6 porta pranzo per ogni esigenza
L’offerta dei contenitori porta pranzo è ampia, dalla gavetta vintage al lunch box con connessione usb, ecco 6 contenitori per ogni esigenza.
C’era una volta il pranzo al sacco: un pasto cioè consumato in un luogo diverso da quello domestico, che deve il suo nome al sacchetto di carta, tela o stoffa che lo contiene durante il trasporto. Oggi che la necessità di consumare un pasto fuori casa è in forte aumento, è importante che il cibo preparato a casa sia vario, gustoso e sano e che mantenga le stesse caratteristiche fino all’ora di mangiarlo. Con queste premesse anche l’offerta dei contenitori si è adeguata e il più classico dei sacchetti di carta è ora affiancato da recipienti che hanno origini e caratteristiche diverse per rispondere a ogni esigenza. Ecco i 6 porta pranzo più usati e perché sceglierli.
- Schiscetta. Schisciare, in dialetto milanese, significa schiacciare. Il verbo si riferiva al cibo schiacciato in contenitori di metallo e portato sul posto di lavoro per essere consumato nella pausa pranzo. Oggi si trovano sul mercato schiscette di tutti i tipi che, ben lontane da rovinare il loro contenuto, sono invece adatte per mantenere il cibo caldo o, al contrario, ben freddo a seconda dei desideri del fruitore.
- Gavetta. Il nome gavetta, ma per certi versi anche gamella o marmitta, è indissolubilmente legato all’ambito militare, all’esercito e, nella peggiore delle ipotesi, alla guerra. Ma anche in tempo di pace la gavetta può risultare molto utile. Questa infatti non è solo un semplice recipiente per trasportare cibo, ma, grazie al materiale con cui è fatta – molto spesso alluminio, ma anche acciaio e persino titanio – permette di scaldare o addirittura cuocere gli alimenti al suo interno, appoggiandola direttamente sul fuoco, fornelletto o legno che sia. Lo sanno bene campeggiatori e boyscout.
- Lunch box. Attorno alle lunchbox ruota tutto un mondo, ce ne sono di tutte le dimensioni e per tutti i gusti: da quella più classica in metallo a quella più tecnologica collegabile via usb al computer o all’accendisigari della macchina per scaldare le vivande senza bisogno del microonde; da quella mono porzione il cui coperchio funge anche da piatto a quella a incastro e multiscomparto dove ogni cibo ha la sua esatta collocazione e anche condimenti e posate trovano alloggio; da quella flessibilissima che si trasforma in tovaglietta a quella personalizzabile per essere alla moda e originali anche durante la pausa pranzo.
- Borsa termica. Non c’è attraversata in macchina dell’Italia che si rispetti o pranzo di famiglia sotto l’ombrellone che non preveda la presenza di una borsa termica. Di plastica rigida o flessibile e ricoperte internamente di alluminio, le borse termiche non contengono direttamente gli alimenti, ma aiutano a mantenere a temperatura i cibi suddivisi in tutta una serie di contenitori. Nei ricordi di ognuno di noi ce n’è sicuramente una talmente piena di mattonelle di ghiaccio da rischiare di non riuscire a contenere nient’altro. Adatta alle grandi quantità.
- Bento. Per quanto impegno possiamo mettere nel preparare il pasto da consumare fuori casa, noi italiani non arriveremo mai ad eguagliare la creatività e l’eleganza di certi bento giapponesi. Il bento è una scatola, generalmente di legno laccato o di plastica, suddivisa in vari scompartimenti, creata per contenere cibi e bevande. Molto utilizzati nella quotidianità giapponese, vengono composti seguendo criteri, oltreché alimentari, anche estetici ottenendo dei risultati spettacolari. In ogni caso, potete scommetterci, anche il bento più semplice sarà come minimo cromaticamente coordinato con le bacchette, la tovaglietta e la carta o stoffa che lo ricopre durante il trasporto.
- Quentinha. La quentinha è un contenitore in alluminio, una sorta di vassoio rotondo poco più grande di un piatto, all’interno del quale è trasportata una porzione di cibo, tipico del Sudamerica e in particolare del Brasile. Un unico scomparto per contenere carne, riso, fagioli, salse e verdure da mangiare dove preferite.
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