14 trattorie classiche dove mangiare a Milano
• 9 Maggio 2022 14:00
Dove mangiare milanese a Milano? Ecco 14 trattorie classiche dove risotto, mondeghili e cotoletta sono i piatti forti del menu.
Milano è città di frontiera e movimento: sushi giapponese, burritos messicani, hamburger americani, poke hawaiani, crepes francesi, ceviche peruviani, ormai si trovano persino i supplì al telefono di tradizione romana. Ma le trattorie, quelle con la tovaglia di stoffa e il bicchiere di vetro pesante, con l’account Instagram gestito dal cugino e il piatto di formaggi come dessert si trovano ancora. E noi siamo qui a ricordarvelo. Quindi ecco 14 trattorie classiche di Milano da provare.
- Trattoria de la Trebbia – Via Trebbia, 32. Zona Porta Romana per la Trebbia, un posto dove le certezze sono candide come le loro tovaglie bianche. Da quarant’anni una propongono dolci e primi fatti in casa, con prezzi milanesi e una accoglienza familiare. Menzione speciale per le carni alla brace.
- Testina – Via Abbadesse, 19. Nei vicoli di Isola da qualche anno Testina propone una cucina milanese succulenta e soddisfacente, con adorabili tovaglie a quadretti e un ossobuco notevole. Accoglienza di classe, prezzi adeguati alla zona modaiola. Bonus per il rostin negàa, classico della cucina meneghina qui sempre disponibile e giustamente sugoso.
- Trattoria del nuovo macello – Via Cesare Lombroso, 20. Le sale impeccabili e i soffitti altissimi fanno da coprotagonisti ad una delle cotolette più conosciute di Milano, alta e succulenta. Tutte il resto segue lo stesso filo conduttore di una cucina rispettosa ma alleggerita, con risotti da applausi e carta dei vini divertente e varia, con incursioni locali e non.
- Antica trattoria della pesa – Viale Pasubio, 10. Milano in ogni voce del menu di questa gloria meneghina, situato a poca distanza dalle luci dello stadio di San Siro. Cotolette, mondeghili, risotti, nervetti e tutto il resto conditi da un piacevole brusio di sottofondo e dal un bellissimo arredamento in legno.
- Trattoria Masuelli San Marco – Viale Umbria, 80. La Masuelli San Marco attraversa indenne gli anni senza perdere colpi con quell’aria vintage sempre affascinante: tovaglie e bicchieri impeccabili, sedie Thonet anni ’20, lampadari di Giò Ponti, luci calde e un senso di pranzo di famiglia che ti fa ordinare il bis di risotto allo zafferano. Che dal 1921, anno di apertura, è tra i migliori in città.
- Trattoria Mirta – Piazza San Materno, 12. Due sale dalle mura candide e un’accoglienza calorosa ma non invadente. Da quando hanno anche il dehors, trovare posto è ancora più difficile e meritato: i piatti generosi e gli ingredienti di qualità premiano da anni questa trattoria un po’ defilata, che regala gran divertimento. Bonus per i mondeghili, esplosivi.
- Osteria Grand Hotel – Via Ascanio Sforza, 75. Non si può non menzionare Osteria Gran Hotel senza parlare del magnifico contesto in cui si trova, dalle sale luminose al giardino adagiato sotto i glicini. Carta dei vini amplissima e di grande soddisfazione, specie se abbinata ad un piatto di carne cruda o ad una delle paste fresche.
- Ostarie Vecjo Friul – Via Antonio Rosmini, 5. Dal nome non si direbbe, ma qui il menu è tutto dedicato ai piatti lombardi della tradizione con accompagnamento di ottima musica jazz. Al centro della Chinatown milanese, un locale dal cuore romanico e appassionato di vino. Bonus per la bella insegna del gallo e per la scelta di formaggi, che garantisce sicuro divertimento al palato che sa apprezzare.
- Osteria dell’Acquabella – Via San Rocco, 11. Partita negli anni ’50 come riparo e ristoro per lavoratori della zona di Porta Romana, l’osteria dell’Acquabella continua a navigare tranquilla nascosta in un angolo riparato sotto l’insegna color mattone su sfondo ocra. Sedie in legno e tovaglie bianche per un menu a base di nervetti, ossobuco, riso al salto, cassoeula, trippa e polpette.
- Osteria del biliardo – Via Enrico Cialdini, 107. Menu limitato ma curato e senza fronzoli, semplice ed accogliente la sala, che nella parte principale ospita anche 4 tavoli da biliardo, attorno ai quali si muovono con eleganza giovani e meno giovani. Carta dei vini con qualche referenza interessante ed uso intelligente di presidi Slow Food e ingredienti meno nobili, oltre ad una buona scelta di formaggi lombardi.
- Sottobosco Milano – Piazza San Luigi, 5. Anno domini 2020: in un anno che non dimenticheremo apre questo ristoro di quartiere affacciato su una piazzetta vecchia Milano, strategicamente posizionata tra la Fondazione Prada e lo scalo di Porta Romana. Arredo semplice ma non spoglio, piatti da pranzo della domenica in porcellane della nonna: pasta fresca, risotto giallo, mondeghili e bollito di bue grasso con tanto di salse di accompagnamento.
- Trattoria Arlati – Via Alberto Nota, 47. Nata nel 1936 dalla coppia Luigi e Modesta Arlati, da punto di riferimento per gli operai della vicina Pirelli diventa negli anni ’70 locale dove suonare musica dal vivo. Labirintico ed eclettico negli ambienti, tra cianfrusaglie e opere d’arte si serve una cucina tradizionale milanese popolata di nervetti, patè, risotti, stracotti, ossibuchi, minestrone, cotolette, luganega e vitel tonnè. Bonus per la cantina ampissima.
- Ratanà – Via Gaetano de Castillia, 28. Una palazzina di immutata bellezza nel cuore della nuova Milano ospita dal 2009 Ratanà, ristorante che negli anni è entrato tra le istituzioni cittadine per la ricerca nei piatti, la cura degli ambienti e la capacità di dialogare con il contesto meneghino. Plauso allo chef Cesare Battisti per la lungimiranza e l’attenzione con cui ha seguito il progetto, coronato da risotto e mondeghili tra i migliori della città, insieme ad una cantina di grandissimo divertimento. Bonus per il magnifico bancone e il dehors animato, prezzi di conseguenza.
- Locanda del Menarost – Via Compagnoni, 24. Piccolo e curato, il ristoro aperto nel 2012 da Stefano Bonfanti ha una bella atmosfera calda addolcita da luci soffuse e tavoli in legno spaiati. Pochi fronzoli e tanta sostanza nei piatti di decisa tradizione meneghina con qualche incursione mantovana – vedi alla voce pasta ripiena. Carta dei vini piccola ma sempre più interessante, bonus nervetti con cipolle.