Cocktail: il minimo indispensabile per mixare in casa
• 7 Settembre 2015 16:18
A volte si ha voglia di preparare un buon cocktail: noi di Agrodolce vi elenchiamo le attrezzature di base necessarie per miscelare in casa.
Passate le ferie siamo tutti più stanchi, molestati dal traffico e dai ricordi e da valanghe di mail. Per sopravvivere, basta attrezzarsi di un buon cocktail da sorseggiare al rientro a casa, quando le valigie mezze sfatte e la cena di scatolette vi salutano dalla porta. Vi diciamo noi come organizzare un angolino di tutto rispetto per un momento miscelato: ecco l’attrezzatura di base per preparare cocktail a casa. E ricordatevi di avere sempre a disposizione ghiaccio in abbondanza.
- Il posto, quello giusto. Come tutte le bevande, gli alcolici temono il caldo e la luce, quindi evitate lo strapuntino sotto la finestra e optate per uno ripiano interno della libreria o un mobiletto da tenere a portata di mano per le serate migliori. Ricordate che più le bottiglie sono vuote, più il contenuto si deteriora: un motivo in più per berle.
- L’attrezzatura, il minimo. Come un cuoco cura i propri coltelli, così un amante del bere miscelato sa che non si può prescindere da una attrezzatura minima per la preparazione del più basilare gin&tonic. Dotatevi quindi di: cucchiaino da bar, perché, al contrario di quello che dice Bond, il Martini è meglio mescolato; pestello, per triturare gli ingredienti solidi dei pestati; dosatore, fondamentale per il bilanciamento delle ricette; uno shaker e infine lo strainer, per filtrare e servire.
- I bicchieri, quelli basilari. Dato che non state aprendo un cocktail bar in piazza, i bicchieri necessari sono relativamente pochi e di ciascun tipo ve ne bastano 4 o 6 – a meno che non prevediate feste in stile La Grande Bellezza. In generale il tumbler basso e largo da 180 ml va a servire liquori on the rocks e short drink con ghiaccio (Negroni e Americano, ad esempio). Il tumbler alto, da 350 ml, è destinato ai long drink con maggior quantità di ghiaccio e bibite analcoliche, mentre la coppa Martini, dall’apertura ampia, si usa per short drink senza ghiaccio dove far apprezzare i profumi.
- L’alcol, quello buono. Evitiamo gli errori da shopping: si compra a caso e poi non si ha niente da mettere per la serata. Meglio pianificare la lista degli alcolici mettendo in conto di avere a disposizione un assortimento di: Gin, perché un buon dry vi salva in caso di Tom Collins e Martini vari; Whisky (il massimo sarebbe avere a disposizione Bourbon, Rye e Scotch: Manhattan e Old Fashion sono a un passo da voi); Vodka, la salvezza in zona Cesarini, quindi prendetene una di buona qualità e serbatela con amore; Tequila, Gold o Silver che sia, non prendete nulla al di sotto del 100% agave; Rum: uno bianco per voi, uno scuro per gli ospiti.
- Il corredo, quello divertente. Ora che la parte tecnica è stata superata, potete dedicarvi ad arricchire il vostro angolo con tutti gli ammennicoli del caso, a partire da alcune bottiglie basilari quali Cointreau, Vermouth rosso e Vermouth bianco, un buon bitter, due o tre succhi di frutta da miscelare, soda e tonica per i classici e una ginger beer. A finire, tabasco, sale, limone e arancia a portata di mano, frutta fresca tagliata per decorare un paio di bicchieri e lo spelucchino per i riccioli di zeste.
- I libri, quelli utili. Se dopo tutta questa fatica shakerate il Negroni, avete buttato tempo e denari. Procuratevi un paio di buoni testi dove studiare le basi della miscelazione e le belle storia nascoste dietro alcune preparazioni: sfogliate The Craft of the Cocktail di Dale DeGroff e The Savoy Cocktail Book, e tenete tra i dvd Cocktail, con un giovanerrimo Tom Cruise in imbarazzanti camicie hawaiane e buoni cocktail: accompagneranno meravigliosamente i vostri primi esperimenti.
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