Stipsi e alimentazione: che dieta seguire in caso di stitichezza?
In tanti soffrono di stipsi. Ma quando si parla di stitichezza, ci sono alcuni alimenti da inserire nella dieta e altri da bandire. Questo perché un intestino pigro potrebbe rallentare ancora di più in presenza di una determinata alimentazione non idonea
Come sempre vi ricordiamo che quanto leggerete non sostituisce assolutamente il parere del medico o del nutrizionista. Questo perché a potervi prescrivere una dieta con menu settimanale per la stitichezza può essere solamente un medico, un nutrizionista o un dietologo. Tuttavia ci sono alcune accortezze alimentari che chi soffre di stipsi dovrebbe tenere in considerazione.
Cosa si intende con stipsi?
Senza scendere troppo nel dettaglio, la stitichezza o stipsi o costipazione, chiamatela come preferite, è un’alterazione della defecazione che consiste nella difficoltà di svuotare l’intestino espellendo le feci.
Cause di stitichezza
Diverse le cause di stipsi, soprattutto quella cronica. Qui riportiamo le più frequenti. Fra le primarie abbiamo:
- forme idiopatiche
- Morbo di Chagas
- Sindrome del colon irritabile
- Stenosi
- Rettocele
Fra le secondarie abbiamo:
- amiloidosi
- sclerosi sistemica
- disidratazione scarsa assunzione di fibre alimentari con la dieta
- sedentarietà
- uso di alcuni farmaci
- diabete mellito
- avvelenamento da mercurio o metalli pesanti
- uremia
- porfiria
- sclerosi multipla
- Morbo di Parkinson
- Sindrome di Arnold Chiari
- stress
- disturbi del comportamento alimentare
Sintomi di stipsi
I sintomi classici di stipsi sono:
- feci scarse e con aspetto secco e duro
- defecazione incompleta con sensazione di non riuscire mai a svuotare del tutto l’alvo rettale
- gonfiore addominale
- dolore addominale
- sviluppo di ragadi e emorroidi
Occhio che in alcune patologie, come la sindrome del colon irritabile, si possono avere fasi di stipsi alternate a fasi di diarrea.
Stipsi: consigli generali di alimentazione
Lo scopo base delle diete in caso di stipsi è quello di accelerare e normalizzare la peristalsi intestinale. Il che può essere fatto aumentando il quantitativo di fibra nella dieta. Ma questo da solo potrebbe non essere sufficiente. Se infatti assumiamo troppa fibra, ma poca acqua, ecco che quella fibra nell’intestino tenderà a diventare sempre più secca, peggiorando la stitichezza. Per questo motivo prima vi sconsigliavamo il fai-da-te, onde evitare errori del genere.
L’idea è quella di aumentare, grazie a fibre e acqua, il volume delle feci. Aumentando, ecco che automaticamente dovrebbe velocizzarsi il transito intestinale, stimolando la defecazione.
Cosa mangiare in caso di stipsi? Gli alimenti contro la stitichezza
Quello che si può fare è:
- aumentare le fibre insolubili: prediligere le fibre insolubili contenuti in cereali e ortaggi. L’aumento della fibra nella dieta dovrebbe essere graduale in modo da non causare dolore addominale, gonfiore e colite. Non esagerate, però, con la dose di fibre in quanto rischiate carenze di calcio e ferro
- aumentare il quantitativo di acqua ingerito
- aumento dei probiotici (anche quelli contenuti in yogurt, miso e kefir)
Alimenti particolarmente utili in corso di stipsi potrebbero essere:
- cereali integrali
- crusca (ma non troppa)
- semi di lino
- brodo di carne
- carciofi
- prugne secche
- kiwi
- carote
Ovviamente tutto ciò funziona se la stipsi non è causata da problematiche fisiche o da patologie organiche. Ovviamente in qual caso, oltre alla dieta, bisognerà cercare di risolvere il problema primario, là dove possibile.
Stitichezza: i cibi da evitare
In caso di stipsi ci sarebbero anche alcuni alimenti da evitare:
- pasta non integrale
- zucchero
- amido di mais e riso
- farine 00
- legumi scortecciati
- frutta e ortaggi sbucciati
- passati di verdure
- centrifughe di frutta e verdura
- diete proteiche
- banane
- patate
Da cercare di limitare anche il consumo di:
- formaggi
- salumi
- carne essiccata
- pesce essiccato
- cracker
- grissini
- pop corn, patatine e snack a base di mais
Ma prima di modificare la vostra dieta, chiedete sempre consiglio al medico o al nutrizionista. Con il fai-da-te rischiate di peggiorare la situazione e di andare incontro a carenze alimentari.