Non solo pizza: 10 trattorie classiche da provare a Napoli
A Napoli c’è molto più della pizza, specialmente nelle trattorie classiche che offrono ricette della tradizione; ne abbiamo scelte 10 da consigliarvi.
La cucina napoletana ha origini molto antiche. Se ne parla da tempi immemorabili, da quando è nata: si dice in epoca greco-romana, o forse anche prima. È una cucina basata su ricette della tradizione, che si tramandano da secoli: Napoli non è solo pizza: anche la cucina tradizionale napoletana è divenuta un fenomeno di culto il ragù, la genovese, gli spaghetti con le vongole, il baccalà nelle sue varianti, sono dei cult intramontabili. Le trattorie e osterie napoletane continuano a interpretare questi piatti ancora oggi richiesti, soprattutto dai turisti, ognuna secondo il suo gusto. Non c’è quartiere che non abbia il suo punto di riferimento in fatto di cucina classica partenopea e anche i grandi chef spesso vengono messi a dura prova se gli si chiede “Potrei avere un piatto di pasta al ragù?”. A Napoli potrai essere un grande genio della cucina, ma se ti allontani un minimo dalla tradizione, o almeno non sei capace di cucinare un buon piatto di ziti alla genovese, non sei considerato tale. Queste di seguito sono le 10 trattorie napoletane che secondo noi potrebbero esservi utili nello scoprire la tradizionale cucina partenopea.
- Cibi cotti Nonna Anna (via Ferdinando Galiani, 24): all’interno del mercatino della Torretta, in zona Piedigrotta, l’ultraottantenne nonna Anna cucina per i suoi clienti piatti con ingredienti che acquista giorno dopo giorno nello stesso mercato antistante, quindi la stagionalità è garantita. Cucina semplice, senza fronzoli, costituita da piatti base come pasta e patate o pasta con legumi vari, primi e secondi a base di pesce sempre fresco e c'è l’imbarazzo della scelta anche per i contorni. La clientela è mista, dai professionisti che a pranzo non sanno rinunciare a un buon primo fatto in casa, agli irriducibili aficionados.
- Trattoria da Nennella (vico Lungo Teatro Nuovo, 105): è la più mondana tra le trattorie napoletane. Sempre affollatissima, rinomata anche tra i vip che, passando da Napoli, spesso si fermano per il pranzo o la cena. La caratteristica sostanziale è il personale che, sempre nel dovuto rispetto, tratta in maniera simpatica e confidenziale la propria clientela. Si trova in una zona popolare della città: siamo sui Quartieri Spagnoli e per nostra fortuna la trattoria ha contribuito a mettere in buona luce un luogo dominato da pregiudizi. Anche qui il menu varia in base alla spesa giornaliera, con un ottimo rapporto qualità prezzo. Da segnalare i primi, come la pasta e patate con la provola.
- Osteria Donna Teresa dal 1913 (via Michele Kerbaker, 58): nata poco più di un secolo fa al Vomero, l’osteria oggi è gestita dalla famiglia Sorvino, erede della donna Teresa che ha dato vita a questa attività, curandola in perfetto clima familiare e basandosi su una cucina old style. Non cercate un menu cartaceo perché non c’è: tutto è dettato a voce come fosse una filastrocca. Don Luigi si occupa della spesa e alcuni prodotti provengono dal suo orto; in sala c’è la figlia Teresa e della cucina si occupa la moglie Anna. I classici non mancano mai: un must è il ragù, poi salsicce e friarielli, polpette al sugo e polpette fritte, cotolette e vari contorni.
- Osteria La Chitarra (rampe San Giovanni Maggiore, 1/b): Giuseppe Maiorano nel 1996 rileva questo locale insieme al fratello Luigi. Pur provenendo entrambi da un mondo completamente diverso, mettono insieme la loro passione per la cucina, sostenuti in particolar modo da amici e parenti. Oggi Giuseppe continua la sua attività insieme alla moglie Anna. Egli stesso definisce la sua cucina ordinaria e popolare, costituita da antipasti misti come frittata di cipolle e polpette di pane fritto. Tra i primi: paccheri allardiati, zuppa di fagioli alla maruzzara. I secondi si dividono tra carne e pesce: alici in tortiera, baccalà con i ceci, polpette alla napoletana. I dolci sono fatti in casa dalla stessa Anna. L’osteria vanta anche una buona selezione di vini.
- Dalle Sorelle (via Benedetto Cairoli, 1): anche questo è un locale storico fondato da Salvatore Spoleto nel 1910, gestito sempre da sole donne. Oggi le eredi Maria e Rosanna si occupano del ristorante, mantenendo l’impostazione di base: una cucina tipica e tradizionale. I piatti forti vanno dagli antipasti come i fiori di zucca ripieni di ricotta, ai primi come la pasta e fagioli, ma soprattutto la zuppa di soffritto. Tra i secondi vi consigliamo il baccalà fritto e il coroniello in casseruola.
- Antica Trattoria e Pizzeria Da Donato (via San Cosmo, 26/28): se volete entrare nel regno della parmigiana, qui siete nel posto giusto. Il perché è semplice: tra gli antipasti, questo piatto è proposto in tantissime versioni, da quella classica di melanzane a quella di zucchine o ancora di patate, di carciofi e anche di finocchi. Dal 2006 è Marilena Amoroso, nipote del capostipite Donato, a occuparsi della trattoria. Il locale possiede anche un forno a legna che non viene utilizzato solo per le pizze, ma è adoperato anche per la cottura di alcuni piatti come, appunto, le parmigiane. Alcune preparazioni sono servite all’interno di un cestino realizzato con la pasta della pizza.
- Osteria della Mattonella (via Giovanni Nicotera, 13): il nome di questa osteria è ricavato dalle mattonelle particolari che rivestono le pareti. Antonietta e Massimo Marangio, madre e figlio, si occupano di questo locale nato negli anni Cinquanta, quando la nonna di Massimo, donna Rosa, lo prese in gestione insieme al figlio Peppino. Gli antipasti si basano sui fritti della tradizione, dai crocchè agli involtini di melanzane. Fiore all’occhiello della Mattonella è la genovese, ma anche i piatti come le minestre, lasciate ben riposare in modo da risultare cremose al punto giusto. Secondi e contorni da manuale. Massimo ha una grande passione per i vini e ne dà dimostrazione mettendo in mostra alcune etichette di spessore.
- Trattoria ‘A Cucin ‘E Mammà (via Foria, 101): sembra quasi essere un gioco, ma sarà una casualità se buona parte dei gestori o i fondatori delle trattorie di Napoli si chiami Giuseppe? Anche in questo caso è un Peppe a essere il titolare di questa trattoria al centro di Napoli. Tutto a conduzione familiare, il menu prevede piatti fissi ogni giorno, ma si possono stravolgere gli schemi se gli ingredienti giusti sono disponibili. I piatti più richiesti sono quelli a base di pesce sempre fresco. Il nome del locale si riferisce proprio alla maniera in cui cucinano le nostre mamme e in questa trattoria ci si sente a casa. Il rapporto qualità/prezzo è ottimo, ma vista la notevole affluenza sia a pranzo che a cena, meglio sempre prenotare.
- Le Zendraglie (via Pignasecca, 14): il regno della trippa a Napoli è qui. La famiglia Fiorenzano è nota proprio per la loro tripperia storica nel cuore della Pignasecca. La trippa esposta nel banchetto che si trova all’entrata diventa, all’interno del ristorantino, un piatto che rivela gli antichi sapori della città. Perché questo nome? Durante la dominazione francese nel Regno di Napoli il popolo (soprattutto le donne) si radunava al Maschio Angioino in attesa che i ricchi dessero loro quel che rimaneva, le interiora degli animali, les entrailles, alla fine dei loro lauti banchetti. Da non perdere quindi la trippa cacio e uova, e l’immancabile ’O pere e ‘o musso, ossia il piedino e il muso di maiale. La trattoria propone anche cucina tipica napoletana.
- Da Vittorio (via Diocleziano, 67): a Fuorigrotta la cucina di Vittorio è molto nota e non solo agli abitanti del quartiere. Lo spazio non è molto ampio, infatti ci sono pochi coperti a disposizione, ma per una cucina povera ma buona si può anche attendere e ne sarete ripagati. Il menu viene esposto tutti i giorni sulla lavagna: piatti semplici che rispecchiano in pieno la tradizionale cucina partenopea. Da segnalare i piatti a base di baccalà e di pesce, come il polpo e il pesce bandiera alla pizzaiola, e inoltre la pasta e fagioli, le polpette con le patatine tagliate a mano e fritte.
Una menzione speciale va fatta ad Antonio Tubelli, un vero maestro della cucina napoletana e dello street food partenopeo. Impossibile non conoscere i suoi fritti e i suoi timballi di pasta, i famosi timpani, o i suoi sartù di riso. Trasferitosi da alcuni mesi a Eccellenze Campane (via Brin, 29), ha momentaneamente sospeso la sua attività storica vicino a piazza del Gesù, Timpani e Tempura. È il testimonial per eccellenza della tradizione culinaria di Napoli.
E voi quali trattorie napoletane ci consigliate?
- IMMAGINE
- Half Year Italian
- Foursquare - Cibi Cotti
- Foursquare - Nennella
- TripAdvisor
- SquisItalia
- Shutterstock