Ora felice: 5 aperitivi insoliti da fare a Milano
Milano, gastronomicamente parlando, è la capitale di molte cose: lo è del ramen, lo è del sushi e, indubbiamente, lo è dell’aperitivo. Lasciando da parte le aberrazioni che lo vogliono apericena, aperibeauty (per chi fa la ceretta e intanto mangia qualche focaccina) o aperisocial, l’happy hour milanese è da decenni il momento più amato per
Milano, gastronomicamente parlando, è la capitale di molte cose: lo è del ramen, lo è del sushi e, indubbiamente, lo è dell’aperitivo. Lasciando da parte le aberrazioni che lo vogliono apericena, aperibeauty (per chi fa la ceretta e intanto mangia qualche focaccina) o aperisocial, l'happy hour a milano per fortuna non è più sommerso da tramezzini e paste fredde l’happy hour milanese è da decenni il momento più amato per stuzzicare l’appetito, rilassare membra e mente, e bere qualcosa di buono. Negli anni dell’università ho passato ore tra i piattini di pasta al forno del Bar Magenta e il Chocolate Virgin Colada del Bhangrabar di corso Sempione, ma forse ormai sono da considerarsi aperitivi passati (non nel mio cuore, naturalmente). Se le vasche di cous cous e pasta fredda vi hanno esaurito; se i tramezzini che fanno tanto festa delle medie ormai non hanno più nemmeno l’appeal dell’armacord; se volete provare qualcosa di diverso senza abbandonare del tutto la comfort zone del buon cibo, vi suggeriamo 5 aperitivi insoliti da provare a Milano.
- A base di bao. Iniziare dall'Asia, in una città multietnica e multi-gastronomica come Milano, era quasi scontato. I ragazzi di Bob (via Pietro Borsieri, 30) in zona Isola affiancano cocktail di Lucian Bucur a specialità taiwanesi e giapponesi. Il bao, paninetto di farina di riso ormai tra i più ordinati in città, è proposto in tante versioni: con anatra alla pechinese; impasto integrale farcito con hamburger di manzo, cheddar, lattuga, cetriolo sottaceto e pomodoro; impasto al nero di seppia con polpo grigliato; con pork belly, arachidi e daikon sottaceto... e cambiano spesso.
- Pane e vino. Come fosse un back to basics, l'aperitivo di FornoCollettivo (via Lecco, 15) comprende buon pane e buon vino, in una semplicità ritrovata da non sottovalutare. Il pane dell'head baker Carol Choi (Noma, Per Se, Mirabelle), croccante e profumato, acidulo e scioglievole, fa da spugna ideale per i vini naturali proposti in lavagna, curati dai ragazzi di Champagne Socialist (le menti dietro a The Botanical Club) a pochi numeri civici di distanza. Se volete qualcosa di più, fatevi preparare un magnifico toast croccante con formaggi misti, prosciutto arrosto e senape.
- Bianco mozzarella. Qualcosa che accomuni vegetariani e carnivori senza scontentare nessuna delle due categorie? Indubbiamente la mozzarella. Se poi è freschissima oppure impanata e fritta, accompagnata da una bollicina o una birra, l'aperitivo è risolto. Il nome da tenere a mente è Street Mozzarella Orobianco (via Paolo Sarpi, 61), dove la mozzarella è prodotta in loco davanti al cliente con latte di allevamenti lombardi. Recatevi qui per un happy hour con mozzarella in carrozza, mozzarelline fritte, bruschette pomodoro e mozzarella, ricottine e salumi, da accompagnare a un calice di vino o a una pinta di birra.
- Alla francese. Un posto come Égalité (via Melzo, 22) può sembrare l'ideale per una colazione generosa: croissant, pain au chocolat, baguette con marmellate homemade, éclair e madeleines. Non sottovalutatene però il potenziale da aperitivo: insieme a vini rossi, prosecco, champagne e Spritz gallici, si possono scegliere vassoi d'ostriche oppure taglieri misti di chiara matrice francese. Un esempio? Formaggi (Camembert, Roquefort, chèvre), saucisson, tapenade di olive alla provenzale, cornichon biologici della Borgogna e sardine dell'Atlantico, da accompagnare alle croccanti baguette.
- Dim sum & cocktail. Finalmente anche da noi sta iniziando a prendere piede la consuetudine del dim sum, dando così nuova dignità a quelli che solitamente sono visti solo come antipasti da ristorante cinese. I dumplings (e non solo) sono in realtà molto di più, e lo sanno bene da Ghe Sem (via Vincenzo Monti, 26). Qui i ravioli sono farciti anche in maniera classica (con gamberi o carne di maiale), ma quelli che dovreste assaggiare hanno un'anima spesso italiana. È il caso del Milanese (ossobuco, zafferano e zest di lime), del Calabrese ('nduja, mascarpone e pangrattato), del Cacio e Pepe (ricotta, pecorino romano, parmigiano reggiano e pepe). Da bere: bollicine, birre, bianchi e rossi, e cocktail creativi.