Amici mai: Onnivoro VS Vegetariano
L’eterna lotta tra vegetariani e onnivori avrà mai una fine? Non lo sappiamo ma qui vi raccontiamo 15 ragioni valide per un onnivoro.
Nella vita ho sempre pensato che l’equilibrio e la laicità fossero valori fondanti un’esistenza serena e piena di gioie e felicità, tuttavia che vita sarebbe senza un po’ di sana polemica e di sfottò stile Curva Sud e Curva Nord? Nel fantastico mondo dell’enogastronomia ho deciso, allora, di punzecchiare i nostri amici vegetariani/vegani/crudisti, insomma, chi non mangia né carne e né pesce privandosi di tanto gusto e levandolo, allo stesso tempo, anche a chi siede al loro tavolo ma si nutre di tutto un po’. Ecco dunque un elenco di buoni motivi per cui un onnivoro non andrà mai totalmente d’accordo con un vegetariano.
- L’onnivoro è in pace con tutti gli essere umani, accoglie tutte le fedi alimentari e non discrimina in base all’origine della proteina; il vegetariano tende a stabilire rapporti privilegiati con i suoi simili e la “setta della proteina del legume” non è così una utopia.
- Provate a prendere un aperitivo con un vegetariano: apre tutti i rustici alla ricerca di tracce animali, sparpaglia la pasta fredda nell’insalatiera per essere certo che quella cosa rosata non sia wurstel ma pomodoro un po’ anemico, voi avrete fame e mangerete lo stesso, ma la gioia sarà andata via.
- Nausea è la parola chiave, tipo: “solo al pensiero di mangiare quel prosciutto stagionato 40 mesi ottenuto dalla selezione di maiali neri rarissimi mi viene la NAUSEA”, a voi no ma ancora una volta addio alla gioia di quel boccone.
- Ordinare una bottiglia di vino e leggere nel retro etichetta Biovegan non credo abbia bisogno di commenti, tanto poi si trasformerà in un “razzomissile con circuiti di mille valvole”, volerà via tra le stelle e si potrà, finalmente, ordinare Chablis.
- Hamburger di lenticchie, bistecca di seitan, spezzatino di tofu: non mangiano proteine animali? Che inventassero i loro nomi e non confondessero le mie, già poche, certezze: tutte quelle cose sono di manzo o al massimo di maiale!
- La questione morale, moralmente senza macchia, fieri paladini della giustizia nel mondo ed esempio di virtù e disciplina a forchettate di puree di ceci e spezie orientali, che poi siamo sicuri che per produrre queste spezie non vengano sfruttati gli animali indifesi?
- Ho sempre pensato che le sementi se le mangiassero gli uccellini e le bacche gli animaletti della foreste dunque perché mai io, che abito in città, dovrei mangiare bulgur, miglio, goji ed altre cose dal sapore e dall’aspetto non proprio rassicurante? Poi voglio dire, de gustibus.
- Le carte dei ristoranti non sono più quelle di una volta, non c’è niente da fare hanno perso smalto, ormai anche la trattoria sotto casa ha la sezione vegetariana che, inevitabilmente, ha tolto il posto proprio ai grandi classici della mia alimentazione: la fettina panata è quasi estinta, l’ascè di manzo le future generazioni non sapranno nemmeno cos’è, la caprese però fortunatamente si è salvata.
- Da bambino credevo che la mia nonna fosse l’autrice della rubrica “I segreti della Nonna”, quando ho scoperto che non era così ci sono rimasto un po’ male ma, sicuramente, doveva essere la nonna di un mio amico vegetariano: usare come ammorbidente per i panni un prodotto chimico? Giammai meglio l’aceto, salviamo il pianeta (e buchiamo le teeshirt di cotone bio)!
- Il momento dell’ordine al cameriere è sempre il più temuto, occhi puntati e sguardo severo attento a biasimarti per scelte sbagliate. Esempio: “Senta cameriere io per primo prenderei una bella carbonara...” - occhiata di biasimo e schifo - “…di zucchine ovviamente!”. Io la carbonara di zucchine la darei al gatto. Ecco, l’ho detto!
- Nell’era social tanti più follower hai tanto più sei fico: provate a mettere su Instagram una bella bistecca cotta al sangue e la vostra popolarità ve la sarete mangiata insieme a quel gustossimo e succulento boccone, frustrante no?
- La colazione è già un momento intrinsecamente difficile, si è ancora assonati e tutto ciò che si desidera è un buon caffè ed un croissant comme il faut: le richieste di capuccini con latte di soia e lieviti senza grassi animali, ma nemmeno grassi idrogenati vegetali, e l'ultimissa trovata del cornetto vegano vi faranno pensare di essere ancora nel letto in preda ad uno dei peggiori incubi.
- Provate ad andare al supermarket con un caro amico vegetariano: voi avrete già il carrello pieno di cibo-spazzatura e birre industrialissime quando lui sarà ancora lì col carrello vuoto studiando l’elenco degli ingredienti di una confezione di biscotti bio per essere certo che il colorante E162 non sia di origine animale; a quel punto improvviserete un pic-nic al banco salumi per ingannare l’attesa e rimorchierete il/la banchista con Lancers Rosè e salamini.
- Sembra che ormai i trendsetters più influenti siano loro: non passa un giorno che non venga inaugurato un nuovo locale crudista, vegetariano stile californiano, giappovegano e così via quando, almeno a Roma, la qualità dei ristoranti che fanno carne alla griglia è talmente scarsa che se ne aprisse almeno uno di qualità sbancherebbe. Ristoratori romani accogliete la mia supplica, la carne è ancora un buon business.
- Un tempo, in pausa pranzo, mangiavo il mio panino scorrendo la timeline di Facebook per curiosare un po’ nelle vite degli altri, ora non mi è più possibile: ingoiare il pollo del Clubsanwich mentre si avvia in automatico il video sullo sterminio dei pulcini, pubblicato dal tuo amico vegetariano, non è proprio invitante, sebbene tu condivida totalmente che quella pratica sia disumana. Nascondi Post talvolta è l’unica arma a disposizione.
Io mi fermo qui, devo andare al Vegan Festival che si tiene presso L’EcoBar dietro casa mia, pare ci sia uno show-cooking sui vari utilizzi della salsa tahina e sulle proprietà dell’ampalaya che proprio non posso perdermi, intanto voi fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. E sì, a breve pubblicheremo anche la versione dal punto di vista dei vegetariani, non temete.