Pranzo della domenica: dove andare a Napoli e provincia
Il pranzo della domenica a Napoli significa famiglia, ma spesso con le belle giornate si mangia anche fuori: ecco 20 ristoranti da provare.
La domenica a Napoli è casa, famiglia, relax. Si sta insieme alle persone a cui si vuole bene per staccare dal tran tran settimanale. Il napoletano è tradizionalista, dopo i bagordi del sabato sera preferisce trascorrere almeno la domenica a riposo, quando il bel tempo ritorna, non ci si nega un pranzo fuori al ristorante o in trattoria la sveglia suona più tardi, si esce giusto per un caffè con gli amici e poi dritti di nuovo a casa, perché diciamolo è difficile rinunciare alle coccole, alla cucina di mammà e soprattutto al vassoio di dolci postprandiale. Però, specialmente quando il clima concilia, quando il bel tempo favorisce le passeggiate all’esterno, magari sul lungomare, il popolo partenopeo non si nega un pranzo fuori al ristorante o in trattoria, ovviamente sempre in compagnia di amici e parenti. L’offerta di locali aperti è ampia e varia dalla trattoria al ristorante di un certo livello, fino ad arrivare alla gita fuori porta, magari nelle immediate vicinanze, giusto per non rinunciare alla pennichella pomeridiana. Ecco l’elenco di alcune strutture dove pranzare la domenica a Napoli e nella vicina provincia.
- Filumè (piazza del Gesù): un bistrot napoletano in pieno centro storico. Se avete intenzione di fare una passeggiata nei luoghi storici che caratterizzano la città, questo locale è una tappa obbligatoria perché propone una cucina insolita, non scontata, ricca di sorprese. Fernando Squitieri e Salvatore Mennella propongono piatti che seguono i criteri di stagionalità e prima qualità. Sono da tenere in considerazione anche le pizze.
- Buatta (via Filippo Cifariello, 14): una trattoria tutta al femminile. Siamo al centro del Vomero ed Emma e Angela Gargiulo vi accoglieranno in questa struttura che identifica le classiche case napoletane, con tanto di pomodorini del piennolo appesi in bella vista, dove il menu vi viene dettato a voce, perché i piatti sono stabiliti giorno per giorno anche in base alla spesa. Gli antipasti variano dalla classica parmigiana di melanzane ai carciofi fritti, così come i primi dalla genovese alla pasta e patate con i lupini e così via.
- Trattoria San Ferdinando (via Nardones, 117): siamo a due passi da via Toledo. Dopo un giro per i negozi, tra quelli aperti anche di domenica, il pranzo in questa trattoria ci sta tutto. Cucina classica ma ben elaborata, ambiente tipico delle trattorie napoletane, tovaglie e tendine a quadri, alle pareti bottiglie di vino e alcune foto che raccontano un po’ la storia della trattoria e dei suoi gestori. Da segnalare i piatti a base di pesce, come le linguine con granchio e scampi, e la pasta e fagioli.
- Antica Cantina di Sica (via Bernini, 17): la cantina esiste dal 1936, ma dal 2006 ha cambiato gestione, e l’attuale titolare ha scelto di chiamarlo così, riferendosi al nome dello storico proprietario. Rimanendo in linea con la cucina tipica napoletana, Ciro ha portato un po’ di innovazione nella proposta culinaria selezionando personalmente i prodotti per i suoi piatti. Un esempio a caso, la genovese è realizzata con cipolla ramata di Montoro. Ultimamente è stato effettuato un ampio lavoro sulla pizza, scegliendo farine di alta qualità e prodotti Dop.
- Zi Teresa (via Borgo Marinari, 1): stiamo parlando di uno dei ristoranti più storici della città. Appena imboccate il ponte che vi porta a Castel dell’Ovo, sarete subito catturati e incuriositi da uno dei locali che ha fatto la storia di Napoli. La sua apertura risale a fine Ottocento e ancora oggi Zi Teresa è un punto di riferimento per i cittadini e per i turisti. Cucina marinara, questo è logico, data la posizione. Ultimamente ha rispolverato il vecchio arredamento, aggiungendo elementi più pratici e moderni. Anche qui si parla di pizza, non solo di ristorante.
- Veritas (corso Vittorio Emanuele 141): è nato come wine-bar ma si è poi trasformato lentamente in un interessante ristorante. Grazie all’intuito di Stefano Giancotti e dello chef Gianluca D’Agostino, il locale è sempre più apprezzato per la cucina ricercata fatta di eccellenti materie prime. Dall’antipasto al dolce, sarete guidati in un percorso gastronomico che vi farà viaggiare tra i sapori del territorio. Un dolce unico è la Pera sciroppata ripiena di ricotta al pepe rosa e briciole di amaretti.
- Palazzo Petrucci (piazza San Domenico Maggiore 4): se vi volete regalare una domenica stellata, Palazzo Petrucci è il posto che fa per voi. La cucina è a vista per una scelta dell’executive chef Lino Scarallo, la cui cucina ha subito conquistato la guida Michelin che gli ha assegnato una stella. Lo chef interpreta la tradizione e i prodotti del territorio presentandoli in un’ottica diversa dal solito. Ad esempio troverete la Genovese racchiusa in un raviolo su guazzetto di vongole oppure scoprirete la Metamorfosi di un roccocò, dolce tipico natalizio.
- La Cantinella (via Cuma, 42): affacciato sul golfo di Napoli, questo ristorante propone una cucina che spazia tra la tradizione partenopea e quella internazionale, visto che oltre a essere punto di riferimento per tanti clienti affezionati, è uno dei locali preferiti anche dai turisti, soprattutto per la location. Tutto sostanzialmente si basa sui piatti a base di pesce, se amate il crudo di mare non rimarrete delusi. Tra i primi segnaliamo gli Spaghetti verdi ai broccoli piccanti, acciughe del Cantabrico affumicate, pomodoro secco e timo.
- Napoli Mia (riviera di Chiaia 269/a): dopo il recente restyling, l’ambiente ha acquisito una nuova luce, un nuovo colore. Ma la cucina di Antonella Rossi è sempre in evoluzione, come dimostrano i suoi piatti, un menu che cambia in base alle stagioni. Tutto vi conquisterà, a cominciare dal pane fino ad arrivare al dolce. I prodotti che descrivono un territorio, questa è la carta vincente della chef, aiutata in sala dal marito che vi suggerirà degli ottimi vini in abbinamento alle pietanze.
- Hachè (via Partenope 6): facciamo ancora un salto sul lungomare liberato. Polpette, questo è il significato di Hachè. Nonostante il francesismo, le polpette sono preparate alla maniera napoletana ovviamente, sia di carne che di pesce. Ma Hachè è anche ristorante di cucina tradizionale rivisitata in chiave moderna e inoltre pizza gourmet. Quindi in base alle vostre richieste sarete accontentati.
- L’angolo del paradiso (via Kerbaker, 152): il ristorante/pizzeria situato al Vomero è costituito da una piccola sala con un numero di coperti ridotto, per cui vi consigliamo la prenotazione se non volete attendere troppo. Però l’attesa sarà compensata da un’ottima cucina tradizionale e di qualità, di cui vi consigliamo l’ampia scelta di antipasti e i primi piatti. L’angolo del paradiso è anche pizzeria, uno dei suoi punti di forza.
- Il Comandante (via Cristoforo Colombo, 45): in zona portuale, di fronte alla stazione marittima, c’è l’hotel Romeo, al cui interno si trova il ristorante stellato, guidato dallo chef Salvatore Bianco. Un giusto mix tra cucina campana influenzata da tendenze orientali che caratterizzano la formazione del cuoco. Il nome del ristorante è dedicato al Comandante, Achille Lauro, la cui flotta aveva sede nel palazzo dove ora è ubicato l’hotel. Una chicca tra gli antipasti è l’uovo su fonduta di Caciocavallo Podolico, con tartufo e pane integrale.
- Ristorante Pizzeria Mattozzi (via Filangieri, 16): anche se la famiglia Mattozzi in città è storicamente nota soprattutto per la pizza, in questo ristorante è possibile testare un’ottima cucina tradizionale. Piatti che ripercorrono la storia della cucina napoletana alla maniera della nonna, ottima selezione di materie prime come la mozzarella. Da testare la parmigiana di melanzane, la genovese e la pasta e fagioli. Se invece opterete per la pizza, vi potrà capitare comunque al tavolo qualche primo da assaggiare.
- La Stanza del Gusto (via S. Maria di Costantinopoli, 100): Mario Avallone è un personaggio sui generis nella cultura della cucina partenopea. Una volta entrati nel suo mondo, che affaccia nell’eccentrica piazza Bellini, bisogna solamente affidarsi alla sua creatività. Tutto ciò che rappresenta prodotti di qualità, dai salumi ai formaggi e tanto altro, lo troverete qui, da Mario. I nostri consigli sono il sartù di riso in bianco, la millefoglie di zucchine e ricciola affumicata, la caponata di melanzane e polpo arrostito, gli gnocchi di pane e scarola alla monachina.
- La Fattoria del Campiglione (via Vicinale Campana, 2 - Pozzuoli): a pochi minuti di auto dalla città, questo luogo è l’ideale per mangiare bene e per stare serenamente in compagnia. In una zona nota ai più soprattutto per i piatti di mare, La Fattoria del Campiglione rilancia con una proposta tutta a base di carne proveniente da ogni parte del mondo. Da non perdere i paccheri alla genovese, gli antipasti composti da sette assaggi che rispettano i criteri di stagionalità e ovviamente le carni.
- ‘E Curti (via Padre Michele Abete, 6 - Sant’Anastasia): se la domenica è famiglia e casa, qui Angelina Ceriello vi accoglierà come se foste dei suoi parenti. Una cucina napoletana autentica e verace la sua, non si accettano declinazioni, tutto viene preparato secondo le antiche ricette di famiglia. Ragù fatto con i pomodorini del piennolo del vicino Vesuvio, minestra maritata e zuppa di soffritto in inverno e il loro nocillo a fine pasto per digerire.
- La Caletta dello Scrajo Terme&Spa (via Luigi Serio SS145, 10 - Vico Equense): se non vi lasciate prendere dalla pigrizia e siete temerari, una passeggiata, tra primavera ed estate, fino a Vico Equense si può fare, basta partire in tempo e non lasciarsi scoraggiare dalla paura del traffico. Ma la cucina di Danilo Di Vuolo vale ben la pena del viaggio. Mare e terra nei suoi piatti uniti da un denominatore comune: la passione per i prodotti del territorio.
- La Bifora (via Virgilio, 210 - Bacoli): zona dei Campi Flegrei, il mare a portata di mano, quindi cucina marinara. Michele Grande è il cuoco che si occupa del ristorante aperto dal suo papà negli anni Ottanta. Gli antipasti proposti partono dalle classiche bruschette, insalata di mare, panini al nero di seppia, polipetti affogati e se siete appassionati di crostacei crudi, non potete perderveli. Un classico sono gli spaghetti ai ricci di mare.
- O’ Russo (via Marano Pianura, 317 - Marano di Napoli): sulla linea di confine tra Napoli e Marano, nella zona collinare dei Camaldoli, si trova questo ristorante famoso soprattutto per la zuppa di cozze. Orde di napoletani la domenica si mobilitano per la loro ricca ‘mpepata, a cui si aggiunge polpo a pezzetti, facendola diventare quasi un’insalata di mare. Gli altri piatti più richiesti sono i mezzanelli lardiati e la minestra maritata, preparata non solo nel periodo invernale.
- La Pentola Magica (via Nola, 158 - San Gennaro Vesuviano): pur trovandosi nell’entroterra, da Giuseppe Ciriello si va soprattutto per mangiare a base di pesce. Lo si intuisce dagli antipasti, ma il must è il baccalà presentato in 3 versioni: marinato, fritto e arrostito. Unendo le ricette della sua nonna alla sua creatività, ha messo a punto vari piatti che stuzzicano i palati di molto. Anche i dolci non sono niente male, soprattutto quelli classici come babà e sfogliatelle.
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