Third wave coffee: com’è cambiato il caffè
Il Third Wave Coffee, il caffè della terza ondata, fa riferimento a un cambiamento nel consumo, nella produzione e nella consapevolezza del caffè.
Third wave è un termine che fa riferimento a come è stato vissuto il caffè in un dato periodo storico. A dargli questo nome è stato Trish Rothgeb nel 2003. L’idea è che ogni onda si basi e reagisca all’ultima. Una sorta di replica, un dito medio generazionale alla fase appena trascorsa.
1960: la prima ondata
Erano gli anni Sessanta quando il consumo di caffè ha iniziato a crescere esponenzialmente in tutto il mondo. Per la prima volta, il caffè (anche se in versione instant) è diventato accessibile a tutti, è entrato nelle case e berlo si è trasformato in un’abitudine. Questo ha segnato la prima ondata.
Le catene e la seconda ondata
Il caffè diventa un trend, c’è maggiore divulgazione riguardo le origini, anche se manca ancora una cura del prodotto a 360 gradi. Le catene iniziano a investire su un consumatore più informato, ma il focus rimane quello sull’esperienza (di consumo), più che sulla materia prima. È più rilevante la personalizzazione del proprio drink a base caffè – come il Frappuccino – che il caffè in purezza. Che inizia a essere percepito come un prodotto di lusso anziché una necessità.
Terza ondata
Le caratteristiche principali della terza ondata sono riassumibili in pochi punti, ma la portata di questi presupposti è da vera rivoluzione: aumento della qualità del caffè, commercio diretto, sostenibilità, maggiore rispetto della materia prima, metodi di estrazione innovativi.
La third wave ha davvero sconvolto il modo di vivere e di fare business con il caffè. A differenza della prima e della seconda ondata, ha avuto un impatto vero e profondo non solo sui consumatori, ma su tutta la filiera del caffè. A fianco alle note di degustazione del caffè, quindi a una fase legata a un momento di consumo, ha fatto il suo ingresso la storia dietro la tazzina (o più spesso, il mug).
È un racconto fatto di produttori, importatori, torrefattori e baristi, per spiegare al consumatore finale perché un caffè è speciale, rendendolo consapevole del viaggio che ha attraversato e di quanto lavoro ha richiesto.