A Bologna i ristoratori trovano modi creativi per lavorare
Se i dcpm costringono i ristoratori a trovare soluzioni alternative per lavorare, i ragazzi dell’Osteria dell’Orsa di Bologna hanno trovato una soluzione.
Quali siano i criteri che fanno in modo che una regione sia classificata come gialla, arancione o rossa, e cosa si possa fare in uno o nell’altro caso è ormai noto a tutti, quando con il solo delivery non si riesce a tirare avanti, servono soluzioni creative e a chi opera nel settore della ristorazione in modo particolare. Nell’ultimo periodo quella dei ristoratori è stata infatti una delle categorie che – nonostante i ristori previsti – ha dovuto maggiormente fare i conti con le conseguenze legate ad aperture a singhiozzo o del tutto vietate imposte dal susseguirsi dei vari DPCM. Ma come comportarsi quando si è costretti a tenere il proprio locale chiuso, o ancora quando con il solo delivery non si riesce a tirare avanti? A Bologna, come in altre città, alcuni ristoratori esasperati hanno aderito (non senza conseguenze) all’iniziativa #ioapro, decidendo per l’appunto di aprire al pubblico i propri locali pur contravvenendo alle norme in vigore. Tra questi, eclatanti sono stati i casi del ristorante Regina Margherita di via Santo Stefano e del pub Halloween di via Stalingrado dove non sono mancati momenti di tensione durante l’ovvio intervento delle forze dell’ordine.
La maggior parte dei ristoratori bolognesi ha però deciso di muoversi in maniera più polite, cercando tuttavia di recuperare i mancati introiti del periodo natalizio (stimati intorno a 50 milioni) attraverso l’istituzione di un Comitato tutela ristoranti di Bologna – formato da un centinaio di attività tra cui spiccano anche alcuni ristoranti stellati – che ha di recente presentato un ricorso al Tar del Lazio contro le chiusure previste dal dpcm.
Un esempio oltre il delivery: Vagabò
Ma se è vero che i ristoratori si sentono discriminati, c’è infine chi ha deciso di rimettere in moto la propria attività in maniera alternativa come la storica Osteria dell’Orsa, che ha reinventato la propria cucina facendola diventare itinerante grazie al Vagabò, un truck che dalle 12 alle 15 troverete parcheggiato in via Nanni Costa (a due passi dall’Opificio Golinelli, zona Santa Viola).
Non mangiare seduti ai caratteristici tavoli di legno del locale della zona universitaria o alle comode sedute dell’Orsa Fuori Porta non sarà proprio la stessa cosa, ma in questo periodo può bastare anche un piatto di tagliatelle preparato ai fornelli di un food truck a renderci felici. Ora l’Emilia Romagna è nuovamente in zona gialla, cosa accadrà prossimamente nel mondo della gastronomia bolognese? Ai posteri l’ardua sentenza!