Pomodorini: le migliori varietà da provare
In Italia si coltivano numerose varietà di pomodorini, una più gustosa dell’altra. Le troviamo nelle regioni più calde del Paese, partendo dalla Campania per arrivare alla Puglia, fino naturalmente alla Sicilia.
Si fa presto a dire pomodorini. Ingredienti di sfiziosi primi e secondi piatti, insalate estive, ma anche come condimento per bruschette, torte salate, focacce e altri lievitati. Ma non esiste un’unica tipologia di pomodori in formato mini; ce ne sono diverse, si apre un piccolo – e gustoso, nonché salutare – mondo. Tutti (o quasi) conoscono il ciliegino e il datterino, poi si va oltre. Alla scoperta di varietà meno note ma ugualmente ricche di gusto. Da provare il prima possibile.
Ciliegino
La varietà più conosciuta e diffusa. Di forma tondeggiante, il ciliegino è poco più grande di una ciliegia. Il sapore è dolce e intenso, ma non privo di una gradevole nota di sapidità. Dal punto di vista qualitativo, il migliore è il pomodoro di Pachino Igp, coltivato in Sicilia. Con il tempo, il termine pachino è diventato sinonimo di ciliegino.
Datterino
In un’ideale classifica, quanto a notorietà il datterino conquista il secondo posto dopo il ciliegino. Dalla forma un po’ allungata, è stato selezionato all’inizio del Duemila: si tratta quindi di un ortaggio piuttosto giovane. Esistono diverse varietà, cambiano sia i colori che le dimensioni. È molto amato per la sua versatilità in cucina.
Piccadilly
Il piccadilly cresce in grappoli, è di un colore rosso intenso, ha una forma ovale e leggermente appuntita. Ha un sapore agrodolce e una consistenza croccante. Si rivela perfetto per la preparazione di salse e sughi, ma anche in insalata è ottimo.
Regina di Torre Canne
Il pomodoro Regina di Torre Canne, tipico dell’Alto Salento, si chiama così perché la forma del peduncolo ricorda una coroncina. Le bacche sono piccole e tonde, la buccia è piuttosto spessa. La raccolta comincia a luglio, una parte viene subito destinata al consumo mentre i restanti pomodorini si lasciano appassire fino a settembre, ovvero il periodo in cui il cotone è pronto per la filatura. A quel punto si legano – per i peduncoli – ai fili di cotone: sono le cosiddette ramasole, cioè grappoli che si conservano fino all’aprile successivo. Questo procedimento viene anche identificato con la definizione pomodori da serbo.
Pomodorino di Manduria
Presidio Slow Food, il pomodorino di Manduria prende il nome dalla località in cui si coltiva, situata nel Salento settentrionale. È piccolo, ovale con un piccola punta finale, ha la buccia sottile e un colore rosso acceso. Il sapore è deciso, un po’ acidulo. Tradizione vuole che venga gustato col carosello, cetriolo a sua volta tipico della zona, o utilizzato per preparare l’insalata jatedda. Gli altri ingredienti sono aglio, capperi, sale, origano e olio. La combo con le frise è formidabile.
Pomodorino del Piennolo del Vesuvio
Il pomodorino del piennolo è tra le varietà più rappresentative della Campania, in particolare dell’area vesuviana. I piennoli sono i grappoli creati manualmente per mezzo di fibre vegetali e poi appesi alle pareti o ai soffitti. Questi pomodorini sono simili ai ciliegini ma presentano dei solchi laterali e un pronunciato pizzo all’estremità. La polpa è soda e compatta, poco succosa; il sapore è dolce ma vira verso l’acidulo. I pomodorini del Piennolo del Vesuvio si conservano a lungo e vengono utilizzati nella preparazione di primi e secondi sia di pesce che di carne, ma anche più semplicemente per insaporire le fette di pane. Un filo d’olio di oliva, sale, qualche foglia di basilico e sono una meraviglia.
Verneteca sannita
Presidio Slow Food dal 2019, il pomodorino verneteca sannita appartiene alla famiglia dei ciliegini e si riconosce subito dalla buccia color giallo-arancio. La polpa è invece rosata, leggermente acidula. Purtroppo la produzione è oggi molto limitata, tuttavia si sta lavorando per incrementarla. Come gustare il pomodorino verneteca? Crudo, insieme al pane fresco. Ma anche per preparare sughetti: gli abbinamenti con i peperoni verdi, la ricotta salata e le noci, per esempio, sono da 10 e lode.
Conclusione
Qualsiasi sia il pomodorino che preferite ricordate di farne scorta durante la stagione calda e se siete in zone che climaticamente lo permettono provate a replicare l’antica arte del pomodoro appeso. Se invece non vi va di sperimentare potete sempre ricavare ricchi sughi da trasformare in conserve o da lasciare in freezer.