Scopri Trastevere: Il Ferro e il Fuoco e il menu Rinascimentale
Abbiamo provato il ristorante Il Ferro e Il Fuoco, all’interno dell’hotel Donna Camilla Savelli di Trastevere, a Roma.
Avete mai soggiornato in un Monastero Barocco che è stato una delle location del film di Woody Allen To Rome With Love? Se non l’avete mai fatto è l’ora di rimediare. Che Trastevere nasconda scorci magnifici e sia un saggio della Roma più romantica è cosa ben nota, ma che in questo storico quartiere, per la precisione ai piedi del Gianicolo, all’interno del Convento Santa Maria dei Sette Dolori si trovi l’hotel Donna Camilla Savelli (Via Garibaldi, 27) è un concetto che bisogna ribadire. Se siete amanti dell’arte, del cinema, della quiete o semplicemente non vedete l’ora di rimanere abbacinati dalla bellezza della Capitale, questo palazzo, gioiello seicentesco disegnato da Francesco Borromini, è da ascrivere come una delle mete da visitare prossimamente.
Alla base di questo Hotel che fa parte di VRetreats della catena VOIhotels del Gruppo Alpitour c’è un concetto di hotelerie che tutela l’esclusività e sicuramente la bellezza. Il restauro ha creato una commistione tra antico e contemporaneo che non fa altro che stupire gli ospiti. Quello che un tempo era un chiostro interno oggi è un giardino all’italiana in cui il verde rigoglioso cede posto alle sedute e ai tavolini. Lussureggiante il giardino agrumeto ospita fino a 130 ospiti.
Sono questi gli spazi riservati agli eventi privati, non poi manca la sala Borromini (antico refettorio del convento), una terrazza panoramica – Terrazza Savelli – che affaccia sui tetti di Roma provocando l’invidia di chi guarda la Città Eterna dall’alto e, come se non bastasse, una grotta romana che risale al II secolo. Le pareti con l’opus reticulatus sono evocative, gli eventi che scelgono questa come location diventano unici. Le stanze sono il connubio tra la vita monastica e gli agi che un soggiorno in hotel possono riservare: il risultato ha una sobria eleganza.
In hotel è anche possibile gustare un aperitivo realizzato con finger food preparati dallo Chef con ingredienti stagionali e del territorio. A corollario è possibile cenare nel ristorante Il Ferro e Il Fuoco buon interprete della cucina d’albergo. Ambiente moderno ma ben armonizzato con gli spazi attigui, Impronta certamente partenopea per un menu che più che stupire per innovazione rassicura con piatti ben preparati.
Elemento da appuntare il menu degustazione Rinascimentale. In carta piatti rielaborano le ricette storiche snellendo una lista di ingredienti ridondante e riportandola al gusto contemporaneo. Chef Emidio Gennaro Ferro (Salernitano di nascita ma romano di adozione) partendo da ricette del Maestro Martino da Como e Bartolomeo Scappi ha ricavato una proposta interessante che cambia in base alle stagioni. Se in autunno e inverno il pasticcio con il ragù bianco precede gli gnocchi al formaggio e per seconda portata arriva il galletto alle arance amare, in estate l’insalatina tiepida di astice con tartare di mango e pesca con maionese alla lavanda cede il posto ai Ravioli con ripieno di agnello, salsa ai peperoni arrosto e spuma di bufala con polvere di mentuccia, si passa poi alla Crema di cocco, cavolfiore e peperone crusco, per arrivare alla Triglia di scoglio su crema di carote, carotine e ristretto di provola affumicata.
Una cantina assortita fornisce un valido supporto ai piatti in carta. Non perdete nel finale del pasto l’hypoclas. Bevanda derivata dal ricettario di Isabella de’ Medici Orsini è tutt’ora realizzato con una ricetta segreta: rosa canina, malvasia e spezie tra cui chiodi di garofano e noce moscata.