Ristorante 20 Posti: la novità da provare a Empoli
Nuova apertura a Empoli, il ristorante 20 Posti propone un menu che spazia tra la tradizione toscana e campana con un twist moderno. Il giovanissimo chef porta nel suo locale le esperienze della sua vita, come il trasferimento dalla Campania alla Toscana, e quelle fatte in cucine importanti. Lo abbiamo provato per voi.
Empoli è una città di confine, punto nevralgico tra Firenze e Pisa, dalle sue strade e vie ferrate, passano tante persone e culture. Cullata tra l’Elsa e l’Arno, il suo cuore batte in piazza Farinata degli Uberti, conosciuta come la piazza dei Leoni. Qui si trovano molti monumenti importanti come la collegiata di Sant’Andrea, la fontana delle Naiadi posta al centro della piazza, il museo di Paleontologia, mentre nella vicinissima piazza della Vittoria, sorge il Santuario della Madonna del Pozzo, tanto caro agli empolesi.
Ma Empoli è anche una città che sa stare al passo con i tempi, e lo dimostra il fatto che ultimamente le sue vie pullulano di locali e di ristoranti di un certo livello. Tra le tante novità siamo stati a provare il ristorante 20 Posti, in via delle Murina 4/a, guidato dal giovane chef Giovanni Avano, nuova promessa della ristorazione empolese. Ma la prima domanda è perché si chiama 20 Posti? Perché appena aperto non poteva mettere più persone in sala, ma con le nuove direttive, al momento i posti sono per fortuna aumentati.
Lo chef
Se non fosse stato per cause di forza maggiore, ovvero il trasferimento per lavoro della mamma, dalla Campania in quel di Empoli chissà se Giovanni Avano sarebbe diventato un cuoco. In questo caso possiamo dire che meno male c’è stato questo cambio d’aria, perché cosi il ragazzo si è iscritto all’Istituto Alberghiero di Castelfiorentino, l’Enriques, e fin da subito ha avuto le idee chiare: dedicarsi alla cucina.
Un percorso che lo ha visto andare a scuola da grandi maestri della ristorazione toscana e nazionale, tra cui lo chef stellato Cristoforo Trapani, e che in seguito gli ha permesso di aprire questa realtà di fine dining nel centro storico. Una cucina che si intreccia tra la Campania e la Toscana, dando vita a uno stile ben preciso, dove i vari ingredienti si amalgamano con naturalezza tra di loro e che danno grandi emozioni.
Il menu
La prima bella notizia è che da 20 Posti possono andare tutti, perché propone ben tre menu: vegetariano, carne e pesce. Naturalmente si può scegliere anche dalla carta, ma la cosa bella dei tre menu degustazione è che ognuno è libero di ordinare quello che vuole, non c’è l’obbligo che tutto il tavolo ordini il solito percorso, come succede spesso in tanti ristoranti di questo tipo. Inoltre qui sono molto attenti a chi ha problemi di intolleranze, specialmente al glutine, visto che molti piatti si posso ordinare anche con la pasta senza glutine.
Tra le opzioni del menu vegetariano incuriosisce di sicuro il Mentadent: una crema di cipolle Cèvannes con caprino alla camomilla, nepitella selvatica, noce moscata, pane tostato e crumble di tarallo pugliese. Piatto avvolgente e ben riuscito. Curioso il Friariello underground, proposto come dessert, dove i friarielli si sposano alla perfezione con il gelato al caramello salato, anacardi salati, pasta sfoglia e streusel al cacao salato. Squisito e curioso.
Nel menu dedicato al mare, ottima la versione in chiave moderna di un grande classico Pensavo fosse pasta patate e cozze: mischiato potente Pastificio dei campi, meemntuccia selvatica, cozza selvatica dell’Adriatico e patate di Sillano. Il punto forte? La pasta croccante che da una ventata moderna e rocchettara a un piatto della tradizione campana. Altro piatto che merita una menzione è lo Sgombro marinato e arrostito con Limone d’Amalfi IGP, Guazzetto di mela verde Granny Smith e Cialda di riso soffiato. Profumi e consistenze da apprezzare con calma, boccone dopo boccone.
Il locale
Il verde della speranza, della natura e della vita, che continua e si rinnova, è il colore scelto per il locale, piccolo ma ben studiato, dove ci si sente subito in sintonia. La sala è affidata alla brava Claudia Avano, sorella dello chef, che con eleganza e bravura, racconta i piatti, ma soprattutto di occupa della carta dei vini. Una cantina piccola, ma ben organizzata, dove si trovano anche delle belle etichette fuori dai soliti schemi.