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Tutto quel che c’è da sapere sul Riso Integrale

di Francesca Panozzo 20 Giugno 2024 09:04

Riso Integrale: tutto quel che c’è da sapere su questo magnifico prodotto, vantaggi e svantaggi del suo utilizzo.

Che differenza c’è tra il riso bianco e quello integrale e perché scegliere uno invece che l’altro? Scopriamolo insieme

Il riso in Italia

In Italia vengono coltivate, oggi, tantissime varietà di riso: il consumatore infatti può scegliere tra circa 200 cultivar diverse, ognuna con le proprie caratteristiche, un sapore particolare e un impiego specifico. A livello merceologico, per facilitarne la commercializzazione, il riso viene diviso in quattro categorie: originario o comune, semifino, fino e superfino. Il riso comune ha chicchi piccoli e tondeggianti, è adatto alla preparazione di minestre in brodo e dolci poiché rilascia molto amido in cottura. A questa categoria appartengono, tra le altre, le varietà Balilla, Originario e Selenio.

Riso fino

Riso Fino

Il riso fino ha chicchi affusolati e lunghi; è ottimo per preparare supplì e timballi e tra le varietà più note contempla il Razza 77, il Ribe e il Sant’Andrea. I chicchi del riso semifino sono invece semi-allungati e di media grandezza; adatti a risotti mantecati e all’onda e ai minestroni. Sono risi semifini il Rosa Marchetti, il Padano e il Vialone nano. Appartengono, infine, ai superfini i risi forse più noti in Italia, dai chicchi molto grandi e lunghi, come l’Arborio, il Carnaroli, il Baldo, il Roma. Tutte e quattro queste categorie di riso possono essere utilizzate nella loro integralità, nella tipologia semi integrale o bianca.

Il riso bianco: lavorazione e caratteristiche

Il riso bianco subisce un processo di lavorazione più intensivo rispetto a quello integrale. Dopo la sbramatura, il riso bianco è ulteriormente sottoposto a sbiancamento e brillatura, che rimuovono gli strati esterni del chicco e il germe. Questo processo, sebbene riduca il contenuto di fibre, vitamine e minerali, conferisce al riso bianco una maggiore durata di conservazione e una consistenza più morbida, ideale per la preparazione di piatti come il risotto e il sushi.

Tempo di cottura e versatilità in cucina

Il riso bianco ha il vantaggio di un tempo di cottura ridotto, generalmente compreso tra 15 e 20 minuti, rendendolo una scelta rapida e conveniente per molti piatti. La sua capacità di assorbire facilmente liquidi e condimenti lo rende particolarmente versatile in cucina, permettendogli di adattarsi a una vasta gamma di preparazioni culinarie, dai piatti tradizionali italiani a quelli asiatici e internazionali.

Riso integrale

Riso Integrale

Il riso integrale è, in assoluto, quello meno lavorato: subisce, infatti solo un primo processo per renderlo commestibile, una sbramatura per liberarlo dagli strati più esterni e duri che ricoprono il chicco. Il riso che si ottiene in questo modo mantiene intatte tutte le sue proprietà nutritive, come i sali minerali e le vitamine che si concentrano proprio in quegli strati che vengono mantenuti nel riso integrale e allontanati in quello brillato, sottoposto invece a una lunga lavorazione di raffinazione.

riso integrale

Proprietà del riso integrale

Rispetto al riso bianco, dunque, quello integrale, pur fornendo le stesse calorie (circa 340 per 100 g) contiene più fibra, e di conseguenza, fornisce più gamma orizanolo, una sostanza in grado di abbassare il livello dei grassi nel sangue; più vitamine, in particolare quelle del gruppo B, fondamentali per la crescita e la vita delle cellule e quelle liposolubili contenute nel germe; più sali minerali, come calcio, potassio, magnesio; e una più alta percentuale di lipidi e proteine. Ma qualche piccola controindicazione c’è. La presenza delle membrane protettive del chicco rendono il riso più facilmente deperibile poiché il germe tende a irrancidire e non si conserva a lungo; inoltre lo rendono meno versatile in cucina poiché il rilascio dell’amido è minore ed è quindi meno adatto alla preparazione di alcuni piatti, come i risotti ad esempio, oltre ad avere tempi di cottura molto più lunghi, circa 50-60 minuti.

Benefici del riso integrale

Risotto integrale

Infine, se il riso è consigliato per prevenire stati d’ansia o contro l’insonnia e l’acqua di bollitura è ideale per favorire il ricambio idrico, migliorare la digestione e regolare l’intestino, quello integrale perde in parte le suo proprietà astringenti ed è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile o infiammazioni del tratto intestinale. Qui i nostri consigli su come cuocerlo. Come abbiamo detto il riso integrale è apprezzato per il suo alto contenuto di fibre, che favoriscono la digestione e contribuiscono alla sensazione di sazietà. Le fibre alimentari aiutano anche a regolare i livelli di zucchero nel sangue e a ridurre il rischio di malattie cardiache. Inoltre, il riso integrale contiene antiossidanti, come i fenoli e i flavonoidi, che hanno proprietà anti-infiammatorie e proteggono le cellule dai danni ossidativi.

Sostenibilità e impatto ambientale

La coltivazione del riso integrale è spesso considerata più sostenibile rispetto a quella del riso bianco. Poiché il riso integrale richiede meno lavorazione, consuma meno energia e risorse durante la produzione. Inoltre, le pratiche agricole biologiche e a basso impatto ambientale sono più comunemente adottate nella coltivazione del riso integrale, contribuendo a preservare la biodiversità e a ridurre l’inquinamento del suolo e delle acque.

Come integrare il riso integrale nella dieta quotidiana

Incorporare il riso integrale nella dieta quotidiana è semplice e può apportare numerosi benefici alla salute. È possibile sostituire il riso bianco con il riso integrale in molte ricette, come insalate di riso, zuppe e piatti unici. Per migliorare la digeribilità e ridurre i tempi di cottura, è consigliabile ammollare il riso integrale in acqua per alcune ore prima della cottura. Questa pratica non solo rende il riso più tenero, ma ne migliora anche l’assimilazione dei nutrienti.