L’Italia sul podio per inclusività alimentare! Di cosa si tratta?
Rispetto ad altri Paesi europei, il nostro settore della ristorazione rispetta moltissimo le diverse esigenze alimentari, ma anche la necessità di sostenere i consumatori a basso reddito. Ecco perché aumentano gli utenti delle piattaforme che consentono di salvare il cibo a prezzi scontati.
Cosa è l’inclusività alimentare? L’accoppiata di parole non è tra le più semplici ma il significato è facilmente intuibile. Si parla di inclusività alimentare quando la proposta alimentare rispecchia le esigenze di un gruppo variegato di consumatori con necessità atipiche rispetto alla dieta onnivora dominante. È il caso, per esempio, di diete legate a motivi religiosi, intollernze, regimi alimentari vegetariani o vegani. Ebbene, nel nostro Paese, la maggior parte dei ristoratori rispetta questa food diversity. È quanto emerge da un sondaggio che l’Osservatorio sulla Inclusivity in Business Activities che SumUp – azienda globale di tecnologia finanziaria presente in Italia, Regno Unito, Francia e Germania – ha condotto tra gli esercenti di cui è partner.
Ristoranti attenti a tutti i regimi alimentari
Secondo i dati, l’Italia spicca per l’approccio inclusivo alla ristorazione, perché il settore dell’horeca è sempre più attento a intolleranze e regimi alimentari non convenzionali: il 61,2% propone alternative vegane e/o vegetariane, il 60% opzioni gluten-free, il 58.8% varianti prive di lattosio. Il 40% dei commercianti, inoltre, dichiara di offrire ai consumatori prodotti biologici.
“L’attenzione all’inclusione è un tema sempre più centrale – ha commentato Umberto Zola, Growth Marketing Lead di SumUp – ascoltare i bisogni dei clienti e rispondere con azioni concrete premia esercenti e ristoratori, in particolare con una maggior fidelizzazione. L’attenzione alla sostenibilità, alle diversità alimentari e alla riduzione del potere d’acquisto, diventa quindi un elemento di vantaggio competitivo per le attività commerciali, e allo stesso tempo un messaggio valoriale forte”.
Commercianti attenti ai prezzi
Potere d’acquisto, perché non soltanto nell’inclusività alimentare il nostro Paese dimostra un atteggiamento virtuoso. Dagli stessi dati, infatti, emerge un’attenzione importante per le tasche della clientela: 6 commercianti su 10 (non solo del mondo food) adottano politiche commerciali atte a sostenere i consumatori a basso reddito. Scendendo nel dettaglio, il 40% propone sconti, il 32% promozioni, e ci sono anche offerte dedicate agli studenti.
La questione economica, insomma, rimane centrale. Ancora dall’inizio dell’anno scorso, l’aumento del costo della vita era già riverberato e continua a ricadere sul carrello della spesa. Nonostante una frenata negli ultimi mesi, i numeri Istat continuano a certificare che, se si fa il confronto con i dati di marzo 2023, la spesa alimentare è diventata più cara del +7.7%, ma con un volume di beni acquistati crollato del 5% circa.
Salvare il cibo ancora buono
Tutti questi fattori concorrono alla direzione di una spesa alimentare antispreco, che nel nostro Paese sta prendendo sempre più piede. È il motivo di tanto successo di applicazioni come Too Good To Go, che sta riscontrando, da allora, un importante incremento delle registrazioni e dell’utilizzo della app da parte degli utenti. Più 51% di download, secondo i dati diffusi, con circa 6 milioni di utenti in Italia alla fine dell’anno scorso.
“Dai nostri ultimi dati – afferma Mirco Cerisola, Country Director per l’Italia di Too Good To Go – abbiamo rilevato una maggiore frequenza e rapidità, da parte degli utenti, nell’acquisto della loro prima Surprise Bag su Too Good To Go e spesso non si limitano a farlo una volta sola. Alcuni vogliono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari, altri la considerano un’opportunità per provare prodotti nuovi dei commercianti locali, così come sono motivati anche dall’indubbio risparmio economico, che per molti gioca un ruolo sempre più nevralgico, specialmente oggi“.
Sconti su prodotti di qualità
Cibo di qualità, salvato a un costo vantaggioso (un terzo del prezzo al dettaglio) e che riduce contemporaneamente gli sprechi, è la formula per cui il servizio è diventato così popolare. E la questione non ha lasciato indifferenti neanche i commercianti, che, sempre l’anno scorso sono saliti di un +40% sulla piattaforma.
Su questa scia, il passo successivo è stato quello di risalire la filiera, fino ad arrivare a monte. Se finora con l’applicazione si potevano comprare, a prezzo scontato, buste sorpresa con all’interno tutti quei prodotti che bar, panifici, rosticcerie e supermercati avrebbero gettato via a fine giornata, pur essendo ancora buoni da mangiare, ora, per ridurre ulteriormente gli sprechi alimentari, l’evoluzione è quella della Box Dispensa. Che consente lo stesso tipo di acquisto, ma direttamente alle aziende alimentari.
Troppo cibo sprecato
Poiché stando a una ricerca condotta nel 2020 da Eurostat, infatti, la stima è che il 18% dello spreco di cibo si genera proprio nella fase della produzione, l’idea di fondo è quella di agire direttamente prima. Previsioni errate, eccessi di magazzino, ma anche errori operativi o di stampa delle etichette non consentono, ad alcuni alimenti, di finire sugli scaffali di negozi e supermercato. Sono perfettamente idonei per il consumo umano, ma non possono arrivare sul mercato. Fino a oggi.
“Lo spreco alimentare – spiega ancora Cerisola – è un problema enorme che coinvolge tutti i protagonisti della filiera. Mentre le nostre Surprise Bags aiutano rivenditori e negozi a salvare cibo, siamo consapevoli che una grande quantità di cibo perfettamente integro, buono ed adatto ad essere consumato andrà ancora sprecato durante la fase di produzione”.
Dunque, per accaparrarsi una tra le Box Dispensa non resta che aprire la nuova sezione dell’app, ribattezzata Consegna, in cui appare l’elenco delle scatole disponibili. La consegna è gratuita, a carico dell’app, ed è prevista solitamente nel giro di 2-4 giorni. Dentro è possibile trovare un’ampia gamma di alimenti, con date di scadenza e termini minimi di conservazione lunghi e che si possono conservare a temperatura ambiente. Quindi pasta, riso, pane, prodotti sott’olio, snack, cereali, preparati pronti, bevande, prodotti per l’infanzia, ma anche kit per dolci e alimentazione vegana. Per salvare il cibo, le tasche e l’inclusività alimentare.