Quali sono gli orari migliori per mangiare?
Mangiare seguendo orari prestabiliti, con una certa consapevolezza, è utile e salutare. Ecco qualche consiglio.
Alla domanda “Qual è l’orario migliore per mangiare?” qualcuno risponderà “sempre”. È certamente la risposta sbagliata. Perché in realtà darsi delle regole e avere degli orari prestabiliti per i pasti giornalieri è utile e consigliato, per tutta una serie di motivi. Cibarsi in alcuni orari piuttosto che in altri consente infatti di rispondere in maniera più adeguata alle esigenze del proprio corpo, oltre che a trarre il massimo beneficio dall’alimentazione. Non soltanto in termini di nutrienti, ma anche e soprattutto nel creare un’abitudine, un ritmo. Per evitare gli attacchi di fame (un concetto che andrebbe approfondito meglio) e mangiare in modo equilibrato. Torniamo quindi alla domanda iniziale: quali sono gli orari migliori per mangiare? Dipende.
Partiamo dal presupposto che siamo in una condizione di normopeso – un’ampia fascia di chili in cui oscillare per poterci definire in salute – e che quindi non stiamo cercando né di ingrassare né di dimagrire. In questa condizione ottimale, gli orari migliori per mangiare dipendono dalle nostre esigenze di vita. Significa tenere conto dell’orario in cui ci svegliamo, in cui andiamo a lavorare, in cui facciamo attività fisica, in cui andiamo a dormire. Il naturale scorrere del nostro tempo e dei nostri impegni: il nostro ritmo circadiano. Detto ciò, possiamo idealmente dividere gli orari migliori per mangiare in fasce quotidiane, di circa un paio d’ore ciascuna. Questo significa che sarebbe opportuno consumare i cibi in quel lasso di tempo per dare modo al nostro corpo (e al nostro cervello) di utilizzarne al meglio i nutrienti, al nostro metabolismo di funzionare correttamente e alle nostre abitudini a tavola di essere ben cadenzate. Senza rischiare abbuffate compulsive o, al contrario, sentire i morsi della fame.
Così, se ci alziamo alle 7, per esempio, ci fa gioco consumare la colazione nelle due ore successive al risveglio. Se facciamo lo spuntino a metà mattinata, pensiamolo tra le 10.30 e 12.30. Se invece saltiamo direttamente al pranzo, allora l’orario è dalle 12.30 alle 14.30 e così via. Per la cena, poi, meglio anticipare un po’ che procrastinare, per dare tempo al corpo di lavorare correttamente per la digestione e il riposo notturno. Secondo alcuni recenti studi, mangiare più nell’arco temporale che va dalle 9 alle 16 consentirebbe, in caso di obesità, di perdere più peso. Lasciare meno ricca, invece, l’alimentazione dal pomeriggio in poi, fino all’ora in cui andiamo a dormire, consentirebbe alla pressione sanguigna di rimanere più stabile, così come di tenere sotto controllo i livelli di insulina e zucchero nel sangue. Al di là delle patologie, visto che abbiamo assunto un’ideale condizione di normopeso come punto di partenza, avere degli orari migliori in cui mangiare è veramente il modo giusto di instaurare un rapporto equilibrato con il cibo, insieme a quello di imparare, facendosi magari seguire da un esperto nel settore, quali sono e di quanti cibi il nostro corpo ha bisogno.