Zuppa imperiale bolognese
Viene da lontano la ricetta della zuppa imperiale, la corroborante minestra associata alle festività che si gusta in Emilia Romagna: sarebbe stata Maria Luigia d’Asburgo di Lorena (o, meglio, la sua corte) a portarla in Italia.
La zuppa imperiale bolognese, pietanza che affonda le proprie radici, appunto, tra Bologna e Ravenna, è un primo piatto della cucina dell’Emilia Romagna che spicca per la sua ricchezza ed il suo sapore pieno. Strettamente legata alle festività (la si porta tradizionalmente in tavola a Natale e Pasqua), è uno di quei piatti da gustare rigorosamente in famiglia. Viene citata da Pellegrino Artusi nel suo libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” come minestra di semolino. Ma quali sono i suoi ingredienti principali, come si prepara e quali sono le sue più popolari varianti? Ve lo sveliamo di seguito.
La zuppa imperiale bolognese è una minestra – della quale, tra l’altro, esiste una ricetta depositata – composta da una serie di ingredienti. La sua base è costituita da cubetti di gnocchi di semolino che vengono fatti cuocere in forno prima di finire nel piatto. Qui, vengono completati da parmigiano grattugiato, noce moscata ed un corroborante brodo di carne.
In quanto alle sue origini, si ritiene che siano da rintracciare presso la corte di Maria Luigia d’Asburgo di Lorena, moglie di Napoleone I che poi diventò duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Fu probabilmente la sua servitù a portare in Italia una minestra simile a questa che, successivamente, venne “contaminata” da ingredienti locali quali ad esempio il Parmigiano Reggiano. Tra l’altro, sarebbe proprio per l’utilizzo di ingredienti “pregiati” per l’epoca, proprio come quest’ultimo, che avrebbe assunto l’aggettivo “imperiale”.
Consigli
Zuppa imperiale, ricetta depositata
Come anticipato, della zuppa esiste una ricetta depositata presso la Camera di Commercio di Bologna dall’Accademia Italiana della Cucina. Questa prevede: 120 g di semolino fine, 4 uova, 120 g di Parmigiano reggiano grattugiato, 70 g di mortadella (che però è facoltativa), 80 g di burro, noce moscata, sale e pepe. La particolarità della preparazione di questa versione risiede già nella realizzazione degli gnocchi di semolino: gli albumi vengono montati a neve per poi essere uniti ai tuorli, al semolino, al formaggio ed al burro sciolto. Nonché alla mortadella tritata finemente.
Conservazione
Zuppa imperiale senza semolino
Le varianti della zuppa imperiale sono diverse, ad iniziare da quella senza semolino, al posto del quale viene usata la farina. Ma, per farla senza glutine, si può ricorrere anche ad un mix di farina di riso e maizena. Inoltre, oltre che in brodo, la zuppa imperiale si può servire asciutta. Magari, servendola su una fonduta di parmigiano e completandola con una grattata di tartufo fresco per una sua rivisitazione gourmet.
Variante Zuppa imperiale bolognese
Interessante è anche la zuppa imperiale abruzzese che si realizza con una frittata tagliata a cubetti al posto degli gnocchi.