Ultimo dell’anno fuori città: 12 ristoranti da provare
Una cena del 31 dicembre diversa dai soliti clichè? Vi consigliamo 12 ristoranti ideali in giro per l’Italia, da Nord a Sud.
Tra alti e bassi, settimana dopo settimana, si sta concludendo anche questo 2014. È giunto il momento di prendersi qualche giorno di riposo, e nonostante sia stato un anno difficile per l’economia e per il lavoro, in pochi rinunceranno al piacere di passare la sera del 31 dicembre insieme a i propri cari. ristoranti lontani dai clichè del cenone di fine anno, approdi confortevoli e gustosi Molti di noi saranno più che felici di gettarsi alle spalle il 2014, e per cercare di ammortizzare l’imminente scatto d’anzianità che ci colpirà tutti, nessuno escluso, allo scoccare della mezzanotte, proviamo a difenderci affidandoci al proverbio secondo il quale a tavola non si invecchia. Dunque bando al pessimismo e mano alle forchette: cominciamo il 2015 pensando positivo, in un ristorante che ci faccia dimenticare le preoccupazioni e ci ricarichi in vista dei prossimi 12 mesi. Non troverete in questa lista i classici locali da cenone, trenini, ricchi premi e cotillons (anche se alcuni dei ristoranti che trovate nell’elenco stanno proporranno per la sera di San Silvestro un menu speciale), abbiamo pensato invece a chi approfitterà delle feste per passare anche solo un paio di giorni lontano da casa e cerca un approdo confortevole e gustoso. Ecco 12 ristoranti per la cena dell’ultimo dell’anno.
- Ristorante Sarri (lungomare C. Colombo, 108 Borgo Prino - IM). Una stella lasciata nel vecchio ristorante, un’altra conquistata nel locale aperto con la moglie Alessandra da pochi mesi. La cucina di Andrea Sarri attinge al mare e ai prodotti del territorio (gli ortaggi arrivano dall’azienda di uno zio di Alessandra) e vi conquista con la semplicità dei suoi piatti, scelta fatta anche per contenere i costi e incuriosire e conquistare chi non frequenta solitamente ristoranti premiati dalle guide. Consigliato: se amate l’eleganza della semplicità. Da vedere: a 45 chilometri gli splendidi Giardini Hanbury di Ventimiglia, a 60 Montecarlo.
- Il Grecale (via Giordano, 8 Novello - CN). In una terra dove mangiare bene non è una sorpresa, Alessandro Neri vi coccolerà con la sua moderna interpretazione di cucina. Mare e territorio si incontrano in un susseguirsi di piatti eccellenti, a volte anche un po’ spiazzanti come la pizza, che non ti aspetti di trovare in un locale come questo. Una cantina improntata sui vini piemontesi ma non solo, dove pescare ottime bottiglie senza svenarsi. Menu di Capodanno a 80 euro, escluse bevande. Consigliato: a chi vorrebbe il mare in collina. Da vedere: le colline e le cantine delle Langhe.
- Vecchia Malcesine (via Pisort, 6 Malcesine - VR). Un ristorante solido, rassicurante, accogliente. Una cucina, quella di Leandro Luppi, in cui padronanza tecnica e selezione maniacale di materie prime fanno la differenza. Sul versante veneto del lago di Garda, a due passi dal Trentino, lo chef mette in tavola il pesce di lago, sua grande passione da più di quindici anni. Consigliato: a chi: “Domenica ti porterò sul lago”. Da vedere: a 50 chilometri Gardaland, a 65 Verona.
- La Capanna di Eraclio (via per le Venezie, 21 Codigoro - FE). Una casetta bianca nascosta dietro una curva di una delle strade che si perdono in questo lembo di pianura a due passi dal delta del Po, un’atmosfera che riporta ai tempi degli sceneggiati tv in bianco e nero. In sala e in cucina il calore, la professionalità, il saper fare dei fratelli Soncini. Il resto lo fa la materia prima, siano i prodotti del mare o la cacciagione del delta, trasformati con rispetto e maestria in cucina. Consigliato: a chi vorrebbe tornare indietro nel tempo. Da vedere: a 15 chilometri l’Abbazia di Pomposa, a 30 Comacchio e i suoi canali, a 40 Ferrara.
- Osteria del Povero Diavolo (via Roma, 30 Torriana - RN). Uno dei ristoranti più famosi d’Italia, quello di Fausto e Stefania Fratti, regno dello chef Pier Giorgio Parini. Un’accoglienza di altri tempi, una cucina fatta di passione e rispetto per le materie prime, creativa ma solida. Un’esperienza che, prima o poi, ogni appassionato della grande tavola non può non fare. Potete anche pernottare in una delle camere della locanda, per gustare appieno di un’ospitalità fuori dal comune. Consigliato: a chi vuole fare un’esperienza da ricordare. Da vedere: a 10 chilometri San Marino, a 20 Rimini e i suoi divertimenti.
- L’Imbuto (via della Fratta, 36 - Lucca). All’interno del museo d’arte contemporanea, il ristorante dello chef Cristiano Tomei è uno di quei posti che non possono lasciare indifferenti. Una cucina di gran carattere, a volte persino spiazzante, ma assolutamente da provare. Pietanze serviti su corteccia o presentati come piccole opere d’arte, abbinamenti classici o improbabili mix di ingredienti che all’apparenza stonano, ma conquistano. 3 menu da 40/60/90 euro. Consigliato: se vi piace giocare. Da vedere: siamo a Lucca, e già c’è da vedere molto; a 20 chilometri c’è Pisa.
- San Giorgio (via Mancini, 3 Umbertide - PG). È il tipo di ristorante che vorresti avere vicino casa: attenzione alla materia prima e alla stagionalità dei prodotti, fornitori fidati, attenzione al cliente, piatti che coniugano i sapori della tradizione all’interpretazione dello chef Mirko Crocioni, cantina curata con passione e competenza, con un occhio al rapporto q/p. Consigliato: se volete sentirvi in casa di amici. Da vedere: a 30 chilometri Gubbio e Perugia, a 40 Cortona.
- Il Tiglio (via Isola San Biagio, 34 Montemonaco - AP). Un agriturismo nel parco dei Sibillini, e il ristorante che non ti aspetti. Lo chef Enrico Mazzaroni non dimentica le tradizioni culinarie di famiglia, anzi, parte proprio dalla cucina di sua madre e dalla cultura contadina della sua terra, per dare vita a uno dei ristoranti più interessanti delle Marche. Creatività al servizio della cucina di territorio, in una cornice di selvaggia bellezza. A disposizione anche appartamenti e camere, per una full immersion nel gusto e nel relax. Consigliato: a chi vuole stare lontano dalla folla. Da vedere: a 30 chilometri Ascoli, a 50 Norcia.
- La Bandiera (Contrada Pastini, 4 Civitella Casanova - PE). Una famiglia unita, quella degli Spadone: Marcello, Bruna e i figli Mattia, chef, e Alessio, sommelier, due generazioni che lavorano a contatto di gomito portando avanti la tradizione di una terra, l’Abruzzo, che viene finalmente valorizzata da critica e appassionati. Menu che affondano le radici del territorio, ricette antiche rielaborate usando tecniche nuove. Al piano superiore deliziose camere per un relax invidiabile. Consigliato: a chi ama la famiglia. Da vedere: a 60 chilometri gli impianti sciistici di Campo Imperatore.
- Pepe In Grani (vico San Giovanni Battista, 3 Caiazzo - CE). Una pizza a Capodanno? Perché no? Basta che sia buonissima, però! E per non avere dubbi, ecco Franco Pepe, maestro artigiano della pizza, uno di quelli che hanno fatto del mestiere del pizzaiolo una vera arte. Grande manualità (si impasta a mano) maniacale ricerca della materia prima, tutta reperita presso selezionati produttori dell’alto Casertano e del Sannio. Consigliato: a chi non rinuncia alla pizza, mai. Da vedere: a 18 chilometri la Reggia di Caserta.
- Li Jalantuumene (piazza de Galganis, 9 Monte Sant’Angelo - FG). Un ristorante bandiera della cucina locale, in una piazzetta del centro storico (suggestivo il tavolo per 2 su un balconcino affacciato sulla piazza) di un centro spirituale famoso fin dall’antichità. Cucina semplice e saporita quella dello chef patron Gegè Mangano, fatta dei prodotti poveri della tradizione di un territorio, quello dell’entroterra garganico, che sembra essere rimasto quello di secoli fa. Ci sono anche 4 camere, per prolungare il piacere e dimenticare lo stress. Consigliato: a chi vuole staccare dallo stress. Da vedere: la grotta-santuario di San Michele Arcangelo, a pochi passi, patrimonio dell’umanità per l’Unesco.
- Piazzetta Milù (corso De Gasperi, 23 Castellammare di Stabia - NA). Un locale che nasce come pizzeria e braceria, gestita con passione dalla famiglia Izzo. Con l’arrivo in cucina di Cristoforo Trapani, diventa una delle realtà più interessanti della ristorazione campana. Pluripremiato, con alle spalle importanti esperienze formative alla corte di grandi chef, Trapani propone una cucina a chilometri zero, interpretata con grande personalità. Consigliato: a chi vuole scoprire la nuova tradizione mediterranea. Da vedere: a 5 chilometri gli scavi di Pompei, a 20 Sorrento.
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- Brindisi via Shutterstock