Director’s Drop: Masterchef Italia 10
Un’opinione spassionata sulla prima puntata della decima edizione di Masterchef.
Quando inizia Masterchef è Natale. Sempre, da 10 anni. Dopo X-Factor basta una sola settimana ed ecco arrivare il simpatico carrozzone della cucina, tra giudici cattivelli ma in fondo buoni e concorrenti disastrosi ma pure un po’ preparati. Lo adoro. Mi è sempre piaciuto questo programma, dalla prima edizione in poi. Mi sono perino presa uno dei concorrenti a bordo di Agrodolce, il nostro Conte Garozzo, perché bravo e preparato. Ma che drop sarebbe senza un po’ di polemica?
Per quanti danni la Pandemia ha fatto una cosa di buono ce l’ha: ha costretto tutti a ripensarsi, a reinventarsi, a rinnovarsi. Dopo la prima puntata però, qui sembra tutto fermo. Congelato. Un leggero imbonimento dei giudici (della serie dopo tutta sto sofferenza potrò mai urlarti contro?), una maggiore empatia per concorrenti da storie particolarmente toccanti (del tipo non state male solo voi) ma per il resto stessi schemi, stesso plot. Qualcuno potrebbe obbiettare: “Ma siamo alla prima puntata“. Sì, lo so. Per questo metto le mani avanti e spero che anche Masterchef sappia portare qualcosa di profondamente nuovo in questa edizione del decennale, perché se lo merita e noi gli siamo affezionati.
Per questa e altre riflessioni ascoltate il podcast.