Non tutto il sushi è giapponese: le invenzioni occidentali
Non tutto il sushi che ordiniamo al ristorante giapponese è vero sushi, molte sono solo delle rivisitazioni per soddisfare il palato occidentale.
Quando andate a mangiare sushi e ordinate quello al salmone, sappiate che per questo privilegio non dovete ringraziare i giapponesi, bensì i norvegesi.
Come nasce il salmon sushi
La storia risale al 1985, quando la Norvegia si trovò ad affrontare un grosso problema di sovrapproduzione di salmone. Il governo allora assunse Bjorn Eirik Olsen, incaricandolo di vendere l’eccedenza di pesce proprio ai giapponesi. Olsen andò a Tokyo e provò offrendo loro il salmon sushi, ma gli ci vollero dieci anni per convincere i giapponesi. Per riuscire in ciò dovette prima di tutto cambiare la percezione di un intero Paese: per loro il salmone non aveva un buon sapore e neanche un buon colore, l’odore era troppo particolare ed era soggetto a troppi problemi con i parassiti. Nel frattempo però l’industria del salmone norvegese era disperata e l’eccesso di prodotto era talmente alto che i congelatori industriali erano stracolmi di tonnellate di salmone. Olsen pensò allora di svoltare con una grande vendita e si recò in una società giapponese, la Nishi Rei, per vendere ben 5000 tonnellate di pesce a buon mercato. C’era una condizione però: doveva essere venduto nei negozi di alimentari come sushi, funzionò. Da quel momento il salmone entrò di peso nei menu giapponesi, anche se a Tokyo, se si ha la fortuna di mangiare in uno dei ristoranti di fascia alta, il salmone resta ancora impossibile da trovare visto che lì è servito solo pesce fresco locale.
Altro sushi non giapponese
Il salmon sushi però non è l’unico ibrido del celebre sushi giapponese, molti dei piatti che troviamo tra le pagine dei nostri menu giapponesi infatti vengono da tutt’altre latitudini. Il palato occidentale richiede da sempre sapori più audaci e colori vistosi, proprio per questo i ristoranti nipponici si sono adattati e servono questi prodotti decisamente più fusion. In giro per il mondo si trovano quindi anche sushi composti da capesante, tonno piccante, carne di manzo o di pollo, verdura e persino formaggi, ben lontani dall’autentica tradizione culinaria giapponese.
California roll
Il caso più eclatante è quello dell’uramaki, il California roll, una versione americana che di solito contiene cetriolo, avocado, polpa di granchio e in alcune versioni uova di pesce volante. La ricostruzione più accreditata lo fa risalire al 1960 quando Ichiro Mashita, cuoco di sushi al Tokyo Kaikan di Little Tokyo di Los Angeles, si rese conto di poter sostituire il ben più costoso tonno con il gusto e la consistenza dell’avocado. Una ricetta che in Giappone non sarebbe stata possibile visto che lì i rotoli sono costruiti in modo più tradizionale, ossia con l’alga nori soltanto sulla parte esterna, mentre l’idea di mettere il riso anche fuori è del tutto occidentale.
Philadelphia roll
Allo stesso modo non troverete mai neanche il Philadelphia roll a base di salmone, avocado e crema di formaggio nei tradizionali ristoranti di sushi giapponese, dove vige l’idea di semplicità e dove il sushi unisce delicati equilibri di sapori. Altre fantasiose varianti includono una copertura arcobaleno o anche una versione con l’anguilla, l’avocado e i semi di sesamo tostati.
Tempura roll
Il tempura roll, dove la tempura di gambero si trova all’interno del rotolo, è molto conosciuto negli Stati Uniti, soprattutto nel Sud, dove viene preparato in molti ristoranti di sushi.
Inarizushi
Una menzione la merita anche l’inarizushi, piccolo sacchetto di tofu fritto riempito col riso che nella versione hawaiana comprende anche fagiolini, carote e bardana.
Spicy Tuna Roll
Il spicy tuna roll, una delle varianti più popolari negli Stati Uniti, include tonno crudo mescolato con una salsa piccante a base di maionese e Sriracha, avvolto in riso e alga nori.
Dragon Roll
Il dragon roll è una creazione americana che spesso include tempura di gamberi all’interno e fette di avocado e anguille sopra, il tutto guarnito con salse dolci e piccanti.
Rainbow Roll
Il rainbow roll è un’altra invenzione statunitense, caratterizzata da un roll di sushi base (spesso un California roll) guarnito con una varietà di pesci colorati e avocado, creando un effetto visivo simile a un arcobaleno.
Mango and Shrimp Roll
Questo roll utilizza mango dolce e gamberi per creare un contrasto di sapori tra dolce e salato, spesso arricchito con una salsa di mango o una maionese piccante.
Sushi Burrito
Originario degli Stati Uniti, il sushi burrito è un incrocio tra un sushi roll e un burrito messicano. Invece di essere tagliato a fette, viene servito come un grande rotolo unico, avvolto in alga nori e ripieno di riso, pesce, verdure e varie salse.
Sushi Burger
Il sushi burger è un’altra invenzione fusion che ha guadagnato popolarità in vari paesi. Si tratta di “panini” di riso compressi, con ripieni di pesce, avocado, verdure e salse, che ricordano un hamburger ma con i sapori del sushi.
Sushi Pizza
La sushi pizza è una creazione canadese che utilizza una base di riso croccante, spesso fritto, e viene guarnita con ingredienti tipici del sushi come salmone, avocado, tobiko (uova di pesce) e wasabi. È un piatto che combina le tecniche della cucina occidentale con i sapori del sushi.
Sushi Tacos
I sushi tacos sono un’altra interessante variante fusion, con le tortillas di taco sostituite da foglie di alga nori o involucri di riso croccante. Vengono riempiti con pesce crudo, avocado, cetriolo, carote e altre verdure, conditi con salsa di soia e maionese piccante.
Conclusione
Insomma, se volete mangiare il vero sushi dovrete puntare sulla semplicità, scegliendo di ordinare soltanto nigiri o semplici rotoli come il tekkamaki.