Rutabaga, la rapa che fa bene e fa digerire
La rutabaga è una radice molto simile alla rapa, ricca di vitamina C e potassio, da usare in tante ricette.
Rutabaga: ha un nome singolare, che non è uno scioglilingua. È una parente della rapa su cui inventarsi storie buffe da raccontare ai bambini e convincerli a mangiarla. Bicolore, è ricca di vitamina c, con un sapore che ricorda la noce un po’ bianca e un po’ viola, la rutabaga, sta conquistando sempre di più gli appassionati di tuberi e radici, perché fa bene, è ricca di vitamina C e di potassio e il suo sapore ricorda un po’ la noce; inoltre è un ottimo digestivo e un disinfettante intestinale. Coltivata come un cavolo ma cucinata come una rapa, ricorda nella forma un ravanello. Pian piano si sta facendo sempre più largo in cucina, dove è impiegata sia cruda che cotta. Scientificamente è una Brassica napus e appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, ma per essere alla portata di tutti si fa chiamare anche rapa svedese, rapa gialla, rapa russa, cavolo del Siam oppure cavolo Navone. Nel mese di marzo la troviamo in piena stagione. È una verdura molto antica, che negli ultimi anni è stata rivalutata sia dai grandi chef, sia dagli amanti delle verdure dimenticate.
UTILIZZO IN CUCINA
La rutabaga si può cucinare al forno, cruda oppure al cartoccio: spesso è utilizzata al posto delle patate nei piatti svedesi e del nord Europa. Bollita e poi schiacciata o frullata, si usa per accompagnare le carni o il salmone. Se ci volete fare una bella zuppa per le serate più fredde, passatela in padella e soffriggetela insieme a cipolle bianche, sedano, e carote, insaporite con sale e un pizzico di timo, passatela al mixer, e servitela in tavola fumante, con un giro di olio nuovo e dadini di feta.
Provatela alla brace guarnita con il miele; inventatevi dei bastoncini fritti che vi ricorderanno un gusto caramellato oppure usatela come ripieno, insieme alla ricotta, per i ravioli da condire con burro e salvia. La rutabaga si presta anche come ingrediente dell’impasto per gli gnocchi e volendo ci potete preparare una sfiziosa torta, seguendo la ricetta di una torta di carote.
È ottimo anche precedentemente scottata, aggiunta a un composto di uova e pancetta, per farcire una quiche lorraine. In Finlandia la rutabaga al gratin è uno dei piatti della tradizione natalizia: si cuoce a vapore, poi si mescola con il pangrattato, quindi è immersa in un composto di latte e panna acida, uovo, sciroppo d’acero, zenzero, cannella, noce moscata e pepe bianco, quindi si mette in forno: una volta pronto, questo pasticcio rallegra grandi e piccini.
In Italia, nella vallata del Chiampo, in provincia di Vicenza, è tradizione mescolare la polpa lessata e macinata del navone all’impasto delle salsicce, insaccando e producendo così la Cincionela co’ la rava, che è anche una De.Co. (acronimo di Denominazione Comunale). In Francia è uno degli ingredienti immancabili nel tradizionale pot-au-feu.
CONSERVAZIONE
La rutabaga, come altre radici, si conserva meglio al riparo dalla luce. Se avete la possibilità, tenetela in un luogo fresco e asciutto. In frigorifero si mantiene per una decina di giorni.