Capodanno a tavola, ecco i piatti che si mangiano nel mondo
Il passaggio dal vecchio al nuovo porta con sé ricette e ingredienti speciali: vi raccontiamo i piatti tipici del Capodanno in giro per il mondo.
Così come avviene in natura, in ogni cultura e in ogni calendario esiste una fine e un nuovo inizio. Nell’Antica Roma, il Capodanno inizialmente si festeggiava a marzo ma nel 191 a.C. fu fissata una nuova data: il 1° gennaio, mese dedicato al dio bifronte Giano, che può guardare sia indietro che davanti, al futuro. il passaggio del vecchio al nuovo porta con sé piatti e ingredienti speciali In Cina, seguendo il calendario lunare, l’inizio del nuovo anno ha tradizionalmente una data diversa ogni volta, ma sempre compresa tra 21 gennaio e 20 febbraio. Altro capodanno popolare è quello iraniano che coincide con l’equinozio di primavera. È la festa del rinnovamento e della rinascita, un’antica tradizione di origine persiana che prende il nome di Norouz. Al di là delle eredità culturali e delle date, c’è sempre un solo modo per celebrare un momento così importante: il cibo. Sì, a questo passaggio dal vecchio al nuovo sono legate tante ricette e ingredienti speciali che rendono ancora più interessante questo giorno dell’anno. Scopriamo i piatti di Capodanno tipici nel mondo.
- Vinegret: insieme alla salat Olivye, l’insalata russa, questa ricetta è sempre presente sulle tavole russe per le grandi feste, specie se si tratta di capodanno. Fa parte dei zakuska, gli antipasti, e deve il suo nome alla vinaigrette francese. Questa insalata di cubetti di barbabietola, carote e patate bollite e sottaceti è infatti condita con olio (d’oliva o di semi), aceto e a volte una punta di senape. E non può mancare un bicchierino di vodka per iniziare al meglio l’anno nuovo.
- Toshikoshi soba: con la loro forma allungata, quasi infinita, i noodles sono simbolo di longevità, sempre presenti nei capodanni asiatici. In Giappone, in particolare, il 31 dicembre (Ōmisoka) si gustano noodles di grano saraceno nel brodo dashi, una tradizione che risale al periodo Edo (1603-1868). Secondo alcuni, essendo un piatto semplice e salutare, è un modo per propiziarsi un anno di buona salute. Inoltre il grano saraceno è una pianta resistente ed è quindi di buon auspicio. Si dice anche che questi noodles avanzati portino sfortuna nel campo economico quindi si fanno piccole porzioni in modo che non ne rimanga nulla. Un ottimo modo per evitare gli sprechi purtroppo frequenti in questo periodo di festa.
- Samanu: è il dolce del capodanno iraniano con un ingrediente molto particolare, davvero simbolo di rinascita. Stiamo parlando dei germogli di grano. Tradizionalmente prima di mettere le mani in pasta è quindi necessario far germogliare il grano e raccoglierne i germogli. Da questi si ottiene un succo che viene impastato con farina e acqua. Si lascia sobbollire per un paio d’ore, fino a ottenere una crema dal color nocciola. A questo punto si aggiunge acqua di rose e scaglie di frutta secca. Oggi, per velocizzare la preparazione del samanu si trova in commercio la sohan, la farina di germogli di grano.
- Erwtensoep: in Olanda si festeggia l’arrivo del nuovo anno con una zuppa densa a base di piselli spezzati, nota anche con il nome di Snert. Per essere veramente buona deve avere una consistenza talmente corposa che puoi metterci dentro un cucchiaio e questo rimarrà fermo in verticale. Per questo motivo, viene sempre cucinata con un giorno in anticipo. Come ogni grande tradizione culinaria, ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, ma tra gli ingredienti non può mancare la salsiccia affumicata olandese (rookworst), patate, cipolla, sedano, carota, carne di maiale e profumate foglie di alloro. Di solito viene servita con pane di segale e strisce di pancetta (speklapjes).
- Kransekage: in Danimarca, e in generale in Scandinavia, le feste profumano di marzapane. E per le grandi occasioni, come il capodanno, si usa creare una torta alta, una specie di torretta, impilando tanti centri concentrici di marzapane (anche più di 18), decorati con una glassa color neve. A volte al centro può essere posizionata una bottiglia di bollicine o di Akvavit, il distillato nordico ricavato dalle patate. In Norvegia questa specialità viene chiamata Kransekake ed è spesso proposta pure come torta nuziale.
- Marzipanschweinchen: sapete che la pasta di mandorle è sinonimo di ricchezza? Deriva, infatti dall’arabo, mauthaban che significa moneta. E se i paesi scandinavi usano questa preparazione per creare l’appena citata Kransekage, la torta di ghirlanda, nelle zone di lingua tedesca si creano con il marzapane dei simpatici maialini. Sono regalati per augurare uno splendido anno nuovo ad amici e parenti. Del resto, il maiale è un animale benaugurante. La sua carne è icona di sazietà e guadagni, mentre l’immagine dell’animale con il naso all’insù, spesso raffigurato anche nei Marzipanschweinchen, sta a significare il progresso.
- Tāngyuán: la sfera è la forma perfetta per eccellenza e, in più, questa forma, nel capodanno cinese, simboleggia l’unità della famiglia e la gioia dello stare insieme. Ecco allora il Tāngyuán, le polpette cinesi di riso glutinoso, simili ai mochi giapponesi, rappresentano la ricetta ideale per concludere i festeggiamenti per il nuovo anno ovvero la festa delle lanterne, l’ultimo giorno delle celebrazioni del capodanno in Cina. A seconda delle zone del Paese possono essere farcite con pasta di sesamo nero o di fagioli rossi, fiori d’osmanto, arachidi sbriciolate o scorza di mandarino, ma anche cioccolato nelle versioni più moderne. Possono poi essere bollite e servite nel brodo caldo o nello sciroppo oppure fritte. Ancora, in alcuni casi il riso viene colorato con coloranti naturali.
- Sauerkraut e cavoli: il cavolo cappuccio fermentato, i crauti che ben conosciamo dalla cucina altoatesina, è un classico del capodanno in Europa e tra le famiglie di immigrati nel Nuovo Mondo. In Germania sauerkraut è icona di felicità ma soprattutto prosperità quindi più crauti si mangiano più si guadagnerà nell’anno che sta iniziando. Tradizionalmente, il primo barattolo di crauti dopo otto settimane di fermentazione è aperto proprio la sera del 31 dicembre. E questa preparazione, insieme alla carne di maiale, è d’obbligo anche nelle famiglie americane con antenati tedeschi, soprattutto in Pennsylvania. In Polonia si mangia il bigos, uno stufato di crauti, carne e spezie, mentre in Ungheria si dice che mangiare involtini di cavolo porti salute e prosperità nell’anno nuovo.
- Vasilopita: in Grecia e nei Balcani il 1° gennaio coincide con la festa di San Basilio, che porta i doni ai bambini. Ed è proprio a questo santo che è dedicata la torta del nuovo anno, la vasilopita. Si tratta di un dolce soffice, dalla forma tonda, cosparso di zucchero a velo, zuccherini colorati oppure sulla sua superficie è disegnato il numero del nuovo anno con le mandorle. Ha due particolarità che lo rendono unico. La prima è che una monetina è stata nascosta nell’impasto e chi la trova nella propria fetta avrà un anno particolarmente ricco e felice. La seconda caratteristica è il rito con cui viene distribuito il dolce. La prima fetta è tagliata in onore a Gesù Cristo, la seconda viene destinata alla Madonna, la terza a San Basilio e poi man mano ai vari membri della famiglia a partire dal più anziano.
- Soup Joumou: questa zuppa di Haiti ha una tradizione molto particolare. Non segna solo l’inizio del nuovo anno, ma è il ricordo dell’indipendenza dalla Francia e la fine della schiavitù. Più rinascita di così? Questa prelibata ricetta era, infatti, riservata ai dominatori. Gli schiavi erano costretti a prepararla ma non potevano assaggiarla. Questo fine al fatidico giorno, il 1° gennaio 1804 quando Jean-Jacques Dessalines dichiarò l’indipendenza. Ma quali sono gli ingredienti di questa preparazione così significativa? Vari tipi di verdure, ma, in particolare, non può mai mancare la zucca. Poi la carne di manzo e tante erbe aromatiche e spezie, tra cui prezzemolo, timo e l’aromatico peperoncino Scotch bonnet, tanto apprezzato nella cucina caraibica.
- Tteokguk: è la ricetta delle feste ma, in particolar modo, del capodanno coreano. Come tanti piatti tipici di questo periodo, ha il valore simbolico di essere una preparazione benaugurante. In generale, nella Corea del Sud, le zuppe identificano un nuovo inizio e le sottili sfoglie di riso (garae tteok) che caratterizzano questa ricetta, per la loro forma tondeggiante, ricordano le monete e quindi sono un’icona di prosperità e benessere. Alla base della preparazione c’è il guk, il brodo, che può essere fatto con la carne (pollo, ma soprattutto manzo), il pesce (specie le acciughe) o le alghe. A questi semplici ingredienti si possono aggiungere pezzetti di carne, uova, aglio, cipollotto, sesamo o le alghe nori aromatizzate con olio di sesamo e sale (gim).
- Hoppin’ John: nel Sud degli Stati Uniti i fagioli, come le lenticchie, sono icona di abbondanza e ricchezza. Attenzione, non tutti i fagioli sono magici, ma sono i black-eyed peas, i fagioli dall’occhio nero. Ecco che allora non possono che essere protagonisti della specialità del capodanno. Non solo. Una monetina deve essere messa sotto ogni piatto. Come sono cucinati questi legumi? Hoppin’ John è un’insalata di fagioli, riso, bacon e verdure. Le sue origini sono avvolte nel mistero così come quelle del suo nome. Secondo la leggenda, Hoppin’ John era un povero signore zoppo che vendeva piatti di riso e fagioli per le strade di Charleston, nella Carolina del Sud. Secondo gli storici è probabile che il termine sia nato per assonanza con il modo con cui i creoli francesi della Louisiana chiamavano questi legumi, pois a pigeon.
- Feijoada: fagioli protagonisti anche del piatto nazionale brasiliano che non può mancare sulle tavole delle feste, a partire dal primo giorno dell’anno. Si tratta di uno stufato di carne di maiale e fagioli neri. Può essere accompagnato da riso bianco, salsicce, tocchetti di formaggio, verdure saltate in padella o spicchi di arancia. Come tutti i grandi classici, ogni famiglia ha la sua ricetta che si tramanda di generazione in generazione. C’è una cosa che mette però d’accordo tutti: il miglior abbinamento con la feijoada è la cachaça, l’acquavite brasiliana ricavata dalla distillazione del succo di canna da zucchero.
- Brandada de bacalao: anche il pesce è un ingrediente importante a capodanno. Sta indicare una vita serena, tranquilla e prosperità. E in Spagna, così come in Italia, la materia prima più presente per le feste è il baccalà. In particolare la brandada de bacalao è una crema di baccalà tradizionale della cucina catalana. La ricetta è simile al baccalà mantecato veneto, con l’aggiunta delle patate. La crema è spalmata su pane tostato e portata in tavola come aperitivo.
- Frutta tonda: concludiamo questo viaggio con un ultimo ingrediente benaugurante, la frutta. Nessuna preparazione paziente, niente forni o fornelli accesi per ore. Nelle Filippine, il cibo che più rappresenta l’inizio del nuovo anno sono 12 frutti dall’aspetto rotondo. Come abbiamo visto, questa forma ricorda quella delle monete e quindi richiama l’idea di un anno nuovo di benessere economico. La stessa cosa avviene nell’arcipelago asiatico dove si crede che mangiare frutti come mele, arancia, meloni, uva, litchi, pere asiatiche, longan, mangosteen, prugne, ciliegie porti fortuna al nuovo anno. Assolutamente vietati invece i frutti con protuberanze come l’ananas o il jackfruit che potrebbero, invece, aumentare le difficoltà e gli ostacoli in futuro. Curiosità: i filippini sono talmente legati alla forma rotonda che per capodanno cercano pure di vestirsi preferibilmente con abiti a pois.