Unti e Bisunti arriva a Roma: ecco l’ 8ª puntata in esclusiva
Ottava puntata della seconda stagione di Unti e Bisunti: chef Rubio torna a Roma per sfidare gli chef indiani sui loro piatti tradizionali.
“Unti e Bisunti 2, Roma, Il ritorno”. Motore… azione! Chef Rubio torna casa, non gli era bastata la scorpacciata di fritti della scorsa stagione. Quando Mamma Roma chiama lo chef risponde. Ma stavolta sarà una sfida tutta nuova. La capitale del filetto di baccalà, del fiore di zucca, del maritozzo ca’panna si mostra sempre nuova, allettante, fa venire l’acquolina in bocca. Ed eccolo il nostro eroe che sfida il colesterolo addentando uno di quei succulenti panini da passeggio. Rubio torna a Roma per una ottava puntata speziata O no? Che Roma sia una città multietnica, aperta a varie culture, accogliente e integrata è indubbio ma che il nostro potesse vacillare di fronte all’assaporare un delizioso panino distratto da una qualsivoglia altra pietanza è difficile da credere. E invece è proprio un cartoccio unto a catturare l’attenzione dello chef. Che questo uomo indiano così garbato e cortese fosse disposto o no a scambiare il pane nostrano con i suoi deliziosi pakora non ha molta importanza, quello che conta e che i denti di Rubio abbiano saggiato con voracità questo antipasto, fritto, frittissimo e dorato che racchiude in una pastella di farina di ceci un cuore morbido di verdura.
Il predatore ha fiutato la preda, lo chef ha capito quale sarà la cucina del contendere a Roma. Quella indiana, colorata dal curry e insaporita dal garam masala, Rubio vola alla volta dell’Esquilino a un passo dalla stazione Termini. Lungo i portici ottocenteschi della piazza più grande della Capitale vive il quartiere più cosmopolita; che provengano dall’Est Europa dalla Cina, dall’Africa e dal Subcontinente indiano, i residenti di piazza Vittorio creano un mosaico di etnie.Piccante e speziata la cucina indiana non intimorisce Rubio che assaggia senza sosta Questo quartiere pullula di ristoranti etnici, di fast food e si avvolge intorno a un mercato fornitissimo. Le spezie, i sapori decisi inebriano le papille di Rubio che assaggia i Pappadam: sfoglie sottili di farina di ceci da condire con varie salse. Il fast food indiano non è abbastanza, questa esplosione di sapori non conquista il cuore del tatuatissimo. A pochi passi dal primo indirizzo il nostro eroe entra nell’antro del nemico, nulla possono le coltri di seta, le tende preziose che gli si parano davanti: la cucina è il suo obiettivo e questo ristorante indiano verrà espugnato.
La cucina del Krishna 13 (via Foscolo 13) è alchemica, i cuochi si muovono come in un balletto. La voglia di Rubio cresce, tenta di assaggiare ma il nemico è in agguato. Agghindato come solo nei film di Bollywood osano fare, Tarun – il proprietario – si para davanti al nostro eroe. La fame di Gabriele deve essere saziata, è una sfilata di piatti dell’India del Nord si inizia con il Palak paneer, crema di spinaci, e continua con il Pollo madras al curry con latte di cocco, e conclude con il Mutton curry: carne di montone accompagnata con riso Biryani. È un climax di sapore e piccantezza che riduce lo chef errante di Frascati in lacrime. Commozione o il peperoncino? O sarà l’emozione per aver trovato il piatto sfida?
Sazio ma non domo: il parco di Piazza Vittorio è il luogo adatto per rinfrescarsi le idee. E una novella Beatrice in salsa di tamarindo è la sola a poter indicare la prossima tappa. Ambli, maestra di danza indiana, ammalia lo chef con una proposta allettante: farsi tentare dalle pietanze dello Sri Lanka.Le cucine del Nord e Sud dell'India, Bangladesh e Sri Lanka condividono gli ingredienti e i sapori La sua classe di danza è perfetta per fare da giuria e Rubio si lecca i baffi pregustando il prossimo banchetto. Fast food cingalese, il SevenLanka (via Merulana 226): la cucina è simile a quella indiana, il Curry di pesce e maiale è una prelibatezza, i noodles con lenticchie e cocco giocano su contrasti e sapori che si esaltano, ma è il Cottrodi che provoca nel bel Gabriele una sensazione estatica. Una sottile piadina avvolge una porzione di riso con carne e spezie, il possibile piatto sfida è un connubio di sapido e speziato.
Come dimenticare il Bangladesh? La cucina di questa nazione, incastonata nella penisola indiana, è fatta di piatti semplici, sapori forti e ricette casalinghe. Non c’è niente di meglio che piombare a casa di qualcuno per infilare il muso direttamente in pentola mentre la padrona di casa prepara la cena per l’intera famiglia. Ma Rubio è un gentleman di altri tempi e per fiondarsi senza preavviso a casa di sconosciuti occorre un dono: pastarelle, siamo a Roma d’altronde. Imparare a preparare un dolce tipico bengalese è il massimo ma la sfida non può attendere: lo chef si sposta nel quartiere Monti, dove intende provare le ricette tipiche dell’India del Sud.
Dal Ristorante Guru (via Cimarra 4) va in scena il Kerala, la Napoli del subcontinente indiano dove il pane, il Naan, è cotto nel forno tandoor, il pesce è avvolto nella foglia di banano e il Pollo vindaloo spicca per sapore e bontà. Rubio trasecola: Mattew e suo padre sono guru e vice guru della cucina del sud dell’India e lui ha un debole per la piccantezza che a questo piatto non manca: probabile piatto sfida. Occorre riflettere, meditare, un massaggio è perfetto. La sua guida indiana, l’uomo dei pakora appare nel momento più opportuno, è pronto ad aiutarlo a fugare ogni dubbio. Il dado è tratto e ora Gabriele è pronto.
Tarun non vede l’ora di tuffarsi nella sfida con il suo piatto: il Mutton curry con riso Biryani. Parte la caccia agli ingredienti, il mercato Esquilino è luogo dove scegliere e acquistare i prodotti della cucina indiana. La lista della spesa contiene la carne di pecora, le verdure e lo zenzero, il riso migliore e poi l’elemento fondamentale: le spezie. Il piatto sfida è il mutton curry con riso biryani Il più è fatto, Rubio taglia, cucina, insaporisce: occorre bilanciare le spezie come nella cucina ayurvedica. La giuria assaggia, si consulta, decide. Noi facciamo il tifo per l’uomo che – dotato di barba e tatuaggi – ha rapito il nostro cuore a colpi di mandibola. E stavolta siamo accontentati: Rubio ha vinto. Finale, esterno giorno. Mentre impazza una musica indiana, Gabriele abbigliato come la tigre di Mompracem brandisce una scimitarra… un po’ ci dispiace per il povero Tarun.
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