Ecco dove ho mangiato il filetto al pepe verde più buono di Roma. E sì, si tratta di una nuova apertura.
Il The First Musica Hotel, con il suo ristorante Oliva sono una delle ultime terrazze aperte a Roma: lo abbiamo provato per voi.
Io un filetto al pepe verde così non l’ho mai mangiato. Complice la mia età che pur essendo adulta, si colloca ancora abbondantemente sotto i 40, non ho vissuto l’età dell’oro della ristorazione a cui facendo tintinnare bicchieri di cristallo si brindava con il Matheus e si ordinavano cocktail di gamberi e vitello tonnato. Lo rimpiango? Sì o forse no, ma comunque vivo (come tutti quelli della mia generazione) quella sensazione di nostalgia per un tempo che mai ho vissuto. Ma venendo al filetto al pepe verde.
“Che tipo di locale ci si aspetta se si sceglie di cenare da Oliva Ristorante (Lungotevere dei Mellini 27, Roma)?” È questa la domanda che ho posto, durante l’aperitivo da Alto cocktail bar dell’hotel The First Musica, ad Andrea La Caita (f&b manager del gruppo). Lui mi guarda con il suo sorriso bonario e mi ha dice “Un ristorante“. Risposta chiara per chi, abituato a parlare di ristorazione, per una volta tanto non aggiunge attributi a una parola che già di per sé racchiude tantissimi concetti.
È fine giugno e mi trovo al 6° piano di questo boutique hotel 5 stelle lusso. L’hotel è l’ultimo nato nel gruppo The Pavilions Hotels e Resorts, in cui già figurano il The First Arte e il The First Dolce. Il The First Musica è uno svettante palazzetto del 1964 che ora, dopo il rimaneggiamento, presenta una facciata di vetro e cemento, interni spaziosi e luminosi che occhieggiano dalle grandi vetrate allo scintillio del Lungotevere dei Mellini. Questo 5 stelle lusso giunge in questi mesi a completare l’idea del gruppo di dar vita a un Urban Resort romano in cui gli ospiti possono spostarsi da una struttura all’altra usufruendo dei servizi anche degli altri hotel. A breve, ad esempio, qui sarà inaugurata una Spa con una piscina da 20 metri e una palestra. Insomma un altro motivo per soggiornare qui anche se vivete a Roma.
Alto, il cocktail bar, offre la possibilità di fare aperitivo ma anche cenare (con crudi di pesce e la pizza romana di Jacopo Mercuro). Se potete venite qui prima del tramonto ad ammirare come i baluginio del fiume faccia luccicare l’atmosfera intorno e ordinate pure un cocktail dalla nutrita lista a vostra disposizione. Un po’ come ho fatto io. Non fatevi prendere la mano e scendete per cena al piano inferiore dove si trova per l’appunto Oliva.
Il ristorante in cui opera chef Fabio Pecelli è un inno alla ristorazione classica, una eco di quel passato in cui, in un ristorante di livello potevi scegliere tra piatti iconici che, al solo nominarli, evocavano la cucina raffinata. L’ambiente riluce di un bronzo delicato delle smaltature e si fa caldo per i tocchi di velluto verde oliva delle sedute. Le finestre che affacciano sull’Ara Pacis fanno il resto, catturano l’attenzione mentre si gode di un ambiente accogliente e quasi ovattato.
Il ristorante Oliva si prefigge l’idea di dare ai commensali la possibilità di fare un tuffo in un recente passato senza mitizzarlo né renderlo macchiettistico o stereotipandolo. Ogni preparazione vintage segue però i moderni standard di preparazione. Per le cotture al forno c’è un josper ad esempio, il sottovuoto e la cottura a bassa temperatura sono le tappe forzate per ottenere i piatti di una volta ma riletti con la lucidità di questi anni ’20. Ne è convinto Chef Pecelli che, portando in sala una ventata di romanità garbata, ci racconta quanto lavorio ci sia dietro ad ogni portata. Filetto al pepe verde compreso.
E mentre io inizio la mia cena con il Carpaccio di manzo, senape, Parmigiano, erbe di campo, per poi passare abilmente al Vitello tonnato, lo chef prepara per me i Bottoni ripieni di burrata, cozze, ceci, pomodoro. Per poi giungere alla portata che mi stupisce: questo benedetto Filetto al pepe verde, muscoloso e ampolloso. Si chiude con l’Ovo…misú intelligente rilettura del tiramisù e con le Bombe alla crema che non stento a definire illegali. La carta dei vini e il servizio professionale, presente ma silenzioso, completano il quadro. I prezzi sono in linea con l’allure della location.