Miti da sfatare: l’olio di cocco fa male?
Dopo l’olio di palma, è l’olio di cocco a essere passato sotto i riflettori come alimento sconsigliato: ma l’olio di cocco fa davvero male?
Pochi mesi fa al centro dei grandi dibattiti casalinghi c’era un solo e unico ingrediente: l’olio di palma. Additato dai più come elemento da abolire da qualsiasi tipo di preparazione o alimento, dopo l'olio di palma, sotto i riflettori è il momento dell'olio di cocco poiché dannoso per la salute, fu criticato a tal punto che molte aziende alimentari hanno sviluppato nel tempo nuove linee di prodotti, pubblicizzando largamente l’assenza di olio di palma dalle loro preparazioni. Adesso in rete sta piano piano crescendo un’altra grande disquisizione: questa volta è l’olio di cocco il grande protagonista. L’olio di cocco è un ingrediente non solo utilizzato nelle preparazioni alimentari, ma anche nella creazione di prodotti per l’igiene e la cosmetica. Le sue proprietà nutrienti ed emollienti sono molto utili in fatto di bellezza quotidiana, ma cosa si può dire invece dell’olio di cocco utilizzato in ambito alimentare?
L’olio di cocco fa bene o fa male? È giunto dunque il momento di porci questa domanda e provare a sconfiggere qualche falso mito. Si legge infatti in rete che l’olio di cocco abbia poteri al limite del miracoloso, nella cura e nella prevenzione di malattie, si dice che un suo regolare consumo aumenti il livello di colesterolo Hdl, quello buono, che acceleri il metabolismo: è tutto vero? Affermare che un cibo appartenga alla categoria dei buoni o dei cattivi è di certo limitante, troppe variabili sono da considerare e l’alimentazione di ognuno deve essere ben bilanciata in base alla propria salute e alla propria forma fisica.
Ci sono però alcuni dati inconfutabili che riguardano l’olio di cocco che sono da tenere presenti nella scelta di questo alimento. L’olio di cocco è un grasso, appartenente alla categoria di quelli saturi. Come già noto i grassi saturi, come anche il burro, innalzano i livelli di colesterolo nel sangue, andando a favorire lo sviluppo di patologie cardiovascolari. Per questa ragione il consumo dell’olio di cocco sarebbe da limitare enormemente all’interno di una dieta alimentare. La buona fama che lo accompagna però, è data anche dal fatto che pare abbia un’incidenza positiva anche nell’innalzamento dei livelli del colesterolo buono. Tuttavia è è bene precisare che l’innalzamento del livello del colesterolo più dannoso per il nostro organismo non è compensato dagli altri benefici di questo alimento, pertanto possiamo dire, prevalgano in questo senso più i difetti che i pregi.
Va abolito quindi l’olio di cocco dalla nostra alimentazione? Diciamo che più che altro ne deve essere valutata la corretta dose di assunzione, poiché la nostra dieta spesso prevede già un impiego abbondante di grassi saturi, nascosti in prodotti preconfezionati o aggiunti a ricette casalinghe.