sushi è un autentico incubo.
-
Piatti. La stoviglieria non è forse tra le cose più semplici da rubare anche se non va mai sottovalutato lo spirito d’inventiva del cliente dalla mano lunga. Piattini da dolce e da caffè certo si riescono a far sparire con maggiore destrezza e senza dare nell’occhio. Coppette e ciotoline, ad esempio per salse e sughi, sono molto apprezzate dai criminali del tavolo accanto. Inutile sottolineare che se ci troviamo di fronte a un servito di lusso l’appetito dei predoni si fa sentire ancora di più.
-
Sale e pepe/zuccheriera. Un grande classico in tavola: la tradizione del duo sale e pepe resiste in molti locali, nonostante la sempre maggiore diffusione di confezioni monoporzione come già si fa per lo zucchero. Dove sale e pepe sono ancora in tavola, rischiano di sparire ogni sera. A nulla serve scoraggiare i ladri con la scusa che il troppo sale fa male. I piccoli contenitori, soprattutto se di design, prendono il volo in un attimo.
-
Caricabatterie/powerbank. Da quando si è sdoganata la presenza dello smartphone poggiato sul tavolo, caricabatterie e powerbank al ristorante sono sempre più diffusi. Capita che osti e titolari di locali mettano a disposizione della clientela lo strumento per la ricarica del telefonino. Purtroppo spesso, a carica effettuata, sia il caricabatterie che il powerbank finiscono per sparire nelle tasche e nelle borse degli avventori. Lasciando il locale con le pile a terra.
-
Profumatori d’ambiente. Da quando si è diffusa la moda dei profumatori d’ambiente, il numero di furti di questi oggetti è salita in maniera esponenziale. Al punto che in bagni e ambienti comuni dei locali si preferisce ricorrere a soluzioni alternative o a diffusori d’ambiente più discreti e meno appariscenti.
-
Cestello del ghiaccio. Fa figo mettere a raffreddare a casa champagne e affini in un elegante secchiello per il ghiaccio. Se poi il cestello è di design o presenta il logo di una grande maison francese o di un eccellente vino italiano diventa ancora di più oggetto del desiderio. Il sogno proibito da far sparire a tutti i costi pur non essendo molto semplice farlo uscire dal locale senza dare troppo nell’occhio. Eppure, a giudicare dal numero delle sparizioni, è possibile.
-
Tovaglioli, tovaglie e asciugamani. Il tovagliame viene rubato soprattutto nei ristoranti di lusso. Sarà forse perché in tanti locali di tendenza tovaglie e tovagliette sono sparite e il tavolo non si apparecchia più. In molte trattorie, vanno di moda, invece, le tovaglie di carta così come i tovaglioli. Più pratiche e a prova di furto. Chissà se la moda delle apparecchiature basic vuole essere un argine al fenomeno diffuso dei furti. Vanno sempre a ruba, invece, gli asciugamani e i rotoli di carta per asciugarsi le mani nei bagni. I numeri sono impressionanti.
-
Bicchieri e tazzine. Ricordate il tormentone lanciato da Anna Marchesini con il Trio? La tazzina… Me se scompagna il servizio. Al ristorante bicchieri e tazzine spariscono di frequente, soprattutto se presentano loghi o decorazioni speciali o meglio ancora se sono destinati a bevande particolari come il sake o i cocktail, ad esempio. Furti inspiegabili visto che spesso il bicchiere della Coca Cola o la tazzina con il logo di design si potrebbero acquistare online o spesso anche direttamente al locale. Ma il proibito si sa che ha tutto un altro sapore.
-
Segnaposto/piante. Il cubo di Rubik sparito dal tavolo 4 del Ristorante Pipero a Roma ci insegna che quando si tratta di rubare per portarsi a casa un souvenir, ci si attacca a qualsiasi cosa sul tavolo. Sarà per questo che i segnaposto in metallo, legno o ceramica sono nel mirino dei ladri. E non sono gli unici oggetti asportati con destrezza. Se in tavola o nel locale ci sono statuine, portacandele, piccole lampade il rischio di vederle sparire è elevato. Spesso, non serve neanche incollarle al tavolo e ai ripiani. I soliti ignoti non si fermano davanti a niente. Stesso discorso per fiori e piccole piante: spariscono con la velocità della luce.
-
Menu. Con la scusa di portarsi a casa un ricordino del locale dove sono stati così bene, in tanti pensano l’idea giusta sia di far sparire il menu. Meglio ancora se è in un’elegante custodia di cuoio o rilegato come un raffinato volumetto. A rendere la vita dura ai ladri e a ridurre il numero dei furti ha contribuito il Covid con la sempre maggiore diffusione del menu virtuale da consultare grazie al QRcode.