12 street food hawaiani che ci mettono l’acquolina
La cucina hawaiana è il risultato di influenze di diversi popoli ed è molto di più della pizza all’ananas: scoprite lo street food hawaiano.
Senza sapere dove siano, chi le governi davvero, quale lingua si parli e se si tratti davvero di isole o solo di qualcosa che genericamente si declina al plurale, tutti, nei massimi momenti di stress, sappiamo cosa ci servirebbe: la cucina hawaiana non è solo pizza all'ananas e pokè lo couna vacanza alle Hawaii. La cucina hawaiana (lontani i tempi in cui ci si pensava solo per la pizza con l’ananas) sta per conquistarsi la scena internazionale: c’è chi pensa al pokè come al nuovo sushi. Culturalmente, la gastronomia delle Hawaii è quasi un saggio antropologico, nasce dall’incontro e dalle sovrapposizioni di tutti i popoli che sulle isole sono arrivati: almeno portoghesi, cinesi, filippini, coreani, giapponesi; per questo, in ogni piatto, potrete riconoscere qualcosa di familiare, scoprire in ogni ricetta le suggestioni di tanti mondi. Anche se fino adesso avete usato l’hawaiano solo per tatuarvi qualcosa sul braccio in una lingua incomprensibile ai familiari delle Marche, ecco una selezione di portate che potranno convincervi a partire: 12 street food hawaiani da provare.
- Huli huli chicken. Ogni tradizione gastronomica tenta con ingegno di rendere saporito il pollo. In questo caso, le alette sono grigliate insieme all’ananas, ma la vera particolarità sta nella marinatura, a base di succo d’ananas, chili, succo di lime, ketchup, zucchero, zenzero, arachidi e salsa di soia.
- Waffle dog. Il classico hot dog con il pane doveva sembrare banale, così nelle Hawaii hanno messo a punto una versione scenografica: il wurstel è ingabbiato in una goduriosa cialda di waffle; da immergere, possibilmente, nello sciroppo d’acero.
- Poi mochi. Per queste polpettine dolci vi servirà la farina di mochiko, ottenuta dal riso e particolarmente glutinosa; si mescola con zucchero, acqua e cannella e se ne estraggono delle palline irregolari da tuffare in olio bollente. Si può guarnire con altro zucchero e altra cannella.
- Spam musubi. Lo Spam è un incrocio tra polpettone e insaccato, prodotto fin dal 1937 nelle Hawaii; per usarlo nell’originale stile delle isole si deve affettare, cuocere (può essere bollito, grigliato o fritto), marinare (salsa di soia e zucchero) e poi comporre in una sorta di sushi rettangolare con riso e alga nori.
- Pokè. Per una classica insalata di pesce da servire come antipasto, nelle Hawaii si utilizza il pesce crudo a cubetti (normalmente, tonno); i condimenti privilegiati sono salsa di soia e olio di sesamo, mentre si può guarnire con cipollotti freschi e sesamo. Non può assolutamente mancare il peperoncino, fresco e piccantissimo.
- Manapua. Se siete rimasti sedotti dai classici ravioli cinesi, dovete tentare la versione hawaiana. In un involucro ottenuto con acqua, olio di sesamo, farina, lievito, sale e zucchero, si custodisce un ghiotto ripieno: carne di maiale precedentemente arrostita con molte spezie, sale, zucchero, amido di mais e un tradizionale colorante rosso
- Fish tacos. Quando vi stancherete dei soliti tacos messicani potete dedicarvi alla variante hawaiana; sulle tradizionali tortillas di mais sono adagiati bocconcini di pesce bianco misto (da marinare con lime, cumino, coriandolo, aglio, olio) e una teoria di salse: la prima è a base di pomodoro, cipolla, peperoncino, menta; per la seconda si usano sriracha, miele e ketchup; per la crema si mescolano panna acida e succo di lime. Si può guarnire il tutto con striscioline di cavolo bollito e poi saltato in padella.
- Saimin. Ecco invece l’interpretazione hawaiana dei noodles; in questo caso la pasta va tuffata in un dashi caldo arricchito con cipollotti e alghe. Non possono mancare i saporitissimi cubettini di char siu (maiale lentamente arrostito sul barbecue).
- Loco moco. Basti pensare che questo piatto è stato messo a punto per I surfisti, allo scopo di reintegrare le energie perdute inseguendo l’onda; su molto riso bollito si adagiano hamburger e uova fritte, per poi far colare su tutto una densissima salsa gravy (una guarnizione concentratissima che si ottiene dal brodo di carne ridotto col burro).
- Garlic shrimps. Gli amanti dell’aglio possono riconoscersi in questa strategia aggressive per cucinare i gamberi; oltre all’aglio (se ne usa in quantità), bisogna procurarsi olio, burro salato, succo di limone, pepe nero, paprika. Si mescola tutto in padella per finire con del cipollotto fresco.
- Malasadas. Si tratta di un’antica ricotta portoghese, esportata nelle isole Hawaii già nell’Ottocento. I malasadas sono dei dolcetti fritti (per l’impasto si usano farina, uova, latte, panna, zucchero, burro), da farcire secondo i gusti; come ripieno si può tentare una confettura di maracuja, per la guarnizione zucchero al cocco.
- Shave ice. Potremmo parlarne a lungo, ma in fin dei conti è la versione hawaiana di una granita. Si trita il ghiaccio (finemente) e si guarnisce con sciroppi aromatizzati; tra i gusti più esotici, kiwi, frutto della passione, fagioli azuki, litchi, mango. Per finire, molti hawaiani richiedono il berretto di neve: una calorica copertura a base di latte condensato.