Olio di Dievole, il Grande Slam dell’extravergine
L’olio di Dievole, tenuta toscana rilevata da Alejandro Pedro Bulgheroni aiutato da Marco Scanu, è una delle eccellenze italiane del momento: ecco perché.
L’espressione Grande Slam nasce dal gioco del bridge ed è famosa soprattutto in ambito tennistico, dove indica l’impresa di vincere i 4 tornei principali – Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Flushing Meadows – nello stesso anno. Ma potremmo applicarla anche all’ olio extravergine, e quest’anno spetterebbe sicuramente a Dievole e ai suoi oli. la tenuta toscana si è aggiudicata premi in tutta italia e anche all'estero, come all'IOOC di Los Angeles La tenuta toscana nel cuore del Chianti Classico – rilevata da alcuni anni dall’imprenditore argentino di origine italiana Alejandro Pedro Bulgheroni, puntando da subito oltre che sul vino anche sull’olio extravergine con l’aiuto di Marco Scanu, oleologo sardo – ha infatti vinto quasi tutto quello che c’era da vincere. Il 100% Italiano Monocultivar Coratina, intenso ed elegante, si è aggiudicato non solo il premio Il Magnifico 2016 – miglior extravergine in assoluto secondo la qualificata giuria del premio che nasce in Toscana ma accoglie oli da tutto il mondo – ma pure il Marco Mugelli Award al Los Angeles IOOC (International Extra Virgin Olive Oil Competition). Anche questo premio – dedicato al fondatore dell’ANAPOO-Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti Olio d’Oliva, scomparso nel 2011 – è attribuito dai giudici al miglior olio in assoluto tra quelli partecipanti, in questo caso provenienti dell’Emisfero Nord.
E ancora, per il secondo anno di seguito, ha vinto il Gold Award al NYIOOC, concorso che alla sua quarta edizione si è già affermato come uno tra i più importanti al mondo, e il Gold Award per gli extravergine dal fruttato intenso al concorso China Oil.
Vi pare poco? Altrettanto bene è andata per l’extravergine 100% Italiano Monocultivar Nocellara, un olio affascinante che porta con sé tutti i profumi del Mediterraneo – a partire dalla foglie di pomodoro – realizzato con olive di varietà Nocellara del Belice che crescono negli uliveti di Rosaneto e San Giorgio Lucano, tra Calabria e Basilicata. Novità di quest’anno, si è aggiudicato il Gold Award per gli extravergine dal fruttato medio al China Oil, facendo ambo con la Coratina, e la Premier Medal (riconoscimento assegnato a 11 oli sui 600 partecipanti da tutto il mondo) al Tokyo Olive Japan, già conquistata lo scorso anno con la Coratina, oltre al Silver Award al NYIOOC. E, tanto per gradire, il primo premio nella categoria Fruttato Leggero al concorso Aipo d’Argento e il primo premio nella categoria Fruttato Medio al concorso L’Oro d’Italia.
E non è tutto: oltre a essere stata premiata come Azienda Emergente per la guida Flos Olei 2016 curata da Marco Oreggia, rientrando nell’ambita lista dei 20 Best – che racchiude i prodotti, le aziende o le persone che si sono distinte nell’annata di riferimento – Dievole ha portato a casa anche la Corona di Maestro d’Olio della guida Terred’Olio di Fausto Borella, un altro Gold Award al NYIOOC e una Gold Medal a Olive Japan (più svariati argenti) con il DOP Chianti Classico (blend di Moraiolo e Frantoio, dalle olive che crescono nella tenuta della casa madre in Toscana e negli uliveti vicini). Il prestigioso premio Sol d’Oro – dal nome dell’omonimo concorso internazionale organizzato da Veronafiere – per la categoria fruttato leggero dell’Emisfero Nord è arrivato invece con il Blend 100% Italiano (olivaggio di Leccino, Coratina, Peranzana e Ogliarola provenienti da Puglia e Basilicata) che ha portato a casa anche un Gold Award al NYIOOC e le Tre Foglie del Gambero Rosso.
Confusi dall’abbondanza di premi e pure da quella di varietà e provenienza geografica delle olive? Tranquilli, fa tutto parte del progetto di Dievole, basato sull’assoluta qualità dei prodotti ma anche dalla selezione e lavorazione ottimale di diverse cultivar e diversi uliveti in tutta Italia: non solo quelli del Chianti, che sono stati letteralmente recuperati e rimessi in produzione dopo anni di abbandono, ma appunto anche quelli in Puglia, Calabria e Basilicata – presi in affitto o gestiti da coltivatori locali con cui l’azienda ha stretto un rapporto di totale fiducia, con la supervisione di Scanu e dei tecnici aziendali e con un sistema di trasporto refrigerato che garantisce l’arrivo delle olive dal Sud al frantoio di Vagliagli in perfette condizioni – a cui si sono aggiunti anche quelli a Bolgheri, di recente acquisizione.
Un’azienda letteralmente senza confini, soprattutto considerando che – dall’altro lato dell’Oceano e precisamente a Maldonado, Uruguay – c’è anche l’azienda olivicola creata dall’ingegner Bulgheroni e da sua moglie Bettina. bulgheroni e la moglie hanno fondato un'azienda olivicola anche a maldonado, in uruguay I due, spinti da una grande passione per l’olio d’oliva e da una visione improntata alla qualità ma anche al lasciare un’eredità culturale e patrimoniale alle future generazioni della famiglia, hanno investito notevoli risorse per dare vita alla Piccola Toscana, un vero e proprio oceano di olivi di diverse cultivar provenienti da Italia, Spagna Francia, Israele e Argentina, che si sommano a quelli presenti nel nostro emisfero. Proprio come a Dievole, anche in Uruguay l’obiettivo è quello della qualità, nonostante i numeri grandissimi: parliamo di circa 130 tonnellate di olive lavorate ogni giorno nel frantoio aziendale ultramoderno, nel periodo di raccolta. Anche in questo caso, però, i risultati ci sono: oltre a essere usato dallo chef Francis Mallman – visto anche in Chef’s Table – in tutti i suoi ristoranti a cominciare dal Restaurante Garzón, in società con l’azienda vinicola di Bulgheroni, Bodega Garzón, anche l’olio uruguayano ha un bel palmarès: dal Premio Speciale per il Paesaggio avuto a Extrascape 2013, il concorso che premia la qualità dell’extravergine ma anche quella del paesaggio olivicolo, al Sol d’Oro 2015 Emisfero Sud nella categoria Fruttato Intenso con il Colinas de Garzón Trivarietal, blend di Coratina, Barnea e Picual. Chi altri potrebbe vantare due premi nello stesso concorso, ma in due emisferi differenti?