Roadrunner, il film che racconta la vita di Anthony Bourdain
Il 16 luglio nelle sale cinematografiche statunitensi è uscito Roadrunner, il film che racconta la vita del cuoco Anthony Bourdain.
Il cuoco, i viaggi, gli eccessi, le sue ombre, il suicidio. È uscito il 16 luglio, in America, ed è atteso per la fine dell’estate in Europa Roadrunner: a film about Anthony Bourdain. Girato dal premio Oscar Morgan Neville, racconta con uno sguardo intimo la vita e la fine di una delle più grandi stelle del food, della tv, del genio creativo, della sregolatezza: Anthony Bourdain, morto suicida poco più di 3 anni fa, all’età di 61 anni.
Una carriera iniziata dal punto più basso in cucina, passando tra alcuni dei più celebri ristoranti di New York, quindi l’ascesa a star di programmi tv – A Cook’s Tour, No Reservations, Top Chef – sempre in giro per il mondo, per raccontare le persone attraverso il cibo, con tutte le sue implicazioni sociali, culturali, politiche, economiche. Ma anche Bourdain scrittore, con la sua famosissima gastrobiografia del 2000 Kitchen Confidential, dietro le quinte dei locali in cui si è fatto strada da lavapiatti a chef, tra ritmi folli e consumo di droghe e alcol – e ancora Viaggio di un cuoco, Un osso in gola, Avventure Agrodolci.
Bad boy, bello e maledetto, figura controversa fatta di disordini e amori drammatici, padre. Roadrunner tenta di bilanciare le luci e le ombre, vizi e virtù della vita di Bourdain, lasciando che a raccontarlo sia chi lo conosceva e gli è stato accanto fino al momento della morte. Per 3 ore sullo schermo scorrono le avventure dello chef e dell’uomo, i suoi incontri, la musica, quella che amava e che è ne diventata colonna sonora. Ci sono anche le scene tagliate di Parts Unknown, lo show di CNN in cui era protagonista, così come alcuni dei contenuti tratti dal suo Instagram e postati prima di morire, in un ulteriore omaggio alla sua vita fuori dagli schermi.